DUE

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Apro debolmente un'occhio e noto che l'ambiente è immerso nella penombra della notte. Mi volto con fare furtivo e trovo il corpo di Nathan vicino al mio, calato nel più profondo dei sonnellini. Camera mia si estende sotto al mio sguardo come una scatola di tranquillità e pace, al di fuori della quale ombre sinistre si aggirano per le vie di Badminster. La notte mi ha sempre fatto un certo effetto.

Scendo dal letto con fare sonnecchiante e mi infilo le pantofole a fatica. Farci prendere la mano e farlo per ben tre volte in una sola sera non era stata poi una grande idea a posteriori. Il mio bacino ne risentirà per qualche giorno.

Mi dirigo verso il bagno e prima di fare qualsiasi cosa mi do un'occhiata nello specchio. I miei capelli spettinati e la mia faccia da pensionata prossima al coma non mi fanno una grande impressione. Dopo tutto sono appena sveglia: non che ci si potesse aspettare granché.

Ad un certo punto noto qualcosa di inquietante: nonostante io mi stia muovendo, la mia immagine nello specchio rimane ferma e mi fissa insistentemente.

"Ma che..."

Dimmi che non ho di nuovo cucinato per sbaglio dei sofficini avariati penso come prima cosa. Un momento, i sofficini avariati non fanno avere le visioni pensai come seconda.

Il mio riflesso continua a fissarmi, finché un sorriso macabro non compare sul suo volto. Quell'espressione ha un'aria fin troppo familiare.

"Toc, toc, apri la porta cappuccetto" la sento dire dall'altra parte dello specchio.

Assottiglio lo sguardo. È una visione davvero inquietante.

"Avanti, so che vuoi farmi uscire" sibila, come se potesse scattarmi addosso da un momento all'altro.

La squadro dall'alto al basso. Eppure credevo che questo tipo di sogni fosse finito dopo la terapia. Forse lo psichiatra non aveva tutti i torti. Quella patologia sarà sempre una piccola parte di me.

"Io credo che invece tu debba rimanere dove sei ancora per molto tempo" rispondo, sicura.

Una furia cieca sembra attraversare il viso del mio riflesso, che passa da movimenti vellutati e voce sibillina ad un concentrato di rabbia. Sbatte i pugni sullo specchio, come se fosse impazzita.

"Tanto prima o poi dovrai farmi uscire Reel. Non puoi stare senza di me troppo a lungo. Ricordati che sarò sempre una parte di te"

Mi sveglio di soprassalto, con la fronte maldida di sudore e le lacrime agli occhi. Ho il fiatone e sembra che il cuore mi stia per esplodere. Ho le orecchie ovattate, che mi ronzano in continuazione.

"Reel!ehi!"

Nathan mi sta scuotendo come un forsennato per attirare la mia attenzione. Quando sposto lo sguardo su di lui, vedo i lineamenti del suo viso distendersi.

"Un altro incubo?"

Annuisco debolmente. Mi era già capitato di fare sogni agitati in presenza di Nathan ogni tanto, per cui ormai il ragazzo ci aveva preso l'abitudine.

Le sue braccia mi stringono forte, e il mio cuore lentamente torna al suo normale ritmo. Era molto, molto tempo che non facevo un sogno del genere.

"Vieni, ti preparo un the" dice poi la voce di Nathan, schioccandomi un piccolo bacio sulla fronte.

Mi alzo dal letto con le gambe ancora tremolanti e decido di seguire il mio ragazzo. Sarà stato un caso. Forse davvero ho preparato sofficini avariati.

A WHITE HAIR SECRET 2 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora