VENTITRÉ

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Torno a casa insieme ad Alan e Mason, con un'auto guidata da Jessica dietro di noi.
Alla fine è stata divertente come giornata di organizzazione: Caleb è stato fuori dai piedi tutto il tempo, Sheila ha tampinato Mason tutto il pomeriggio e io sono riuscita a rimanere un po' tranquilla. Sembra che si stiano ambientando dopotutto.

I miei occhi sfilano sulla strada, che passa di metro in metro analizzando ogni singolo dettaglio. Le case, le vie, le persone. Nel giro di un anno, quello che era stato al mio arrivo una specie di incubo era diventato un ambiente familiare, che rispecchiava la normalità che tanto pensavo di detestare. Mi perdo nei miei pensieri, finché un brivido non mi percorre la schiena. Sullo sfondo del paesaggio che riesco a cogliere dal finestrino, un uomo se ne sta in piedi sul marciapiede. È vestito con una canotta bianca e dei pantaloni neri. Il fisico sembra consumato dal tempo, e la sua faccia porta gli scavi di anni di prigionia nell'alta sicurezza. Per poco non mi prende un colpo. È lui.
Lo vedo fissare la nostra macchina passare sulla strada, lanciando un'occhiata enigmatica. Per qualche secondo i nostri sguardi si incrociano e il mio stomaco si contorce dolorosamente.

"Fermati! Fermati! Fermati!" inizio a gridare. Alan inchioda, domandandomi cosa mi sia preso.

Esco dalla portiera senza neanche ascoltarli, correndo verso il punto dove lo avevo visto. La macchina di Jessica fa la stessa cosa, e vedo lei, Caleb e Sheila seguirmi, facendomi domande che non sto ad ascoltare.

Quando trovo il punto giusto, Adam si è dissolto nel nulla. Comincio a guardarmi in giro, guardo in ogni anfratto come una matta, dietro a siepi e cose così. Dove cavolo è. Io devo trovarlo. Non posso andare avanti se lui è in giro. Devo sapere che è dietro le sbarre. Voglio tornare a vivere tranquillamente, ma niente sembra volere andare a mio favore.
Cominciano a passarmi davanti immagini sconnesse, sprazzi di torture, abusi, notti insonni e altro. Mi blocco. Sta succedendo di nuovo. Sono ancora nella spirale.

"Reel!"

Mi volto e vedo Adam proprio davanti a me. È di fianco a Caleb e Sheila. Perché loro non fanno niente? Perché sembrano non notarlo?!
Anche Alan e Mason non sembrano preoccupati dall'uomo comparso dal nulla. Ma perché non lo fermano?

"Reel, ascolta"

Non lo lascio parlare un secondo di più e mi ci avvento addosso, circondandogli il collo con le mani. Inizio a stringere più che posso. Devi morire.

"Crepa, brutto schifoso bastardo!" cominciò ad urlare. Caleb e Sheila mi tirano per le braccia, ma col cazzo che mollo la presa, razza di collusi corrotti.

"Reel! Ferma! Ferma!" urlano Alan e Mason, aiutando Sheila e Caleb, finché quest'ultimo non mi prende di peso e non mi solleva, facendomi staccare e buttandomi a terra.

"Ma che cazzo fai?!"

"Ma che cazzo fai tu! Quello non è Adam! Sveglia! Hai avuto una crisi da stress!" mi urla.

Mi fermo per un secondo. Una crisi da stress? Ma se quello non era veramente Adam allora chi...

Vedo Sheila sollevare Jessica, che respira a fatica.

Cazzo. Cazzo. Cazzo.

"Mi dispiace" balbetto, confusa. Non so cosa fare. All'improvviso tutte le sicurezze che avevo crollano e mi ritrovo da sola, in un buco di incertezza e dubbio.

A WHITE HAIR SECRET 2 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora