DODICI

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Torno a casa con il viso scavato dall'ansia e mille pensieri per la testa.
Trovami se ci riesci.
Quella frase continuava a ronzarmi tra i neuroni come un insetto fastidioso nell'orecchio. Anche se l'FBI aveva smosso il mio vecchio squadrone per riuscire a contrastare il pericolo che incombeva sulla mia testa, sapevo che sarebbe stata solo una questione di tempo. Ero in pericolo e avrei dovuto accettare il fatto che non sarebbe finita tanto presto. Uno dei principali motivi della mia sindrome da stress post-traumatico era in giro a vagabondare per la città, in attesa di avermi a tiro per conficcarmi probabilmente una pallottola in fronte solo per il gusto di farlo, e io non avevo potere di fare proprio nulla. Quella persona avrebbe smosso mari e monti pur di trovarmi. E mi avrebbe fatta fuori.

"Okay, senti non devi agitarti, sappiamo che c'è un pericolo a scuola, ma lo troveremo. Ti staremo accanto finché quel bastardo non sarà dietro le sbarre" cerca di consolarmi Jessica.

Mi aveva presa di peso e portata a casa, dopodiché aveva spiegato la situazione a Scott, che aveva avvertito il preside. Non sarei mai stata al sicuro neanche volendo. Nessuno lo era.

Sento qualcuno bussare alla porta e vedo Sheila andare ad aprire.

"Oh, wow" la sento dire.

"Ehm...c'è Reel?" sento chiedere da Nathan.

"È un attimo occupata però se vuoi ci sono io" dice Sheila, leccandosi le labbra.

"Giù le mani, tigre, lui è con me" le dico, andando verso il mio ragazzo.
Finalmente una visione piacevole in questa giornata di merda.
Faccio per farlo entrare, ma Caleb mi ferma.

"Non è una buona idea" dice, lanciando un'occhiata torva a Nathan.

"Ma che ti prende, si può sapere?" ringhio.

"Non è saggio far entrare qualcuno in casa tua di non strettamente necessario"

"Lo decido io chi è strettamente necessario" mi impongo.

"E voi chi sareste?" chiede Nathan, dalla soglia, confuso. Non avevo avuto il tempo di raccontargli quasi nulla.

"Quarto squadrone del reparto speciale dell'FBI, siamo la scorta di Reel" spiega velocemente Sheila.

"La scorta? È successo qualcosa?"

Apro la bocca per parlare, ma vengo zittita da Jessica.

"È un'informazione riservata. E comunque Caleb ha ragione" sentenzia, fissandomi.

Dietro Nathan vedo una macchina nera fermarsi e dalla vettura scendono i miei quattro paladini.

"Reel!" mi chiama Alan.

"Qualcuno mi spiega che è successo?!" si guarda intorno Nathan.
Alan fa per affiancarsi a lui ma Caleb si pianta davanti alla porta.

"Assolutamente no, ci manca solo la folla in casa dopo oggi"

"Mi stai dicendo che non posso entrare a vedere la mia ragazza, almeno voglio un motivo" ringhia Nathan.

"Senti amico, dacci due minuti, solo per vedere se sta bene ok?" prova a mitigare la situazione Alan.

"Quale parte di no, non vi è chiara pivelli?"

"Come ci hai chiamati scusa?" chiede Ben, piuttosto scocciato.

"È quello che siete, smammate ora, lei non ha bisogno di voi"

Al risuonare di quelle parole sento come se una bomba nucleare fosse appena esplosa nel mio cervello.
Si mettono tutti ad urlarsi addosso e per poco non parte una rissa.

"Adesso basta!" grido, zittendo tutti.

"Reel ascolta.." cerca di calmarmi Jessica.

"No ascolta tu! Sono stufa di questo cazzo di atteggiamento in casa mia e con i miei amici. Piombate qui mettendomi la vita sottosopra e adesso volete anche allontanarmi dalle persone a cui voglio bene? Non esiste al mondo, chiaro?!" urlo, con un tono che non ammette discussioni.

Mi giro verso Caleb con uno sguardo infuocato. Per la prima volta il ragazzo si tradisce, dato che vedo comparire un velo di paura nei suoi occhi.

" Togliti di torno, subito" ringhio.

Lui si fa da parte, deglutendo in modo vistoso. I miei amici entrano e si guardano dubbiosi. Sospiro vistosamente.

"Sedetevi, perfavore. Credo sia arrivato il momento di raccontarvi una storia di molto tempo fa"

"Reel.." prova a fermarmi Dwayne, ma io non lo sto neanche a sentire. È la mia storia.

Nathan e i quattro si siedono sul divano, in religioso silenzio. Non so se riuscirò a raccontarlo in modo calmo, ma loro devono sapere. Sono tutti in pericolo, è inutile tenerli all'oscuro.

"Quelli che vedete intorno a me sono i miei ex compagni di squadrone. Il quarto reparto speciale, per essere chiari. Abbiamo lavorato per due anni insieme sotto copertura, in varie missioni, quando io ero capitano" comincio. È abbastanza dura far riaffiorare certi ricordi.

"E.. Adesso perché sono qui? Non vi eravate dimessi?" chiede Nathan.

"Si, ma purtroppo abbiamo avuto un inconveniente. Recentemente un serial killer che avevamo arrestato in passato è scappato dall'istituto da dove era rinchiuso, e ora è a piede libero. Era un capo banda, con una trentina di persone al suo seguito, tutte morte. Per la precisione, è diretto qui, e vuole la mia testa e quella di chiunque mi stia attorno"

"Un serial killer? Accidenti" dice Mason, stupito.

"Un attimo, se è scappato perché dovrebbe venire a cercarti? Dovrebbe andare il più lontano possibile per non farsi prendere, o almeno è quello che farei io" riflette Alan.

"Si, è quello che farebbero tutti, ma non lui. E di questo ne potete stare certi"

"E perché?" chiede Wade.

Mi mordo una guancia, abbassando lo sguardo per un momento, dopodiché lo risollevo, sperando di non fare troppi danni.

"Perché quelle trenta persone le ho uccise io"

A WHITE HAIR SECRET 2 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora