Titolo: Priorities
Genere: One-Shot (storia breve)
Scritto da: marauders4evr
Fonte: Tumblr☾
Priorità
La casa alla fine della strada passava facilmente inosservata. Tradizionale, pittoresca, anonima non aveva mai attirato l'attenzione di qualcuno. La gente ci passava davanti ogni giorno senza farci neppure caso.
Eppure, per un ristretto gruppo di persone, quella casa significava molte cose; prima fra tutte, pericolo scampato, considerando che era il luogo dove l'Ordine si recava alla fine di una missione.
Erano le tre e mezza del mattino. James e Sirius si reggevano a vicenda, due paia di pesanti occhiaie a contornare i loro occhi; Remus sbadigliava ripetutamente, la mano sempre portata a coprirgli la bocca; Peter fissava ciò che lo ricordava con occhi lucidi e arrossati dalla stanchezza.
Esausti, i quattro fecero la loro entrata nel piccolo salottino della casa, seguiti dall'Auror Alastor Moody e dalla professoressa Minerva McGonagall.
«Dunque» proruppe Moody, col solito tono brusco, «Vi voglio tutti e quattro di nuovo qui alle cinque in punto. Fate solo un minuto di ritardo e vi rifilo una sessione extra di flessioni. E adesso smammate.»
James tentò di ribattere, ma non ne ebbe la forza.
Le cinque in punto. Questo voleva dire che avrebbero avuto a disposizione a stento un'ora e mezza di riposo.
Completamente devastati dal sonno, i quattro ragazzi si congedarono brevemente e salirono nelle loro stanze, dalle quali ben presto i due adulti rimasti nel salotto udirono un russare sommesso.
«Devi proprio essere così duro con loro?» scattò la McGonagall, guardando l'Auror con sdegno.
«Non è che abbia molta scelta» ribatté l'uomo.
La donna gli rivolse un'occhiata gelante.
«Sto solo eseguendo gli ordini!» si giustificò l'altro.
«Ti è stato ordinato di privare loro del sonno necessario?»
«Mi è stato ordinato di trasformare quei ragazzi in soldati!» asserì l'uomo, grave, «Il prima possibile e con ogni mezzo necessario.»
«Ma per l'amor del cielo» fece la donna, contrita, «Hanno a malapena diciotto anni!»
«Sono stati loro a voler prendere parte a questa cosa» le fece presente Moody, «Sapevano a cosa sarebbero andati incontro.»
La donna s'ammutolì per un istante. Poi, decisa, ribatté: «Nessuno di noi sapeva a che cosa sarebbe andato incontro. Ci siamo affidati a Silente e ci siamo lasciati... persuadere da lui.»
«Ci ha chiesto di saltare» osservò l'uomo, «E non abbiamo chiesto quanto in alto.»
«E ora quei ragazzi stanno saltando troppo in alto» insisté l'altra, «Finiranno col cadere.»
«E cosa vuoi che faccia, Minerva?» domandò l'Auror, irritato.
«Concedi loro un giorno di riposo» fece lei, «Te ne prego...»
«Mi piacerebbe molto» ribatté l'uomo, «A dire il vero, piacerebbe anche a me prendere un giorno di riposo. Andiamo sulla spiaggia, accendiamo un fuoco, cantiamo tutti insieme...»
Al che, Minerva lo fissò inarcando un sopracciglio e lui le rivolse un sorrisetto.
Tuttavia, quel ghigno scomparve immediatamente dal volto sfregiato dell'uomo quando questo riprese a dire, grave: «Il fatto è che dubito fortemente che Voldemort e i suoi abbiano intenzione di prendersi un giorno di riposo.»
«Non possiamo fare qualcosa?» persistette la professoressa, «Qualcosa che ricordi a quei ragazzi che sono...»
«Che sono cosa?»
Lei non rispose, sebbene avesse in mente parecchie cose. Erano ragazzi, innocenti, puri, giovani, bambini...
Malgrado l'assenza di parole, Moody parve comprenderla.
«Non possiamo far finta che non ci sia una guerra là fuori, Minerva.»
«Lo so» rispose lei, «Ma penso comunque che dovremmo fare qualcosa!»
Al che, Moody alzò al cielo sia l'occhio sano che quello magico.
Non aveva alcun intenzione di arrendersi tanto facilmente.
Purtroppo per lui, quelle erano anche le intenzioni della donna.
L'aria era tesa come una corda di violino: ecco cosa succedeva quando due scozzesi si trovavano alle strette tra di loro.
*
Appena la sveglia suonò, una serie di grugniti, sospiri e imprecazioni si levò dai letti dei quattro Malandrini.
Mezzi addormentati, si infilarono meccanicamente la tenuta da allenamento e si trascinarono verso la cucina.
Una volta entrati, la vista di una serie di prelibatezze sul fornello li lasciò stupefatti.
Il fatto, poi, che la loro ex-insegnante di Trasfigurazione fosse in piedi, di fianco ai suddetti fornelli, trasformò il loro stupore in attonimento.
«Buon giorno. Sedetevi» fece la donna, con un tono gentile che non le era usuale.
«Ehm... non possiamo, professoressa» fece James, velocemente.
«Dobbiamo allenarci» spiegò Sirius.
«Prendiamo solo qualche toast alla svelta» decretò Peter.
«Grazie mille comunque» si premurò di dire Remus.
«Sedetevi» ordinò la donna, ritrovando il solito tono autoritario, «Adesso.»
«Davvero» insisté James, «Va bene così... dobbiamo...»
«Maledizione, Potter, prendi posto su questa sedia prima che ti ci faccia prendere posto io!»
I quattro si voltarono di scatto non appena udirono l'urlo inferocito di Moody. Era appena entrato nella stanza con un muso lungo e un adorabile grembiulino rosa.
James provò – e fallì – a soffocare una risata.
«Sì, sì, divertente» tagliò corto l'Auror, agitando una mano, «Ma ora sedetevi. Non abbiamo passato un'ora a prepararvi la colazione per poi vedervi rimanere là imbambolati.»
«Ma perché?» chiese Sirius, di scatto, «Perché... perché avete fatto tutto questo?»
«Perché» rispose la McGonagall, «A volte è necessario rivedere le proprie priorità.»
«E a te sta bene questa cosa?» chiese James a Moody.
«Per niente» fu la risposta dell'altro, «Ma Minnie ha minacciato di schiantarmi. E adesso io minaccio voi. Quindi vi conviene sedervi, stare zitti e mangiare il bacon che vi spetta!»
«Sissignore!»
Fatto il misfatto
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About The Marauders (ita)
Short StoryUna serie di One-Shots sui Malandrini che meritano d'essere conosciute e che, dunque, mi prendo il piacere di tradurre in italiano. © marauders4evr on tumblr.