Contagious

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Titolo: Contagious
Genere: One-Shot (storia breve)
Scritto da: marauders4evr
Fonte: Tumblr

Contagioso

1 settembre 1971

Una notte intera.

Era passata quasi una notte intera.

Si era raggomitolato nel letto, stringendosi tra le coperte color cremisi. Un raggio lunare penetrava dalla finestra del dormitorio e gli accarezzava dolcemente una guancia.

Nella sua bocca persisteva il sapore delle Gelatine Tutti Gusti + 1 regalategli da Peter, e le labbra gli facevano ancora male dai troppi sorrisi di cortesia che aveva rivolto a Sirius e James.

Era da poco scoccata la mezzanotte, e giusto una mezz'oretta prima avevano terminato di sistemare i loro averi nei vari armadi e comò. Spettri di risatine cariche d'entusiasmo – la maggior parte delle quali provenivano dal suo letto – riempivano ancora il silenzio della stanza.

Non poteva far a meno di pensare che era tutto diverso da ciò che aveva sempre conosciuto.

Poi, ad un certo punto, si vide come svegliato da un dolce sogno.

Non ricordava esattamente come, ma qualche minuto dopo s'era ritrovato nell'ufficio della McGonagall, con la testa bassa, a osservare le sue gambe corte a penzoloni, impossibilitate a toccare il suolo dalla poltrona su cui aveva preso posto. In verità, era stato invitato dalla docente a sedersi proprio lì. Lì, dove molti altri studenti erano stati seduti prima di lui. O almeno, così aveva detto lei.

L'undicenne si perse un attimo a immaginare il motivo per cui tanti studenti fossero stati convocati dalla Vicepreside. Problemi con i voti scolastici, problemi di cattiva condotta; problemi dei quali lui non avrebbe mai potuto sentire il peso. Problemi che gli sarebbe stato impedito di avere.

«Remus» continuava a richiamarlo sua madre. Ancora e ancora. Fin quando, arrendendosi, il figlio non la guardò.

Gli occhi della donna si inumidirono mentre gli disse: «So che vuoi restare qui, amore mio, ma– »

«Lo voglio» gracchiò lui, «Lo voglio più d'ogni altra cosa. Voglio restare a Hogwarts. Voglio sentirmi un ragazzino normale.»

Al che, la donna s'accostò sul bracciolo della poltrona ed attrasse il figlio a sé. Quest'ultimo non si curò nemmeno delle lacrime che presero a scendergli dal volto e posarsi sulla camicia della madre, bagnandola lievemente.

«Lo so» gli sussurrò la madre, «Lo so, tesoro mio. Credimi, anch'io lo desidero tanto per te. Più di quanto tu possa immaginare. Ma pensa a quanto potrebbe essere pericoloso. Amore, qui non saresti al sicuro. Lo capisci? Non saresti protetto come a casa. Io non ci sarei per prendermi cura di te.»

«Se posso permettermi, signora... le assicuro che qui ci occuperemmo di riservare a Remus tutte le attenzione necessarie» s'intromise la McGonagall.

La signora Lupin si prese qualche momento per ricomporsi, poi disse: «Mi dispiace. Non posso proprio lasciarlo qui, da solo. Dopotutto, non c'è mai stato un altro studente con le sue condizioni prima d'o– »

«È contagioso?»

Le due donne e l'undicenne si voltarono di scatto, per fronteggiare un secondo trio, che, di soppiatto, aveva fatto la sua comparsa nell'ufficio.

James si trovava qualche passo più avanti rispetto agli altri due. La vestaglia, indossata un po' troppo svogliatamente, arrivava a toccare il pavimento. Sirius era alla destra dell'occhialuto, con quei suoi occhi grigi terribilmente misteriosi e ipnotizzanti. Peter, alla sinistra, dava sostegno, benché sembrasse vagamente confuso.

About The Marauders (ita)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora