Che lei sia pianti e figa, le armi per estorcergli l'amore..
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"Hei ciao.. tu sei Ciro, il ragazzo del bar, giusto?" Sto aspettando Alba giù da lei e il ragazzo che lavora nel bar vicino al suo studio odontoiatrico mi passa proprio davanti.
"Meret, ciao" sorride e mi allunga la mano. Gliela stringo e ricambio il saluto.
"Come mai da questa parti?"
"Abito qui vicino.." Dice con un filo di voce.
"Ah sì? Anche Alba abita qui, che coincidenza" scuoto la testa, a volte il mondo è davvero piccolo.
"Sì lo sapevo ma non so bene dove abita, alla fine qui ci conosciamo tutti" spiega, grattandosi la testa.
"Sì certo" annuisco e lui mi riallunga la mano.
"Ora devo andare o faccio tardi a lavoro, ci vediamo, ciao Ale" dice con una stretta per niente forte.
"Alex" lo correggo e lui fa di sì con la testa. Sarò antipatico ma odio quando non mi chiamano col mio nome giusto, lo perdono solo ad Alba.
"Giusto.. ciao Alex"
"Ciao, a presto" ci salutiamo e prendo subito il cellulare mandando un messaggio alla mia ragazza.Sono giù da te, devo aspettare ancora per molto?
Metto la giacca e scendo, un attimo
Ok.
Poso il cellulare ed entro in auto ad aspettarla.
"Eccomi, scusa, ho fatto le corse" mi bacia sulle labbra subito dopo essersi infilata nella mia auto.
"Tranquilla" le rispondo e la guardo un attimo con più attenzione: capelli arruffati, maglia sgualcita, gonna messa talmente velocemente da essere storta addosso. Sorrido, è il solito disastro. "Chi ti ha vestita, Bocelli?" Chiedo prendendola in giro.
"Ho fatto le corse te l'ho detto" sbuffa e si sistema più che può.
"Sei bella anche così" le bacio i capelli e lei si mette comoda.
"Lo sapevi che Ciro, il ragazzo del bar, abita qui nelle tue zone?"
"Mh?" Mi fissa e poi guarda fuori dal finestrino. "Ah quel Ciro? Sì ogni tanto lo vedo" dice, senza dargli troppa importanza.
"L'ho visto proprio qui giù mentre aspettavo che scendevi"
"Okay" sorride e accende la radio. Poco dopo arriviamo a casa mia e lei si mette subito una tuta e si accomoda sul divano facendo zapping tra i canali di Sky. Stiamo così tutto il pomeriggio, lei tra le mie braccia che ogni tanto si allunga per lasciarmi dei baci caldi sul collo o sulle labbra e io che appena posso la stringo un po' di più a me fino a che non si addormenta profondamente. Alle cinque, facendo attenzione a non svegliarla, mi alzo dal divano e inizio a prepararmi per uscire con Gianni. Faccio la doccia, scelgo una felpa bianca col cappuccio con un jeans scuro e le mie Mc Queen preferite. Metto la cera nei capelli, lavo i denti e sistemo la barba.
"Perché ti stai preparando?" La sua voce è più roca e dura del solito. Mi fa quasi spavento vedermela all'improvviso appoggiata allo stipite della porta del bagno che mi fissa con gli occhi ridotti in due fessure.
"Buongiorno fragolina, hai dormito bene?" Le chiedo, continuando a sistemarmi i capelli.
"Dove devi andare?" Non risponde alla mia domanda e me ne fa un'altra, col tono di voce sempre meno amichevole.
Mi giro verso di lei dopo aver sospirato, so che questa conversazione non ci porterà a niente di buono.
"Alle sei passa Giovanni a prendermi, andiamo a fare un aperitivo prima della cena di Capodanno" le spiego e posso letteralmente vedere del fumo uscire dalle sue orecchie.
"E io?"
"Puoi restare qui, un'oretta e torno, massimo un'ora e mezza. Altrimenti se preferisci ti accompagno a casa tua e poi quando è ora ti ripasso a prendere" le spiego restando calmo, ma la sua espressione mi preannuncia che lei non lo è affatto.
"Col cazzo! Tu non vai da nessuna parte, ok?" Mi salta letteralmente addosso e mi scompiglia i capelli cercando anche di tirarmi via la felpa.
"Ma che stai facendo? Ma stai bene?" La allontano ed esco dal bagno. "Sei esagerata come al solito"
"Non so se hai capito che questo Giovanni mi sta sul cazzo, mi rompe sempre le palle, non voglio che ci stai insieme. Tu da qua non esci!" Urla, si fa rossa in viso e si mette davanti alla porta del mio appartamento.
"Fammi uscire, Giovanni è un bravo ragazzo ed è il mio migliore amico, non rinuncerò a lui per le tue stupide paranoie"
"Non vai da nessuna parte! Sai quante femmine ci sono nei bar stasera? E io dovrei rischiare di perderti a causa di quel coglione?"
"Non mi perderai, calmati e fammi uscire" mi avvicino ma lei non ne vuole sapere e mi dà una spinta poderosa facendomi arretrare.
"Ho detto di no! Da qui non esci" chiude la porta con le mandate e incrocia le braccia sotto al seno.
"Tu sei pazza veramente, ma che cazzo ti prende ogni tanto? Stai esagerando, spostati che devo scendere" vado di nuovo verso di lei ma me lo impedisce ancora.
"No!"
"Togliti da mezzo Alba, e basta mi hai rotto il cazzo eh stasera! Basta"
"No!" ripete alzando ancora di più la voce. "Non mi sposto, che fai, mi picchi?" Quelle parole mi fanno male nello stesso momento in cui escono dalla sua bocca. Faccio dei passi indietro, è come se un pezzo di me fosse morto proprio qui e ora.
"Forse ho sbagliato sul tuo conto, pensavo di aver trovato la persona giusta per me, di essermi innamorato per davvero. Volevo condividere la mia vita con te, volevo che venissi a vivere qui con me, ma a quanto pare non è il caso.." Scuoto la testa e i suoi occhi in un attimo si aprono talmente tanto che sembrano di un altro colore.
"Cosa?"
"Hai sentito bene. Ora fammi uscire e quando torno non voglio tr.."
"No senti Ale, per piacere perdonami, per piacere. Non voglio perderti, sono un'imbecille lo so, perdonami" ora si avvicina a me e scoppia a piangere, si aggrappa a me appoggiandosi al mio petto e piange a dirotto. "Ti prego, ti giuro che non lo farò più, perdonami solo per questa volta" singhiozza ma stavolta tengo duro.
"Lo dici sempre, ad ogni stronzata che fai. Io sono stanco" dico a bassa voce e lei alza subito la testa puntando i suoi occhi nei miei e scuotendo la testa.
"No, no, no, ti prego, non dire così, per piacere Ale.." mi guarda ancora con quegli occhi bagnati e rossi e mi fa sentire in colpa anche se so di non averne.
"Chiama Giovanni, fallo salire, ce ne stiamo qui tutti e tre stasera poi domani vi organizzate per andare al bar. Per piacere non mi lasciare da sola" singhiozza e si appoggia ancora alla mia felpa che ormai è inzuppata delle sue lacrime.
Mi prendo qualche secondo per pensarci ma più la guardo, più piange, più mi prega, meno forza di volontà mi resta.
"Lo chiamo, vedo che dice" rispondo. Lei si stacca e annuisce, asciugandosi le lacrime con il polso.
"Va bene" mi allontano e chiamo il mio compagno di squadra che, anche se non capisce bene il perché, dice che sarà a casa mia in meno di mezz'ora.
Lo dico ad Alba che sembra tranquillizzarsi, si va a fare una doccia calda e poi insieme aspettiamo Giovanni che arriva puntuale.
Chiacchieriamo e beviamo bitter bianco stuzzicando salatini e patatine, ridiamo e scherziamo. Alba sembra tranquilla e con Giovanni si comporta più che bene. Verso le otto lui va via e noi ci prepariamo per la cena di capodanno che abbiamo prenotato in un ristorante della città.
Lei sembra tornata quella di sempre, io ci provo. Spero davvero che questa sia la volta buona e che non faccia più queste scenate.

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CRUDELIA ; Alex Meret
FanfictionNon provi niente, sei un rettile vestito da essere umano quello che hai fatto a me e quello che hai fatto a te stessa lo farai a tutti e per sempre perché sei un buco nero perché questa è la tua natura.. FanFiction su Alex Meret Pubblicata il 27/1/20