Dice, dice, ma è una predatrice, prima stordisce la preda..
Lui reagisce, però non capisce che lentamente si è presa tutto.____________________________________
Il giorno della Befana è arrivato, siamo in campo, la partita contro l'Inter sta per iniziare. Mi metto tra i pali e seguo le azioni attentamente. Il match purtroppo prende quasi subito una brutta piega e alla fine perdiamo 1-3. I loro tre gol sono praticamente nostre tre autoreti e ne sono anche io responsabile. Sul secondo gol mi faccio passare il tiro di Lukaku tra le gambe e la palla va in rete. Gli altri due errori sono di Giovanni, che scivola a centrocampo lasciando il campo aperto allo stesso Lukaku, e di Kostas che stoppa una palla in area che diventa un assist perfetto per Lautaro.
Negli spogliatoi c'è un silenzio spettrale, quest'anno è veramente una cosa incredibile. Ci facciamo gol da soli e non riusciamo a venirne fuori. Kostas è il più nervoso, è in silenzio al suo posto con lo sguardo basso e le mascelle serrate.
"Scusate ragazzi" il primo a farlo è Giovanni, poi chiedo scusa anche io e il mister ci rincuora così come tutti gli altri ragazzi della squadra. Kostas è sempre più nervoso, prende la maglia e la sbatte contro il suo armadietto.
"Dobbiamo venirne fuori, ora basta" dice e noi lo appoggiamo.
La calma e il silenzio tornano ad avvolgerci e io ho tempo per riflettere sul mio errore. Non è la prima volta che faccio una cosa del genere, già quest'anno contro l'Atalanta mi è successo, ma lì la situazione era diversa. Lì è stato un errore e basta, stasera invece è stata colpa mia. Non ero concentrato, ci ho provato ma la testa mi scoppiava di pensieri su Alba, su Giorgia e su tutta la mia vita. Non ero abbastanza attento in campo e ora mi sento in colpa.
I miei colleghi non meritano questo e devo superare questa cosa. Come se non bastasse, poi, sento anche un dolore lancinante al fianco sinistro. Alzo la maglia e vedo un rigonfiamento, avrò sbattuto sul terreno per parare qualche tiro. Lo dico subito ai dottori che mi visitano e mi dicono di aspettare domani per fare controlli più approfonditi.
Torno a casa con Giovanni e Alba mi accoglie subito con un abbraccio.
"Ale, amore" mi lascia dei baci caldi sulla guancia e io la stringo a me. Il suo odore mi calma all'istante anche se non azzera i miei pensieri.
"Non ho visto la partita ma mi hanno detto cosa è successo.." Dice quando mi siedo sul divano.
"Nessuno è perfetto" rispondo toccandomi il fianco dolorante.
"Che hai?" Spalanca gli occhi allarmata dalla mia smorfia di dolore.
"Solo una botta. Ora devo solo riposare" le bacio la testa e mi alzo andando verso la camera da letto.
Mi metto sotto le coperte e dormo fino al giorno dopo quando è Alba a svegliarmi.
"Ale, tesoro, sveglia, è ora di pranzo" mi sussurra in un orecchio. Stanotte non l'ho praticamente sentita, non so nemmeno se ha dormito qui con me o sul divano.
Apro lentamente gli occhi e annuisco, lei mi bacia una guancia e sparisce dalla stanza.
Sospiro e mi alzo, è ora di uscire da questo letto.
"Eccomi" bazzico fino alla sala da pranzo e lei è lì che mi aspetta.
"Ti ho preparato la zuppa di legumi che ti piace tanto e ho preso la tua carne preferita" si siede e mi spiega il menù.
"Grazie, sei un amore" le sorrido anche se quasi non ho fame. Sono ancora troppi i pensieri che mi attanagliano la mente e lei dopo un po' sembra capirlo.
"C'è qualcos'altro che non va?" Mi chiede inclinando leggermente la testa.
"No niente di che, sono solo incasinato con la testa. Ma presto mi passa, tranquilla"
"E' per questo che hai fatto quell'errore?"
"Penso di sì. Non ero abbastanza concentrato" spiego annuendo.
"E' colpa mia? Ale, se vuoi che torno dai miei, lo sai, io.." La interrompo e metto una mia mano sulla sua.
"Non dirlo nemmeno per scherzo. Ti ho detto che mi passerà. E' tutto apposto" ripeto.
"Va bene. Però se hai problemi me lo dici?" Torna la Alba dolce e imbarazzata che ho conosciuto all'inizio, e mi fa pensare ai mille motivi che ho per amarla.
"Certo" faccio di sì con la testa e lei si tranquillizza.
Mangio tutto e le faccio i complimenti, è una cuoca pazzesca.
"Tra un'ora scendo che ho gli allenamenti, ci vediamo stasera" le spiego prima di andare a prepararmi.
"Okay, io dopo vado a fare la spesa di detersivi, è finito tutto e domani viene quella signora a pulire"
"Cinzia" la correggo, questa sua presunzione mi infastidisce. Lei fa roteare gli occhi e annuisce.
"Sì, Cinzia"
"Se ti servono soldi ho qualche contante nel primo cassetto del comodino, prendili da là" le dico.
"Okay" fa di sì con la testa e mi aiuta a preparare la borsa per l'allenamento. Faccio la doccia, mi preparo e vado agli allenamenti.
Faccio dei nuovi esami e mi diagnosticano una contusione di terzo grado al costato. Devo fare terapie e lavorare in palestra, lontano dal resto del gruppo.
Solo questo ci mancava. Ho voglia di ritornare in campo e spaccare tutto per riconquistare la fiducia di tutti e soprattutto per riappacificare la mia mente. E invece no, dovrò saltare sicuramente la partita di sabato con la Lazio e poi valuteremo per le successive.
Di male in peggio.

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CRUDELIA ; Alex Meret
FanfictionNon provi niente, sei un rettile vestito da essere umano quello che hai fatto a me e quello che hai fatto a te stessa lo farai a tutti e per sempre perché sei un buco nero perché questa è la tua natura.. FanFiction su Alex Meret Pubblicata il 27/1/20