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"Quindi almeno due volte al mese stai via per queste trasferte?"
"Almeno, sì" annuisco mentre saliamo in auto. La sono andata a prendere a lavoro per pranzare fuori e poi stare insieme da me. Oggi è venerdì e stasera devo tornare a Castelvolturno perché domani mattina partiamo per Genova per giocare contro la Samp.
"Poi quando c'è la champions anche più spesso, e sto via almeno due giorni" spiego ancora. Sbuffa e incrocia le braccia.
"Metti la cintura di sicurezza che parto"
"No senti, non sono d'accordo, ok? Non potete giocare sempre in casa?"
Metto in moto e trattengo una risata.
"No fragolina, purtroppo non è possibile"
"Ma perché scusa?"
"Perché è così, si alternano partite in casa e trasferte. È la regola" svolto per prendere la tangenziale e passo al casello.
"E stasera a che ora vai via?"
"Alle nove e mezza devo stare lì quindi mi avvio a meno un quarto e vado con calma" le sorrido ma lei non è per niente sorridente.
"Che palle" si lamenta ancora e la tiro a me baciandole la testa.
"Torno domenica sera e stiamo insieme"
"A che ora?"
"Verso le otto credo, gioco alle tre"
"Ho capito" risponde sempre meno d'accordo con me.
"Godiamoci questa mezza giornata insieme, ok? Non pensiamo ad altro" parcheggio fuori da 50 kalò a piazza Sannazzaro e le prendo le mani tra le mie.
"Sì va bene" annuisce e finalmente mi sorride, rendendo la giornata meno nuvolosa.
Entriamo nel locale e ordiniamo due pizze. Le mangiamo e verso le tre siamo a casa.
Si sfila le scarpe e si mette sotto un plaid sul divano con me.
"Puoi anche portarti le tue cose qui da me, così quando vieni ti metti comoda" le dico vedendo che giocherella col il bordo della gonna che le stringe in vita.
"Posso?"
"E c'è bisogno che me lo chiedi? Certo che puoi. Portati qualche tuta, le pantofole, un pigiama.. quello che vuoi"
Sorride e arrossisce, poi fa di sì con la testa.
"Sicuro? Non voglio essere troppo asfissiante" mi guarda con quegli occhi grandi e vorrei solo stringerla a me più forte che posso.
"Sicurissimo" annuisco.
"Okay, domenica sera porto qualcosa" dice appoggiandosi al mio petto.
"Vuoi una mia tuta ora?"
Mi guarda di nuovo e poi annuisce.
"Vieni" mi alzo e la faccio venire in camera con me. Le metto un pantalone e una felpa sul letto e la lascio da sola tornando sul divano. Torna da me poco dopo e ritorna tra le mie braccia.
Iniziamo una serie nuova su Netflix ma lei è inquieta, non sta ferma un attimo e mi sembra nervosa.
"Va tutto bene?" La guardo curioso, che le prende ora?
"Sì solo che.." Si blocca e fa un paio di respiri profondi.
"Cosa?" Inclino la testa e la scruto nella penombra del tardo pomeriggio. 
Non mi dà nemmeno il tempo di finire che risponde, a modo suo, ma risponde. Si dà una spinta con le braccia e arriva con le labbra sulle mie, iniziando a baciarmi. 
Prende in mano la situazione e non mi sembra più tanto timida e imbarazzata. E' a cavalcioni su di me e non si stacca un attimo dalla mia bocca. Muove le anche strusciandosi sulla mia erezione ormai sveglissima e mi fa perdere la ragione. Sposto i miei baci sul suo collo fino ad arrivare con le labbra sulla cerniera fredda della felpa. Rabbrividisco e mi tiro indietro ma i suoi occhi mi dicono che no, non vuole che mi fermi. Il respiro affannato, le mani strette nei miei capelli e lo sguardo malizioso mi danno l'ulteriore conferma. Le bacio di nuovo la bocca, poi scendo con le labbra e salgo con le mani arrivando fino alla zip e sbottonandola lentamente. 
Trattiene il respiro quando la mia pelle tocca la sua sull'addome e poi sulla pancia. Mi abbasso e le lascio una scia di baci caldi sul ventre e salgo sempre più su, lasciandomi accompagnare da una mano che va nella stessa direzione fino ad arrivare ai suoi seni turgidi. Appena li sfioro la sento mugolare e la guardo un attimo prima di arrivarci anche con la bocca. 
Uno spettacolo.
La bacio e la accarezzo ancora, fino a che, improvvisamente non cambia tutto. Si mette seduta tra le mie gambe appoggiandosi con le spalle al mio petto e mi bacia. Mi bacia alzando la testa e scoprendosi ancora di più dandomi modo di continuare a toccarla. La tiro a me per i fianchi e poi con le mani percorro la strada che mi porta di nuovo ai suoi seni, ancora più liberi e ancora più belli. Non ha il reggiseno e mi manda fuori di testa anche solo l'idea che l'abbia fatto apposta. 
"Ale.." Ansima staccandosi un attimo dalla mia bocca e mi guarda come per chiedermi aiuto, come se potessi salvarla solo io. Fermo subito le mani, sicuro che non voglia andare oltre per non scaldarci troppo.
"Mh?" Porta le sue mani sulle mie e le muove verso il basso guidandomi.
"Ricordi quando ti volevo mettere alla prova su come usi le tue mani enormi?" Dice, in un filo di voce.
Sgrano gli occhi, resto spiazzato mentre con le mani si avvicina sempre di più verso il centro di lei.
"Sì, certo.." Rispondo dopo qualche secondo di silenzio che amplifica ancora di più il calore della situazione.
"Ecco, questo è il momento" dice ancora. Occhi nei miei, labbro inferiore tra i denti e mano sulla mia che oltrepassa il bordino del tanga.
"Sei sic.."
"Sì" annuisce e non mi fa finire la frase, baciandomi. Aspetto qualche attimo e poi accolgo il suo invito scendendo ancora qualche centimetro più in basso, scontrandomi subito con il calore della sua carne viva e pulsante. Appena la tocco la sento agitarsi, poi inizio a muovermi in movimenti circolari e lei comincia a contorcersi e ad aggrapparsi al mio collo dicendomi cose sconce e sexy all'orecchio, cose che fanno perdere il controllo definitivamente anche a me. 
Mi muovo ancora, più veloce, senza sosta. Si muove anche lei, si scontra con me, si dimena, si agita. La sento irrigidirsi, trattiene il respiro, strizza gli occhi inarcando la schiena. Vado ancora più veloce, poi più lento muovendomi sul punto che so che gli dà più piacere.
Trema, trema forte. Le gambe le vibrano, la respirazione le si accelera fino a che non dà un urlo, uno solo ma che la libera da tutta la pressione che aveva accumulato fino ad ora. Si lascia cadere sul mio petto, esausta e soddisfatta.
"Dio mio Ale, wow" chiude gli occhi e io le lascio un bacio sulla guancia.
"Sei bellissima, stupenda" le sussurro, e immagino già le sue guance arrossire.
"Tu più di me" si tira su e torna a girarsi e a sedersi a cavalcioni su di me guardandomi negli occhi. "Grazie" dice a bassa voce sfiorandomi il naso. 
"Grazie a te" sorrido e tiro su la zip della felpa che era ancora aperta.
"Ah giusto" si copre il viso con le mani in evidente imbarazzo. "Non sono un granché, mi dispiace" dice mettendosi le mani sui seni.
"Che dici, sei bellissima tutta. Mi fai perdere la testa"
"Sì?" Sorride ancora, poi fa scivolare un'unghia sul mio petto scendendo verso il basso. "Io non ti ho visto tanto preso" dice e mi viene da ridere.
"No? Mi sono trattenuto un po', ma credo che ti sei accorta anche tu che la situazione non mi dispiaceva per niente" 
"Sì" annuisce e si morde ancora il labbro inferiore, arrivando con la mano tra le mie gambe. "Posso?" Sfrega il palmo della mano sulla mia erezione ancora presente e mi guarda negli occhi aspettando il mio permesso.
"Puoi tutto" rispondo e la vedo cercare l'elastico della tuta per intrufolarsi ma poi continuo la frase e si blocca. "Ma non ora, è tardi e ti devo accompagnare" le prendo il polso con la mano e me la porto alla bocca baciandogliela. Lei guarda l'orologio e sbuffa.
"Uffa però che palle eh, io ti volevo salutare per bene"
"Vieni qua" le prendo il viso con due mani e la bacio. 
A fondo, lentamente, dolcemente.
"Mi basta questo" concludo poi. Mi fa un mezzo sorriso e ci alziamo per prepararci. Sono le otto passate e devo ancora prepararmi il borsone e accompagnare lei a casa, mi tocca fare le corse.

La accompagno e poi durante il tragitto verso Castelvolturo ripenso alla serata che è appena trascorsa. Cazzo, l'ho adorata. Adoro lei e la sua timidezza che si trasforma in sfrontatezza nei nostri momenti intimi. Adoro che mi cerchi così fisicamente, che non trattenga le sue voglie, che mi guardi negli occhi in quel modo così sensuale. Quando stiamo insieme il cuore mi corre all'impazzata, azzero tutto, non conta niente se non lei. Non conta niente se non noi.
Noi, io e lei. Finalmente.

CRUDELIA ; Alex MeretDove le storie prendono vita. Scoprilo ora