"Sei sicuro, sicuro, sicuro, sicuro?" Imita la canzone di una nuova cantante uscita da un talent mentre stringe gli occhi facendoli diventare delle piccole grinze e mi guarda piena d'ansia.
"Vengono a Natale, mi hanno già dato conferma. Ora dipende da te. Non voglio metterti pressione, se ti va pranzi con noi altrimenti lo capirò" le prendo il viso dal mento alzandole la testa per guardarla meglio negli occhi.
"Certo che voglio conoscerli.. ho solo.. paura" mugola, sospirando e lasciandosi cadere sul mio divano.
"Paura di che?" Mi siedo accanto a lei e la tiro a me facendola appoggiare alla mia spalla.
"Io e te siamo diversi Ale, e non vorrei non piacere alla tua famiglia.." si attorciglia nervosamente una ciocca liscia intorno al dito mentre a testa bassa mi risponde.
"Certo che siamo diversi, è ovvio. Ma sto bene con te e non vedo nessun tipo di problema.. io ne sono sicuro ma se tu non ti senti ancora pronta, te lo ripeto, lo capisco" spiego ancora.
"Non è che non mi senta pronta, è solo che.. mi viene l'ansia"
"È normale, ma poi quando li conoscerai ti passerà subito, sono persone alla mano, come me" le alzo di nuovo il viso e le bacio la punta del naso.
"Okay, ci penso.." Le sorrido e annuisco, non voglio darle pressa.
"Dov'è il Mac? Devo vedere una cosa.." Si alza e si guarda intorno e lo stesso faccio io.
"Vedi che dovrebbe stare in camera che ieri sera prima di dormire stavo cercando una cosa su Amazon" le indico la stanza e lei ci va a passo svelto. Nello stesso momento in cui scompare dietro la porta scorrevole bussano al campanello della porta d'ingresso.
Chi può essere? Guardo l'orologio in acciaio che c'è in salone, sono le quattro. Faccio tre passi ampi e arrivo con la mano sulla maniglia, apro e mi trovo Giorgia di fronte.
Capelli legati in una coda alta, linea nera sugli occhi e lucidalabbra che le risalta la bocca carnosa. La fisso per qualche attimo poi le sorrido: era tanto che non la vedevo e mi fa piacere che sia qui anche se non immagino proprio il motivo.
"Hei Giorgia, ciao" inclino leggermente la testo e vedo un sorriso timido nascere sulle sue labbra.
"Ciao Alex.. tutto bene?" Chiede in imbarazzo e con le mani nascoste dietro la schiena.
"Sì grazie, a te?"
"Bene. Hanno messo la tua posta nella mia cassetta, eccola" mi porge una busta bianca che sicuramente sarà la bolletta del telefono e io la prendo.
"Ah grazie, ogni tanto si confondono"
"Già, succede.." Annuisce e fa un passo indietro.
"Per il resto tutto bene?" Sono io a proseguire la conversazione, non mi va di mandarla via.
"Sì bene, tutto come prima. A te novità?"
"Niente di nuovo, tutto come sempre" alzo le spalle e lei batte le ciglia velocemente ascoltandomi.
"Ottimo. Vabbè, ci ved.." Non riesce a terminare la frase perché Alba appare improvvisamente e si infila sotto il mio braccio mettendosi proprio di fronte a lei.
"Ciao" allunga la mano e Giorgia ricambia. "Io sono Alba, e se non l'hai capito ancora te lo ricordo: Alex sta con me" dice, lasciando senza parole sia me che la mia vicina di casa.
"Ma infatti non ero qui per provarci con lui" ribatte la bruna prima che lo possa fare io.
"Alba non è proprio il caso di comportarti così, Giorgia mi ha solo portato la posta" dico guardandola e diventando serio.
"Non me ne fotte un cazzo Ale, ok? Deve lasciarti in pace, non deve guardarti né rivolgerti la parola. Mi hai capita?" Le ringhia contro e la spinge leggermente con un colpo sulla spalla. Giorgia spalanca la bocca e mi guarda esterrefatta.
"Alba sta ferma e basta" la tiro indietro e chiedo scusa a Giorgia prima con gli occhi e poi anche con le parole.
"Scusami Giorgia, ti lascio ad una buona giornata, ci vediamo" le sorrido e lei ancora scioccata va via salendo al piano di sopra. Chiudo la porta e mi rivolgo alla mia ragazza.
"Ma che cazzo ti prende? Ma stai bene?"
"Ah io? Io Ale? E tu che parli con quella troia che ti vorrebbe scopare in questo momento, tu staresti bene?" Mi punta più volte l'indice sul petto e urla.
"Stavamo solo parlando, non ci ha provato con me. Lo vuoi capire o no che la tua gelosia è immotivata? Sembri una bambina viziata anzi, peggio, una psicopatica" urlo anche io per sovrastare la sua voce squillante.
"Io sono donna e so come si comportano le donne. Ti voleva scopare Ale, ti voleva scopare!"
"Mi ha solo portato la dannata posta Alba, stai degenerando, seriamente" scuoto la testa, sta andando oltre ogni limite.
"Me ne fotto, non ti deve parlare mai più. La posta te la mette nella tua buca o sotto alla porta, non c'è bisogno di bussarti a casa"
"E' stata solo gentile" sospiro e abbasso i toni, vorrei davvero farle capire che è così e non ci sono doppi fini.
"Per entrare nel tuo letto, ecco perché è stata gentile, te lo dico io! Ora c'ero io e non è potuta andare oltre, ma se non ci fossi stata io? Eh? Tu quella non la vedi più, è chiaro?" Alza di nuovo la voce e io resto in silenzio. Mi sembra tutto così surreale, tutto talmente impossibile che mi sembra finto.
"Sei seria?"
"Serissima e guarda che ti controllo, non puoi farlo nemmeno di nascosto"
"Tu sei pazza, ma seriamente"
"Lo sarò pure, ma almeno non sarò cornuta" sbraita mentre me ne vado in camera da letto e chiudo la porta. Non ho proprio voglia di vederla né di parlare con lei.
Me ne sto sul letto per quasi un'ora a fissare il soffitto, poi mando un messaggio a Giovanni. Ho bisogno di evadere.Caffé allo Chalet Ciro?
Gli chiedo. La sua risposta arriva dopo una decina di minuti ma non è quella che mi aspetto.
Ti do conferma tra un'oretta, sono dal barbiere con Seb.
Ok.
Sbuffo e lancio il cellulare dall'altra parte del letto, affondando poi con la testa nel mio cuscino che però, ahimé, odora anche di Alba.
"Ale, apri dai.. mi dispiace" dice in un sospiro, poco dopo.
"Non ti deve dispiacere solo per un attimo Alba, devi capire che sei esagerata. Non va bene"
"Lo so, cercherò di migliorare" dice ma stavolta non le rispondo. Non può avere subito tutto ciò che vuole, non stavolta.
Non dico niente fino a che non la sento piangere, prima leggermente, poi invece, diventa rumorosa. Singhiozza e tira su col naso per un tempo infinito, fino a che non riesco più a sopportare l'idea che sta male per me e apro la porta. Me la ritrovo a terra rannicchiata che piange disperata e dice frasi insensate che non riesco a decifrare. Mi abbasso e la abbraccio.
"Shh dai, basta piangere, basta. Devi capire che io sono solo tuo, per davvero. Non mi interessa nessun'altra, voglio solo te" le sussurro tra i capelli mentre ancora mi singhiozza sul cuore.
"Si ma.."
"Nessun ma. Voglio te e non guardo nessun'altra. Chiaro?" Ora i suoi occhi sono nei miei e annuisce tirando ancora una volta su col naso.
"Chiaro" risponde per poi continuare. "Mi perdoni?"
"Solo se mi prometti che non si ripeterà"
"Promesso" si tira su e la aiuto ad alzarsi.
"Okay allora, va bene" le sorrido e le bacio le labbra.
"Scusami, stamattina ho litigato con la dottoressa e con mia madre, ero nervosa, mi dispiace" farfuglia passandosi le mani tra i capelli.
"Perché avete litigato?"
"Con la dottoressa per cose dello studio, niente di che. Con mia madre per problemi economici ma non mi va di ripensarci ora, lasciamo stare" sbuffa sedendosi sul divano dove mi siedo anche io.
"Problemi economici?" Sgrano gli occhi, perché non me ne ha mai parlato?
"Niente di serio, veramente. Cosa hai fatto in queste ore senza di me?"
"Che problemi economici avete? Lo sai che posso aiutarti, perché non me l'hai mai detto?"
"Non voglio essere un peso per te e tanto meno voglio che lo sia la mia famiglia" risponde, abbassando gli occhi.
"Tesoro" le alzo il viso e appoggio la mia fronte alla sua. "Sei la mia fidanzata e mi fa piacere aiutarti. Qualsiasi problema hai, qualsiasi, di qualunque genere, devi dirmelo e se posso ti aiuto. Che problemi avete?"
"L'affitto, voleva che lo pagassi io ma significherebbe spendere tutto il mio stipendio e non è giusto se poi lei si va a fare i percorsi benessere e butta i soldi"
Beh ad avere ragione, ha ragione.
"Stavolta ti aiuto io e ogni volta che ne avrai bisogno lo posso fare, però devi farle capire che sbaglia" mi alzo e vado in camera da letto tornando col mio libretto degli assegni. "Mille vanno bene?" Le chiedo e lei spalanca gli occhi.
"No Ale, non se ne parla, non voglio che mi dai tutti questi soldi, già ne spendi tanti per me"
"Okay, mille vanno bene" continuo il mio discorso e firmo l'assegno dopo aver scritto la cifra. Lo stacco e glielo porgo.
"Non posso accettare, è troppo"
"Prendili"
"No" scuote la testa veementemente.
"Ho detto prendili o vado a spenderli in giochi per la PlayStation" dico e lei scoppia a ridere.
"Se la metti così.." Ride ancora e mi prende l'assegno dalle mani. "Grazie, non so come farei senza di te"
"Mi troverai qui ogni volta che ne avrai bisogno" le bacio le labbra e lei mi ringrazia ancora.
"Comunque sì, ci sarò" dice improvvisamente.
"Dove?"
"A Natale a pranzo coi tuoi" lo dice con un filo di voce e mi fa scoppiare il cuore di gioia. La stringo a me e poi la bacio, non servono altre parole per dimostrarglielo, bastano i fatti.
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CRUDELIA ; Alex Meret
FanfictionNon provi niente, sei un rettile vestito da essere umano quello che hai fatto a me e quello che hai fatto a te stessa lo farai a tutti e per sempre perché sei un buco nero perché questa è la tua natura.. FanFiction su Alex Meret Pubblicata il 27/1/20