41. Ancora lui

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-"Oddio, scusa il ritardo!" dissi, ansimando mentre appoggiavo le mani sudate sulle ginocchia. Ero in estremo ritardo, una situazione insolita per me che solitamente arrivavo sempre in anticipo o puntualissimo. La colpa era tutte delle gemelline, le quali si erano attaccate alle mie gambe in preda a una capricciosa protesta per impedirmi di uscire.

Lui mi guardò con curiosità e mi rivolse un sorriso, segno che almeno non era arrabbiato per l'attesa. -"Tranquillo", disse spostando con il piede una sedia di fronte a lui, invitandomi a sedere.

Ci eravamo dati appuntamento in un bar fortunatamente non troppo distante da casa mia, anche se per arrivare in tempo avevo dovuto correre così tanto che le gambe sembravano non rispondermi più.

-"Ho appena ordinato, spero che non ti dispiaccia, ma sto morendo di fame", dissi ridendo e scuotendo la testa.

-"Non ti preoccupare, anzi hai fatto bene", rispose con un sorriso.

-"Ti ho preso del tè alla cannella e qualche biscotto... ti piace ancora il tè, vero?"

Restai piacevolmente colpito dal fatto che si ricordasse del mio unico e vero amore. -"Sì, te lo ricordi?"

Lui ammiccò sorridendo. -"E come potrei dimenticarlo? Durante la merenda, tutti i bambini facevano a lotta per prendersi la tortina al cioccolato più buona, mentre tu, fiero, ti dirigevi verso la macchinetta per farti preparare un tè."

Ricordai con gioia quei momenti, ero sempre stato un bambino strano.

-"Per il resto, tutto ok?" mi chiese non appena ci fu servito l'ordine.

-"Sì dai, anche se Chris ancora non si è fatto vivo."

-"Non hai ancora risolto?"

-"Non ancora... sembra un bambino."

-"Incredibile come te ne sia accorto solo ora", rise, portando alle labbra il cappuccino per un sorso.

Sentii un sospiro di frustrazione scapparmi, non mi piaceva affatto quella situazione e avevo bisogno di parlarne. -"Senti Mac, anche se abbiamo litigato, resta sempre mio amico, ok? Non sono qui per parlare male di lui."

Lui alzò le mani in segno di resa, ma scossi la testa. -"Mi spieghi cosa hai contro di lui? Non lo vedi da anni e ora ti comporti così."

-"Ormai non ho più niente contro di lui... È solo che non riesco a capire cosa ci trovi tu in un tipo così. Siete praticamente agli antipodi."

-"Lo so, forse è proprio questo il punto. È proprio la nostra diversità che fa sì che non ci stanchiamo l'uno dell'altro, ci completiamo."

-"Oh", vidi un'ombra di tristezza rabbuiare il suo sguardo, ma lui la mascherò subito con un sorriso di facciata. -"Quindi, sembra che tu ti sia stufato di me, a quanto pare non ero abbastanza in confronto a lui."

Non sapevo cosa rispondere.

Si passò le mani tra i capelli e si inclinò verso di me, appoggiando i gomiti sul tavolo. -"Senti Jamie, ho cercato in tutti i modi di attirare la tua attenzione quando eravamo piccoli. Apprezzavo ogni cosa di te, come ancora faccio oggi. Ti trattavo bene, ero il primo a consolarti e a farti ridere. Eppure, tu tornavi sempre da lui, anche se ti faceva arrabbiare o piangere. Non riuscivo a capirlo. E adesso vuoi dirmi che era perché noi due eravamo troppo simili?"

-"Mac...", tentai di dire qualcosa.

Scosse la testa e continuò a girare il cucchiaino nel suo cappuccino con un sospiro.

-"Mi ricordo", disse sussurrando -"il giorno del tuo compleanno, era Agosto e pioveva copiosamente. Ti ho chiamato per farti gli auguri e tu hai risposto piangendo, perché quel giorno non potevi festeggiare a causa della pioggia. Tutti i tuoi amici avevano disdetto, incluso Christopher. 'Odio la pioggia', mi hai detto singhiozzando. Così sono venuto da te, ho preso i miei stivali di gomma e l'impermeabile che mi aveva regalato mia nonna, e sono uscito di casa senza neanche pensare a chiedere il permesso ai miei. Ah, e ho portato con me il regalo che ti avevo fatto, un libro se non sbaglio. In quel periodo leggevo sempre e mi sembrava un modo carino per avvicinarmi a te."

2H -DAMN, I'm Straight [boyxboy] (Italiano)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora