Cap 14 (parte 2)

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Quella notte il Leader non dormí molto; tutto per colpa di un maledetto sogno e un rituale affrettato.

Tutto era silenzioso, 

la foresta calma.

Nessun animale si scorge fra i cespugli.

Una forza oscura attrae tutto a .

Un albero dal tronco tagliato svetta imponente davanti a chi l'osserva.

Sedute su di essa due nere figure si osservano in silenzio.

Una umana, magra e sciupata, dalla pelle quasi bianca e i capelli scuri.

L'altra una pantera dal manto più scuro della notte, due occhi rossi come il sangue.

La pantera si avvicina lentamente, con rispetto.

Il ragazzo si china alla sua altezza.

Silenzio, tanto silenzio.

La luna è l'unica testimone del loro incontro.

Il ragazzo lega la pantera e la sdraia sopra l'albero tagliato.

La bestia si lascia prendere.

Lui la colpisce mortalmente con un pugnale, ma lei non muore.

Lo attacca e ribalta le posizioni, anche lui rimane inerme sotto i suoi denti che gli tranciano il collo.

Sangue rosso e nero si mescola sulle radici dell'albero.

Due corpi ormai freddi giacciono vicini.

Sono morti

Ma rinasceranno insieme e insieme combatteranno.

Black si svegliò di soprassalto, affianco a lui, Derek e Lucas dormivano tranquillamente.

Sapeva cosa doveva fare, ma questo non toglieva che ne fosse terrorizzato.

Uscì silenziosamente dalla tenda per poi fermarsi a guardare la luna, piena.

La luna era sola in quella notte d'inverno, come lo era lui del resto; si sentiva solo ad affrontare i suoi incubi peggiori.

S'incamminó verso il fitto della foresta.

Solo una maglietta a coprirgli il petto e i piedi che affondavano nella neve, ma a lui non importava.

Mentre camminava parlava tra sé e sé

Black < Se Derek e Peter vengono a saperlo mi ammazzano, certo, se non muoio prima io. Forse dovrei chiedere aiuto a Deaton........no meglio di no, probabilmente cercherebbe di fermarmi >

Camminando continuava a parlare, come se lo aiutasse a non pensare; la mente annebbiata lo distoglieva dalle emozioni che provava.

Alla fine arrivò davanti al Nemeton; subito il ragazzo si sentì agitato e inquieto, come se percepisse tutta la sua aura.

Ci si avvicinò, il cuore gli batteva forte nel petto, poi ci si sedette sopra.

Non si sentiva bene, voleva andarsene da lì ma sapeva di non poterlo fare, il sogno era fin troppo chiaro.

Avrebbe dovuto risvegliare il Nogitsune dentro di lui o non sarebbe riuscito a salvare i suoi amici.

Chi diceva che non ci sarebbe riuscito?

Nessuno, era lui stesso a pensarlo, per un qualche motivo sapeva di non poterlo fare da solo, ma con il Nogitsune ce l'avrebbe fatta.

Si stese sul tronco tagliato con mille domande nella testa:

Il ritorno nella città dei mostriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora