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BRIAN

Passarono due fottutissimi giorni. Due giorni che lei era in ospedale e non si risvegliava. Non dormivo da più di 48 ore, ma non riuscivo a lasciarla da sola.

Il dottore diceva che era normale che non si vegliasse, dopo avere presto quella quantità di droga. Will. Quel figlio di puttana aveva già avuto la sua dose di colpi da Travis e Lucas, ma quando Ellen si sarebbe risveglieta toccava me.

Avrei dovuto licenziarlo prima, per i problemi che aveva con la droga, ma era il cugino del mio socio e non potevo farlo.

Io e Jack avevamo aperto tre discoteche: una in California, una a Boston e l'altra a New York. Ci conoscevamo da tutta la vita e forse era l'unica persona di cui mi potessi fidare.

E poi c'era lei. Era stesa sul letto, con tutti i capelli aggrovigliati e il trucco svabato, ma era bellissima.

Le tenevo la mano nella mia, per essere certo che lei era ancora con me. Per farle capire che io ero con lei. Perché lei credeva di amarmi. Mi aveva detto 'ti amo' prima di svenire. Come poteva amarmi? E io l'amavo? Scossi la testa e mi sfregai le mani sul viso. Lei non poteva innamorarsi di me. Non doveva e non poteva.

Intrecciai di nuovo le mani nelle sue. Le scostai i capelli e mi avvicinai al suo orecchio.

-Ti prego. Non lasciarmi.-

ELENA

La sua voce. Era vicino a me e diceva di non lasciarlo. Non l'avrei fatto. Cercai di aprire gli occhi. Una luce intensa mi colpì e li chiusi immediatamente. Cercai di portarmi le mani sugli occhi ma una era bloccata.

-Ell...CAZZO AURORA SÌ È SVEGLIATA! ELL,  PICCOLA MI SENTI? APRI GLI OCCHI.-

E così feci. Era bellissimo. Con un po di barba, aveva gli occhi rossi e delle occhiaie, segno che non dormiva da giorni. Sorrise e mi diede un bacio sulla guancia.

-ELENA!-urlò Aurora buttandomi le braccia addosso.

Mi strinse forte, mentre Brian mi lasciò la mano e mi sentì sola senza lui.

-Torno subito.- disse sorridendo.

Abbracciai Aurora e lei incominciò a piangere.

-Mi hai fatto spaventare brutta stronza-disse tra un singhiozzo e l'altro.

Risi.

-Mi dispiace mamma, ma se non ti faccio preoccupare non mi sento me stessa.-

Lei rise e mi diede un pugno sul braccio, sedendosi accanto al letto.

-Come ti senti?- chiese.

-Non lo so,dimmelo tu.-

-Ell, ti ricordi qualcosa?-

-Poco Aurora, ho un forte mal di testa. Dimmelo tu perché mi trovo qui?-

Lei abbassò gli occhi.

-Sei..-

-Oh buongioro signorina, piacere sono il dottor Gray, come si sente?- disse entrando, quello che presumo fosse il dottore del reparto.

Era un uomo di circa 60 anni. Aveva i capelli marroni con molte sfumature di grigio. Doveva essere stato un bell'uomo da giovane, in quanto aveva un fisico slanciato e la sua gentilezza mi fece sorridere.

-Beh, un leggero mal di testa. Però mi dica, perché sono qui?-

Lui annuì e prese la cartellina.

-Abbiamo trovato tracce nel suo sangue di una droga, signorina. L'hanno drogata.- disse.

Mi girai e guardai Brian, che intanto era rientrato e in quel momento guardava fuori dalla finestra.

-In ogni caso.- esordì il dottore.

-Hanno arrestato il ragazzo e la polizia vuole sapere se intende sporgere denuncia alla discoteca.-

-No.- dissi.

-Non intendo farlo.-

Brian si girò verso di me.

-Elena.- disse Aurora. Mi girai e la guardai, stava di nuovo piangendo.

-Devi sporgere denuncia, se non lo fai tu, lo farò io.-

-Aurora, ho..-

-È più che normale che debba farla. Ora devo andare.- disse Brian.

Si avvicinò a me e mi diede un bacio sulla testa.

-Ci vediamo dopo.- disse e uscì.

Il dottore uscì con lui.

-Perché non vuoi sporgere denuncia, Elena?- chiese Aurora.

Sbuffai e chiusi gli occhi.

-Perché la discoteca è di Brain.-

BRAIN

Uscì dalla sua stanza e mi precipitai fuori dall'ospedale. Non riuscivo a guardarla negli occhi senza sentirmi in colpa.Mi appoggiai al muretto e accesi una sigaretta.

Una moto accostò accanto a me, mi sembrava di conoscerla.

Il ragazzo si tolse il casco. Travis. Lui scese dalla moto e si appoggiò al muro accanto a me. Si accese una sigaretta e aspettò. Sapeva che volevo parlare, ma non mi metteva pressione.

-Non vuole fare la denuncia alla discoteca.- esordì.

Lui annuì.

-Travis. Perché non vuole fare la denuncia? Deve farla. È tutta colpa mia.- dissi mettendomi le mani sul viso e sfregandole su di esso.

Lui mi appoggio una mano sul spalla.

-Non è colpa tua e lo sai. E anche lei lo sa. Semplicemente vuole difenderti come tu hai fatto con lei.-disse sorridendomi.

-E anche se, dio solo sa, quanto ti odio per averci provato con lei. Non ti ho mai visto guardare così una ragazza.- aggiunse.

Annuì. Avevo un senso di protezione nei suoi confronti così forte che non riuscivo a contenere. Anche se per un mese mi era stata lontana io passavo ogni giorno con lei. Seguendola da lontano e frequentando le stesse lezioni con lei, per starle vicino e tenerla d'occhio.

-È troppo piccola. Io ho 26 anni, tre discoteche da mandare avanti e sopratutto lei non sa niente di me- dissi passandomi una mano tra i capelli.

-Bro. Lei non saprà anche niente della tua famiglia, della tua vita, ma le piace il Brian che la protegge. Potrai anche avere quel passato, a lei non importerà. Come a te non è mai importato che la tua baby-sitter ti abbia rapito perché credeva di non riuscire ad aver bambini. Ora tu conosci la tua famiglia, eppure vuoi bene a mia madre come se fosse la tua. In fin dei conti lo sarà per sempre.-

Detto ciò rimontò in moto lasciandomi lì con mille pensieri nella testa e tutti su una persona.

Una ragazza dai capelli marroni e gli occhi troppo tristi da salvare.

New life - dreams come trueDove le storie prendono vita. Scoprilo ora