Capitolo 5

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"Eh, in che senso scusa?" gli dico, cercando di riflettere
Cesare rotea gli occhi per poi alzarli al cielo. Mi guarda accennando a parlare, ma poi non lo fa. Mi fissa intensamente, si gira intorno, forse per pensare ad una fuga, ma è intrappolato tra me ed il lavandino. È nel completo panico ma non mi interessa, voglio sapere. Anzi, devo sapere. Dopo aver fissato per un'altro po' la porta, scatta verso di me e mi bacia. Le sue labbra, sopra le mie. Non so cosa stia succedendo, non so se ricambiare questo bacio o no. Ma perché dovrei farlo? Perchè lo sto facendo? Dopo aver realizzato mi stacco immediatamente e vado dall'altra parte della stanza. Cesare ha ancora gli occhi chiusi, e non sembra che abbia intenzione di aprirli. Bussano alla porta, ma nessuno dei due apre la bocca. Cesare per paura, io perché sto ancora riflettendo su cosa cazzo è successo. "Perché cazzo l'hai fatto?" gli urlo sottovoce, così che gli altri fuori non sentano. Si decide ad aprire gli occhi, ma non parla. Allora continuo io. "Perché mi hai baciato? Che cazzo ti prende vez? Sei anche fidanzato!" parlo ancora, mantenendo il tono di prima. Si morde le labbra e, finalmente, parla. "Non c'era altro modo per dirtelo. Era il più diretto." dice, con una voce molto frustrata. "Dirmi cosa? Parla chiaro." Gli dico avanzando verso di lui "Non lo so. Credo di amarti" ammette tenendo gli occhi bassi "Credi di amarmi? Sei malato cazzo!" Gli urlo, forte, l'ultima frase. Vedo una lacrima sulla sua guancia e, preso dall'ira della notizia gli tiro un pugno. Forte. Si butta a terra, poggiando la testa contro il lavandino e continuando a piangere. Vorrei andare a chiedergli scusa, ma sono troppo arrabbiato. Cosa devo fare? Sto impazzendo in questo cazzo di bagno! Apro la porta con violenza, lasciando che gli altri si occupino di lui, prendo lo zaino ed esco dallo studio. Da quell'inferno. Devo schiarirmi le idee oppure la mia sanità mentale andrà a farsi fottere.
So dove andare.

POV'S CESARE
Rimango qui. A piangere della cazzata che ho appena fatto mentre gli altri, invano, cercano di capire cosa è successo. Lo direi, se lo sapessi. So solo che sono un coglione. Sento la porta chiudersi, mi alzo ed esco dal bagno, appena esco noto che lo zaino di Dario non c'è più. Bene. "Mi spieghi cos'è successo?" dice Tonno mettendosi davanti a me. Lo guardo, mi guarda, ci guardiamo. "Nulla, solo una cazzata. Enorme." gli rispondo scostandomi da lui. Come previsto la mano di Nels mi prende non facendomi andare più avanti. "C'entra Dario?" Le lacrime sono finite, gli occhi so che sono ancora rossi, ma fingo di no. Il dolore emotivo non se ne ancora andato, ma pian piano sta lasciando spazio al dolore sulla guancia. "Forse." rispondo ancora, senza dare una vera risposta. "Ehi" sento una voce, molto profonda e lontana dalle altre. Mo giro di scatto verso Frank "Che ti sei fatto sullo zigomo?" domanda con una voce molto calma "Niente di che. Potreste smetterla con le domande ora?" dico ormai svuotato di ogni emozione. Annuiscono e ognuno di noi svolge una sua mansione, io ad esempio monto dei video, cercando di trovare una soluzione a tutto il casino che ho creato.

PUBBLICATO IL 27/02/20

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