Un paio d'anni dopo..
POV'S DARIO
Sono qui, steso nel letto a guardare il soffitto, con il respiro di Cesare che sferza sul mio collo, incredibilmente a mio agio, e senza nessuna paura per il mio futuro, perché ora voglio stare solo con lui, ed è quello che mi aspetto anche dal mio futuro.
Certo, non è stato semplice fare il coming out con i nostri genitori, che in realtà l'hanno presa più male di quello che avevamo previsto, anche se in qualche modo ormai l'hanno accettato in qualche modo.
Invece con i regaz è stata totalmente un'altra storia.L'anno scorso
"CAZZO CE', SMETTILA DI ESSERE IN ANSIA, FAI PREOCCUPARE ANCHE ME COSÌ." gli sbotto contro voltandomi per un'attimo verso di lui, per poi tornare a guardare la strada.
"Lo so, scusa." dice dispiaciuto passandosi una mano tra i capelli per poi portarsela in bocca per torturarsi le pellicine.
Assaporo quel momento, è proprio tenero quando è spaventato.
Come negarlo d'altronde, dopo che i nostri genitori non hanno reagito proprio al meglio, meglio andare lì prevenuti.
Arrivamo esattamente con un quarto d'ora d'anticipo, lo guardo ed i suoi occhi sono iniettati di paura.
"Se non vuoi possiamo anche aspettare ancora, lo sai." lo rassicuro, per poi avvicinarmi a lui mettendo una mano sul suo viso per baciarlo.
"Lo so Dario. Ne sono convinto, voglio che lo sappiano. Ma sono tremendamente in ansia." dice con sentimenti contrastanti.
Sbuffo accennando un sorriso ed entro in studio, iniziando a sistemare tutto per la riunione che si sarebbe tenuta oggi.
Pian piano arrivano tutti, e Cesare si allontana leggermente da me.
Iniziamo a fare una riunione brainstorming, ovvero una riunione dove spariamo cazzate per 55 minuti e nei 5 minuti restanti troviamo un bel format da portare sul canale.
"Ragazzi devo dirvi una cosa." annuncia Cesare, quando ormai la riunione è giunta al termine.
"Sei sicuro?" gli mimo e lui mi fa un sorrisetto di sottecchi.
Tutti si girano verso di lui, dandogli la loro totale attenzione, ed in questo momento, credo di aver più paura io di lui.
"Stiamo insieme." taglia corto Cesare guardami.
Però, nessuno, apparte Nelson forse, è riuscito a capire.
"State insieme? Tu e chi scusa?" chiede Tonno cercando di trovare un senso alle parole di Cesare.
"Io e Cesare." rispondo, appoggiando una mano sulla mia scrivania e chiudendo gli occhi, aspettandomi il peggio.
Invece, tutti ci saltano addosso, completamente euforici e, se non fossimo così timidi, ci avrebbero convinti anche a baciarci.
Quando tutti stiamo per andare via sentiamo la voce di Frank.
"Eh rega, però non facciamo cazzate." dice in un tono mezzo di rimprovero, ma poi mi giro e mi accorgo che sta sorridendo.Presente
"Sei pronto per domani?" mi chiede Cesare, a petto nudo, seduto al tavolo aspettando che finisca di preparare il caffè.
"Perché? Che succede?" mento.
In realtà so benissimo cosa succede, ed in realtà non sono pronto per nulla, e giurerei di star per scoppiare in una crisi isterica.
"Non funziona Dario. Non puoi far finta di dimenticartene. Ci hai lavorato giorno e notte su quel libro." mi dice quasi a mo' di rimprovero.
"Lo so, sì." dico gurdandolo.
"Sta' tranquillo. Andrà tutto bene." continua cercando di rassicurarmi.
"Ah Ceso, preparati per stasera, ti porto sui colli." annuncio andando in bagno per farmi una doccia.POV'S CESARE
Siamo entrambi vestiti semplici. Nulla di eccessivo. Sono ormai già le 21 quando arriviamo a destinazione.
"Sai che giorno è oggi?" mi chiede tutt'un tratto Dario guardando Bologna.
"Mercoledì 12 settembre." rispondo non capendo il motivo per cui me l'ha chiesto.
Scuote la testa e sorride, non scrollando gli occhi da dosso alla nostra bellissima città.
"Oggi, 3 anni fa, ci siamo dati il nostro primo bacio." mi rammenda Dario, posizionando i suoi occhi nei miei.
Dario è un po' un calendario. Non si dimentica mai nulla.
Non rispondo, stendendomi di più sull'erba, mentre lui prende il telefono e ci smanetta un po'.
"Sembra ieri." dico sovrappensiero. Dario si gira verso di me, sorridente come non mai e mi lascia un bacio casto.
Il telefono vibra e lo prendo.
Il cuore mi salta in gola: Dario mi ha taggato in un post.
Entro dentro, ci siamo noi, stesi nel letto, sorridenti e vivi.
Guardo la foto e sorrido, ed il mio sorriso si apre ancora di più sotto alla descrizione.
"Siamo perfetti Baby. Senza nessun cazzo di gossip in giro."
Sorrido e mando giù la saliva che non mi ero accorto di star trattenendo.
"Lo vuoi dire così al mondo?" gli chiedo girandogli il mio telefono vicino alla sua faccia.
Non dice nulla, anzi, rimane impassibile.
Steso sul fianco con una mano che gli sorregge la testa, fissandomi e sorridendo.
"Voglio chiederti una cosa." dice dopo qualche minuto, spezzando il silenzio che si era creato.
"Dimmi pure." gli rispondo guardandolo sedersi a gambe incrociate.
"Sai, quando ho accettato i miei sentimenti per te credevo che non durassimo nemmeno una settimana." si blocca sorridente.
Accenno ad aprire la bocca ma lui mi precede alzando un braccio per zittirmi.
"Invece eccoci qui. Dopo quasi 3 anni di fidanzamento, tranquilli e spensierati a guardare la nostra amata città, INSIEME." dice marcando l'ultima parola per poi prendere aria, come se gliene mancasse.
"Sono passati quasi 3 anni da quel fottuttissimo ti amo, e ci voleva l'alcol per chiarirtelo una volta per tutte. È passato circa un anno per trovare il coraggio di dirlo ai nostri genitori, dirgli che non eravamo proprio come volevano che fossimo, dirgli che da noi non avrebbero avuto mai nessun nipote." prende ancora fiato parlando senza neanche pensarci.
"Okay ora ho finito con la premessa lunga quanto l'intero mio libro. Ora arriva la domanda che volevo farti." dice con un leggero risolino, strappandomi un piccolo sorriso.
"Capirò se mi dirai di no, ma voglio farlo e quindi vaffanculo." dice ancora con il sorriso di prima.
"Soprattutto perché i nostri genitori non l'hanno ancora accettato del tutto quindi.." dice allungando ancora di più il brodo.
"Dario va' avanti." lo incito, e nei suoi occhi vedo infuriarsi una battaglia.
"Non avevo mai pensato di fare una cosa del genere." dice prendendo un po' di respiro e tempo mentre si posiziona tra le mie gambe.
"Cesare Cantelli.
Vuoi diventare mio marito?" mi chiede.
E l'aria si mozza nei polmoni.
Credo di sbiancare.
Se è un sogno non svegliatemi.
"Okay si, lascia perdere sono uno stupido, nella mia testa lo vedevo molto più romantico e-" farfuglia guardandosi l'anello tra le mani.
"Cos'hai capito cretino?" gli chiedo ridendo.
Lui non capisce, perciò faccio a modo mio.
Prendo l'anello e lo metto dove deve stare. Sul mio anulare.
Poi gli prendo dolcemente il viso ricoperto da un po' di barba incolta e lo coinvolgo nel bacio più pieno d'amore di tutta la storia.Spazio autrice💕
Ok, wow.
Ho finto questo -nonsocomedefinirlo-.
Diciamo che ho finito questa storia.
Fatemi sapere nei commenti se vi è piaciuta e se vorreste un'altra storia sui Cesario.Io non dico nulla, ma ho già qualcosina in mente.
+ ringrazio sofia704 per aver contribuito con me a creare questa meravigliosa storia.
Senza di te sarei morta, tadb.❤PUBBLICATO IL 19/04/20
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Siamo ovunque || Space Valley (Cesario)
RomanceÈ possibile che due ragazzi, che si conoscono da sempre, scoprono di avere attrazione uno per l'altro?