Capitolo 23

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POV'S CESARE
Mi sveglio ad un tratto sentendo un peso addosso. Alzo la testa e vedo Dario, completamente rannicchiato su di me con indosso solo i suoi boxer.
Lo ammetto: ieri è stato fenomenale.
Non mi aspettavo nulla di tutto ciò che è successo e, soprattutto, non mi aspettavo minimamente che Dario prendesse il controllo di tutto ciò.
Sorrido ripensando agli eventi di ieri e, sovrappensiero, metto una mano nei suoi capelli, arrufandoli.
Lo sento mugugnare.
"Non volevo svegliarti, scusa." gli dico sperando di farlo riaddormentare.
"No, è bello, continua." dice assonnato muovendo la testa sotto la mia mano.
Non riesco a trattenere un sorriso: quando fa così sembra davvero un bambino.
La porta suona.
Sbuffo, ma poi mi viene un flash: mia madre ieri aveva detto che sarebbero passati di qui stamattina.
"Cazzo." sussurro spostando Dario sulla parte libera del letto, lasciandolo dormire.
Mi metto le prime cose che mi capitano tra le mani e corro verso la porta.
Come previsto, sono loro.
"Da quando ti sei trasferito non ci calcoli più eh" esordisce mia madre creando scompiglio nel mio mondo parallelo, dove il mondo non scorreva.
Annuisco solo andando a fare il caffè per tutti. Anche per Dario, che spero che rimanga dentro la camera finché loro non se ne andranno.
Gli do il caffè e parliamo del più e del meno, e più volte mi chiedono se io e Sofia avessimo litigato per lasciarci e, quando la risposta è negativa così com'è, mi iniziano a fare l'interrogatorio da capo.
Ad un certo punto però, succede quello che non doveva succedere.
Dario fa capolino dalla camera da letto ma, per fortuna, si è già vestito.
"Buongiorno. Non sapevo avessi ospiti, se do fastidio me ne vado." dice Dario indicando la porta, ed io lo prego di non parlarne ancora con gli occhi.
Sembra capire il mio segno perché si acciglia e va in cucina a prendersi il caffè.
"Come mai ha dormito qui?" chiede, riferendosi a Dario.
Impallidisco ed inizio a tremare.
Non so minimamente cosa dire, e di sicuro non voglio ancora dirgli di.. quello che siamo.
"In realtà ieri siamo usciti e quando dovevamo tornare era tardissimo, perciò ha acconsentito a farmi dormire qui per stanotte." mente Dario uscendo dalla cucina, ed io non posso fare altro che fare un sospiro di sollievo.
Poco dopo se ne vanno e io e Dario rimaniamo di nuovo da soli.
"Grazie per prima." dico andando sul divano, e lui mi segue a ruota.
Fa spallucce e si gira verso di me.
Ci baciamo. Ogni bacio è come se fosse una nuova avventura completamente diversa da quella precedente.
Si stacca dopo un po' ed io sento la mancanza delle sue labbra sulle mie.
"Comunque buongiorno eh" dice ridacchiando, per poi tornare a baciarmi.
Ci stendiamo sul divano, siamo io sopra di lui.
Alza lievemente la testa per rendere il bacio più passionale di come sia già.
Mi stacco, a corto di fiato.
"Un giorno riusciremo a baciarci senza finire per scoparci?" gli chiedo ridendo e lui scoppia a ridere con me.
Ci addrizziamo sul divano, tornando nelle posizioni di prima.
"Comunque spero di no." dice con un sorriso stampato sulle labbra mentre si alza e va in cucina.
Il mio autocontrollo è troppo basso per rimanere qui, perciò vado di nuovo da lui e lo incastro tra il frigo e me.
"Sei folle." dice ridendo, per poi lasciarmi un altro bacio sulle labbra.
"Tra 20 minuti abbiamo la riunione in studio e siamo tutti e due a casa tua con le labbra viola." osserva Dario, prima di bere l'acqua ed andare in studio insieme.
Parliamo e ci organizziamo un po' per le prossime registrazioni, che inizieranno da lunedì prossimo.
Sono le 14 finiamo e decidiamo di pranzare tutti insieme.
Ovviamente il pranzo è uno scambio di battute ed arrivano le 16:30, quando andiamo via.
"Stai da me stasera?" gli chiedo speranzoso mentre saliamo in macchina.
"Mi piacerebbe ma no, devo far sapere a mia madre che sono vivo." mi dice ridendo.
Ci rimango un po' male, perché speravo davvero che lui venisse, ma non ha tutti i torti.
"Ehi. Scusa amore, ti prometto che domani verrò prestissimo e passeremmo tutto il weekend insieme ok?" mi rassicura mentre arrivamo sotto il portone di casa sua.
"Cos'hai detto? Scusa..?" lascio intendere sorridendo, e lui sorride ancora più di me.
"Amore." ripete, prima di lasciarmi un bacio sulla guancia ed andare in casa sua.

PUBBLICATO IL 04/04/20

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