Capitolo 16

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POV'S DARIO

Una settimana dopo..

Mi sveglio finalmente nella mia carissima stanza. Mi era mancata. Improvvisamente Berry mi piomba sul letto, colpendomi sull'addome.
"Berry! Mi spieghi cosa stai facendo?" gli chiedo ridendo, iniziando ad accarezzarlo freneticamente. Si aggrappa a me per mettersi "in piedi" e mi lecca su ogni centimetro della mia faccia.
Ridacchio un altro po', continuando ad accarezzarlo e poi se ne va.
Mi alzo finalmente dal letto e mi butto immediatamente dentro la doccia.
Mi mancava essere a casa, sentirmi totalmente al sicuro.
Poi mi viene un lampo. Cesare.
Non lo vedo da quel giorno in cui è praticamente fuggito in lacrime.
Penso che ormai abbia riflettuto sul suo gesto ed abbia lasciato perdere tutto, forse capendo che non sono adatto a lui.
Eppure, ogni volta che penso a lui, sento le labbra andare a fuoco per ricordo di quel bacio e mi salgono i brividi circondandomi tutto.
Infondo ci sta così.
Infondo ci sta che ci abbia ripensato.
Infondo ci sta che stia andando avanti, al contrario di me.
Esco dalla doccia e noto che sono ancora solo le 8:10.
Ho più di 50 minuti per arrivare in studio, ovviamente di 1 ora di anticipo.
Perché certe cose non cambiano mai.
Vado in macchina e quest'ultima decide di non avviarsi per via del troppo freddo, perciò prendo lo zaino e faccio una corsetta fino allo studio.
Una bella corsetta, vista la distanza.
Arrivo in studio, ancora più in anticipo del previsto lascio lo zaino ed accendo il computer, come al solito.
Mentre si avvia vado al bancone e faccio il caffè, poi sento la porta scattare e ne preparo subito un altro.
"Chi va là?" urla Cesare dopo aver sentito la macchina del caffè partire.
Mi sporgo leggermente oltre il frigo "Sono io." gli rispondo pacatamente con un risolino.
Si gira e sorride scuotendo la testa.
"Potrei venire anche alle 6 e ti troverei già qui." dice cercando di trattenere una leggera risata.
Si avvicina alla macchinetta e prende il caffè che gli avevo preparato.
Il mio telefono squilla e mi fa spaventare, facendo versare un po' di caffè sul bancone.
Prendo il telefono dalla tasca: è Mya.
Cosa vorrà ora.
Mi alzo di scatto e vado verso la zona riunioni.
"Ehi Mi" la saluto non dandole neanche il tempo di accertarsi che abbia risposto.
"Oh Dario, senti mi chiedevo se ti andasse di vederci oggi." mi chiede, con una voce più tranquilla del solito.
"Mh si okay. Dove e verso che ora però?" gli domando accettando. Ho bisogno di svagare un po'.
Mentre riflette gioco con il laccio della felpa, come faccio di solito quando sono in ansia o teso.
"Non lo so.. verso le 19:30 in piazza Maggiore?" chiede titubante.
Ma perché in piazza? Non gli piacerebbe un luogo più appartato?
Decido di lasciar correre e di accettare semplicemente, confermando l'uscita di questa sera.
"Chi era?" mi chiede Cesare curioso mentre mi sposto di nuovo verso il bancone, riprendendo il mio caffè tra le mani.
"Mh? Ah, Mya. Un'amica. Scopamica, in realtà." dico facendogli un sorriso.
Mi guarda per un'attimo storto, poi mi allunga un gran sorriso.
"Ah vecchio marpione. Te la fai con tutti eh." dice continuando a ridere.
Siamo tornati a scherzare come prima, senza più la tensione che c'era.
Vado un po' al computer, perdendo del tempo scrivendo mentre aspettiamo gli altri, mentre Cesare pulisce un po' lo studio.
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Abbiamo finito, oggi avevamo anche la riunione perciò sono già le 19 ed ho solo una mezz'oretta per arrivare in tempo "all'appuntamento".
Per fortuna ci metto solo una ventina di minuti ad arrivare, e come sempre, sono in anticipo.
"Ehi Dario." mi saluta Mya, travolgendomi in un abbraccio molto stretto.
Anche lei ama essere in anticipo, a quanto pare.
"Ohi ciao." la saluto con altrettanta dolcezza.
"Facciamo due passi?" le chiedo, sapendo già che la risposta sarà negativa, poiché vorrà arrivare dritta al punto.
"Si, con piacere." mi dice con più dolcezza di prima, confondendomi.
Giriamo per la piazza e per le strade principali di Bologna, chiacchierando del più e del meno.
Facciamo battutine e abbiamo anche un piccolo litigio scherzoso non particolarmente degno di nota.
Andiamo a cenare in una piadineria che nessuno dei due conosce, e ci troviamo piacevolmente sorpresi dalla bontà.
Dopo aver mangiato con molta calma, torniamo in piazza.
"Senti Da', vorrei parlarti un'attimo seriamente." dice ad un tratto, incupendo la voce.
"Ok, dimmi pure." gli rispondo sedendomi sulla panchina praticamente dietro di me.
Sono le 23, ormai non c'è più quasi nessuno, se non giovani con più o meno la nostra stessa età. Le famiglie ed gli anziani che popolano la piazza non ci sono, facendola essere quasi completamente vuota.
Solo ora mia accorgo che fa molto freddo e che ho le mani completamente pietrificate dal freddo.
Mya si sposta una ciocca dei suoi capelli biondi per poi posizionarsi esattamente in piedi fra le mie gambe.
"Tu mi piaci Dario. Ed anche molto. Non voglio essere solo una valvola di sfogo per quando una giornata ti va storta o semplicemente una bambola per il sesso. Voglio di più." dice fievolmente, incastrando i miei occhi nei suoi completamente verdi.
"Penso che sia un'ottima idea in realtà. Ci conosciamo da molto tempo e sappiamo un bel po' della vita dell'altro. Sei sveglia e bellissima, non so cosa mi dovrebbe fermare dal mettermi con te." le dico fiducioso, sorridendo e facendola sorridere.
Il sorriso è illuminato dal lampione che abbiamo accanto ed i suoi capelli sembrano quasi bianchi alla luce.
Si posiziona a cavalcioni su di me, iniziando un bacio lento e frenetico allo stesso tempo.

POV'S CESARE

Sapevo che oggi non dovevo uscire. Maledetto me.
Mi ritrovo Dario che sta baciando una ragazza.
Sento il mio cuore andare a farsi fottere, e per un istante i nostri sguardi si incrociano.
Gli sorrido debolmente, facendo finta che non sia appena morto dentro.
Ricambia il sorriso, più espansivo e gioioso.
È andato avanti. Devo farlo anch'io per la mia sanità.

PUBBLICATO IL 24/03/20

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