Capitolo 20

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POV'S DARIO
Mi sveglio con il plaid addosso, sono sul divano di Cesare, ma non ricordo assolutamente come sia finito qui.
"Hai bevuto troppo ieri. Ti ho lasciato un'aspirina sul tavolino." mi informa Cesare dal tavolo.
Mi alzo mentre mi mantengo la testa, che mi sta girando tantissimo.
La prendo immediatamente e vado a sedermi di fronte a lui, aspettando che si plachi il mal di testa.
"Quanto ho bevuto?" gli chiedo sottilmente.
"Quasi una bottiglia intera di Vodka per quanto ne so, può darsi che tu abbia bevuto anche prima. E quando te l'ho tolta mi hai urlato in faccia." mi dice abbassando lo sguardo.
"Merda scusa. Hai fatto benissimo." dico prendendogli la mano, che lui scosta immediatamente.
Si alza e con una scusa si allontana.
Prendo il telefono: ho un messaggio da Mya.
"Sai, alla fine eri proprio un fidanzato del cazzo."
Ho davvero avuto il coraggio di lasciarla? Beh, meglio così, mi chiedo solo cos'altro ho fatto.
Mi alzo e vado a farmi il caffè, per riprendermi ancora meglio.
"Scusa Ce', ma ne avevo bisogno." gli dico alzano il caffè e lui fa spallucce per dirmi che non c'è alcun problema.
Dopo averlo bevuto e, ovviamente anche lavato, mi siedo accanto a lui sul divano.
"Partitina a FIFA?" mi chiede dopo neanche 10 secondi.
Annuisco totalmente sorridente e mi butto per terra.
"Tanto vinco io." dico sottovoce.
"Cosa hai detto bastardo?" dice ridendo ponendomi il joystick.
Come previsto, vinco tutte le partite facendolo innervosire.
"Per curiosità, ti ricordi cosa hai detto ieri?" mi chiede leggermente speranzoso.
"No, mi dispiace. Anzi se potresti dirmelo ti ringrazierei." gli rispondo con un leggero risolino.
"No, niente di che." dice sorridendo e scuotendo la testa.
Si alza e va verso la cucina. Lo raggiungo e prendo per il braccio.
"Non disperarti. Per quello che ho detto ieri sera, anche se non lo ricordo sappi che è la verità. Gli ubriachi la dicono sempre." gli rispondo guardandolo negli occhi e lui pian piano si rilassa.
"È vero che hai lasciato Mya?" mi chiede continuando a guardarmi.
Sfilo il telefono e gli faccio leggere le chat.
"Te l'ho detto a te, ma io non lo ricordo, puoi fidarmi di me." lo rassicuro e lui mi abbraccia.
Lo ricambio con molto piacere.
"Ora puoi dirmi cosa ti ho detto?" gli sussurro.
"Davvero, nulla di così importante." dice continuando a sviare il discorso.
"Ti ho detto che non sai mentire, avanti ti sto chiedendo di ripetermi semplicemente quello che ti ho detto." continuo a rassicurarlo.
Si allontana da me, apre la porta della sua stanza e si gira a guardarmi.
"Hai detto che mi ami, ora vattene." dice ormai con la voce rotta.
Mi si gela il sangue. Gliel'ho detto sul serio. Vado da lui e provo ad aprire la porta.
"Lasciami stare Dario. Non dirò nulla a nessuno." mi urla senza muoversi.
"Apri la porta o la sfondo." gli dico con una calma incredibile.
Sento lo scatto della porta e, quando apro lo ritrovo già sul letto.
"Ceso." lo chiamo dolcemente accarezzandogli la schiena.
"È la verita quella che ti ho detto." continuo con un tono molto più insicuro rispetto a prima.
Si gira e si siede, e incastra il suo sguardo nel mio. Mi sembra di essere tornati agli inizi di dicembre, quando mi bloccavo nei suoi occhi senza saperne il perché.
"Mi ami?" dice Cesare molto impaurito della risposta.
Mi limito ad annuire e lui si mette a cavalcioni su di me.
"Anche io." dice, più sicuro di prima e la sua risposta mia causa un brivido.
Lo bacio, molto impacciatamente.
Posiziona le mani sul mio petto per reggersi e per approfondire il bacio.
Basta giochetti. Ora facciamo sul serio.

PUBBLICATO IL 30/03/20

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