Capitolo 22

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Dopo aver preparato lo zaino con la roba sufficiente per stare da Cesare, vado in macchina e mi dirigo proprio da lui.
Suono al campanello e la porta si apre in pochissimo tempo.
Lascio lo zaino sul divano e cerco Cesare in tutta la casa, ma ovviamente lo trovo in cucina a bere uno dei suoi succhi proteici.
"Oi." la saluto, e lui sembra sobbalzare, ed io gli vado vicino dandogli un leggero bacio nell'incavo del collo.
Lo sento ridere leggermente, a causa della barba, ma poi si lascia stampato un gran sorriso.
"Hai cucinato?" gli chiedo e lui scuote la testa, finendo l'ultimo sorso di quell'intruglio.
"Pensavo di ordinare. Magari piz-" dice proponendo.
"Sushi. Assolutamente sushi." dico guardandolo negli occhi e lui mi guarda afflitto.
"Ma sei serio Da'? Ma-" dice per controbattere.
"Non è sabato oggi, Cesare." gli dico beffardo e lui sembra rimanerci male, ma quando poi va ad ordinare, mi asseconda ed ordina il sushi.
"Sei troppo buono, devi darmi più filo da torcere." gli dico indicandolo e lui si gira verso di me scuotendo la testa e mordendosi il labbro per non ridere.
Arriva il cibo e optiamo per mangiarlo sul divano davanti ad un qualche film che mi è ignoto, ma che Cesare sembra molto contento di vedere.
Alla fine il film era orribile e Cesare si è addormentato subito dopo aver finito di cenare.
Il telefono di Cesare squilla e rompe l'armonia che si era creata.
Vado a controllare chi è: sua madre. Lo prendo e lo porto con me.
"Ceso." lo chiamo scuotendolo. "Tua madre ti sta chiamando." gli dico pacatamente.
Si stropiccia gli occhi e mi guarda, ricordandosi cosa stava facendo prima di addormentarsi.
Poi prende il telefono e risponde.
"Ehi ma'" la saluta con la voce ancora impastata.
Mi siedo accanto a lui e gli poso la mano sulla sua gamba, mentre lui sembra accennarmi un sorriso.
"Mh? Si stavo dormendo." dice mettendosi composto sul divano.
Non sento cosa dicono dopo, perché sono concentrato sui suoi occhi, che stasera sono di un verde cristallino.
"Domani i miei vengono a casa, quindi è meglio se te ne vai."
"Mh mh" dico non ascoltandolo ed andando a mordegli il lobo dell'orecchio piu vicino a me.
"Dario." sussurra appoggiando le mani sul mio petto per allontanarmi, ma non ci riesce a farlo.
Mi avvicino ancora di più a lui, e mentre lo bacio dal orecchio al collo, vago con la mano sul suo corpo.
"Da-Dario." mi richiama, ma più che un rimprovero sembra che mi stia implorando di continuare.
Continuo a baciarlo per un po' sul collo e mi allontano leggermente, Cesare rabbrividisce e con il suo collo cerca di annullare le distanze con le mie labbra.
Gli lascio un altro piccolo bacio sul collo, sollevo leggermente la testa, arrivando parallelo al suo orecchio.
"Vuoi sul serio che smetta?" gli chiedo in un tono così basso da provocargli un brivido.
Senza pensarci scuote la testa, incapace di parlare.
Mi alzo dal divano e lui mi guarda male così, divertito, gli prendo la mano e lo tiro verso di me, facendolo alzare.
Una scintilla gli balena negli occhi e mi trascina in camera da letto.
Quando si ferma, lo giro verso di me e lo bacio prima con delicatezza, poi con molto trasporto, molto di più rispetto le altre volte.
Ci avviciniamo al letto e Cesare si siede immediatamente ed io subito dopo di lui.
Gli tolgo la maglia e lui lo fa a me e, dopo qualche minuto, anche i jeans cadono sul pavimento.
Per la prima volta sono io ad andare a cavalcioni su Cesare, e questo mi crea uno strano effetto.
Posiziona le mani sui miei zigomi ed io appogio una mano sulla sua spalla per sorreggermi ed una sul pube.
Caccia un leggero gemito quando posiziono la mano sul suo membro ed approfondisce il bacio.
Decido di fare una cosa completamente folle e precaria.
Lo guardo e pian piano gli sfilo i boxer, e lui mi aiuta osservando attentamente tutte le mie mosse.
Ritorno a baciarlo, più dolcemente rispetto a prima e intanto lo stuzzico, facendolo gemere tra un bacio e l'altro.
È in completo imbarazzo: lo si nota dalle guance completamente arrossate e, che quando ci stacchiamo, distoglie immediatamente lo sguardo, guardando altrove.
"Ti sta piacendo?" gli sussurro all'orecchio, facendolo tremare ancora.
Mi piace l'effetto che ho su di lui in questo momento, è in una completa assuefazione.
Lui si morde il labbro e anniusce, ma non mi basta.
Voglio che me lo dica.
"Dillo o mi fermo." lo minaccio, ma non riuscirei mai a fermarmi.
"Si." farfuglia con una fatica bestiale, alzando il viso verso il tetto.
"Si cosa Cesare?" gli dico, in un tono completamente provocatorio.
"M-mi piace. Molto." boccheggia, finalmente guardandomi negli occhi.
Aumento il ritmo e geme ancora di più.
Dopo un paio di minuti viene, con il mio nome stampato sulle sue labbra.
Ci stendiamo entrambi nel letto, Cesare completamente a corto di fiato.
"Come.. si insomma, com'è stato?" dico, ormai anche io in imbarazzo per quello che è successo.
Mi guarda per un'attimo perplesso poi mi rivolge un sorriso sghemo e mi arruffa i capelli.
"È stato perfetto Da', cazzo, ti muovevi troppo bene." dice soddisfatto, ed io non posso fare a meno di tirare un sospiro di sollievo.
"Per te?" aggiunge subito dopo.
"Divertente, diciamo. Vederti in quelle condizioni è stato fantastico." lo canzono, e lui per tutta risposta mi da un leggero pugno sulla spalla.
Si accovaccia su di me.
"Cesare?" lo chiamo.
"Si?" risponde alzando la testa per vedermi negli occhi.
"Ti amo." ammetto fissandolo, lui sorride e torna nella posizione di prima.
Ci addormentiamo, per la prima volta, insieme e felici.

PUBBLICATO IL 02/04/20

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