Capitolo 24

1.1K 49 18
                                    

Una settimana dopo..

POV'S DARIO
Oggi è domenica.
Tiro un sospiro di sollievo.
Sono a casa mia con Cesare, è pomeriggio inoltrato e stiamo vedendo nuovamente "FRIENDS".
Questa serie piace molto ad entrambi, e siamo felici ogni qual volta troviamo modo di vederla, specialmente insieme.
Di tanto in tanto facciamo qualche battuta, sia sul film che su eventi che sono accaduti in questa settimana.
Ridiamo e, visto che mia madre e mio fratello non ci sono -quindi siamo da soli-, ammetto che scappa anche qualche bacio, senza andarci troppo pesante.
Dopo quell'esperienza a casa di Cesare, abbiamo deciso di andarci più lentamente, senza affrettare i tempi che servono ad entrambi.
"Ti interessa ancora? L'abbiamo visto 300 volte!" borbotto lamentandomi.
"Dai Dario, è bellissimo!" esclama lui cercando di convincermi.
"Certo, ma dopo un po' rompe le palle." dico disgustato.
"Quello che sta rompendo le palle adesso sei tu però." alza il tono di voce, scostandosi da vicino a me.
Gli scocco un occhiataccia.
"Adesso rompo le palle perché dico la verita?" dico ridendo amaramente.
"Si Dario. Stava andando tutto bene fin'ora, hai rovinato tutto!" continua a gridarmi, incolpandomi.
"Sai cosa ti dico? Vaffanculo." ringhio a denti stretti.
Vado nel balcone di casa, allontanandomi un po' dal caos, non abbiamo mai litigato da quando "stiamo insieme" e non so esattamente come comportarmi.
Dopo qualche minuto sbuffo e, senza essermi schiarito le idee come volevo, rientro in casa.
Trovo Cesare appoggiato alla parete con lo zaino in mano.
Ha gli occhi gonfi, si nota che ha pianto per tutto il tempo in cui sono stato fuori.
"Mi riaccompagni a casa?" mi chiede con la voce rotta.
"Cesare.." lo chiamo dispiaciuto cercando di ragionare.
"RIACCOMPAGNAMI A CASA, CAZZO!" urla, facendo versare altre lacrime.
Per non incrinare la situazione di più di come è già, decido di prendere le chiavi e di accontentarlo.
Entra subito in macchina, lasciando lo zaino in mezzo ai suoi piedi.
Nessuno dei due parla, perché sappiamo che la conversazione sfocerebbe in un ennesimo litigio. La strada tra le nostre case e molta e decido di guardare soltanto la strada.
Gli do una sbirciata leggera, si è addormentato.
Sorrido distrattamente, dimenticomi per un'attimo il nostro litigio, sembra un bambino.
Dorme con la testa appoggiata sulla cintura, ed intanto lui è leggermente scivolato dal sedile.
I dubbi tornano su questa relazione, ma cerco di cacciarli il più presto possibile.
Ogni cosa si appiattisce profondamente. È come se non esistesse più nulla oltre quell'imprecisa e imperfetta percezione di libertà devastante che ti ricopre. C'è qualcosa che ti salva massacrandoti nelle situazioni in cui non serve altro. C'è qualcosa che ti consola abbattendoti nell'attimo in cui realizzi che oltre non puoi andare. C'è qualcosa in te che dormi sulla cintura, al tuo posto, mentre guido avanti e guido, che mi fa trovare un senso gigantesco a tutto, distruggendolo contemporaneamente senza alcuna pietà.
E ad ogni semaforo rosso mi volto verso di te.
E non so più se trovo qualsiasi cosa stessi cercando o se perdo qualsiasi cosa stessi cercando di trattenere. Non so più se cammino sulla pianura più stabile o precipito nel dirupo più incomprensibile. Non so più se mi rispondi o se mi fai un'altra domanda, se è tutto improvvisamente certo o se è di nuovo tutto spaventosamente ignoto, se sono arrivato o sto ancora scappando, non so più niente.
So soltanto che voglio guidare per sempre con te che dormi appoggiato alla cintura.

💕🚀
Per la prima volta scrivo una nota autrice.
Nulla, volevo solo ringraziarvi per i 7K e volevo informarvi che l'ultimo pezzo -quello scritto in corsivo- fa parte di "CON TE CHE DORMI" scritto proprio da Dario sul suo blog.

Siamo ovunque || Space Valley (Cesario)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora