Capitolo 11

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-"Perché così arrabbiata? Anche prima sembravi quasi voler distruggere il cellulare tra le mani"- domandò Daniele notando l'atteggiamento nervoso della sua amica che l'aveva quasi strattonato.

-"Perché me lo chiedi?"- chiese lei camminandogli accanto.

-"Forse perché sembra quasi che tu voglia uccidere qualcuno?"- ipotizzó lui lasciando le braccia a mezz'aria. Rebecca sospirò e si sistemó lo zaino sulle spalle.

-"Sempre se posso sapere"- continuó a dire lui senza ricevere ancora alcuna risposta. A quel punto decise di non spiccicare più parola e sfiló dalla tasca dei jeans le chiavi di casa. Rebecca nel frattempo teneva lo sguardo basso e per il momento preferiva non dare attenzioni di alcun tipo al suo amico. Lui aprì la porta e lasciò che lei entrasse. Senza aspettare altro tempo Daniele si diresse in cucina ed aprì il frigorifero per poi grattarsi la testa.

-"Pulce non c'è molto da mangiare.. Ti andrebbe di aiutarmi a cucinare qualcosa di decente?"- domandò Daniele osservando il frigorifero mezzo vuoto. Erano presenti pochi ingredienti ma sufficienti. Forse qualcosa di decente ne sarebbe uscito. Però il ragazzo quando si accorse di non aver ricevuto alcuna risposta si voltó e corrucció la fronte confuso. Chiuse il frigo e si diresse in salotto, dove sperava di trovare la riccioluta.

-"Pulce?"- la chiamò ancora una volta quando fu arrivato lì. Pensó che se ne fosse andata ma notò il suo zaino poggiato sul divano. Così senza pensarci due volte si avvicinò alla porta del bagno e ci appoggiò l'orecchio per origliare. Il suo cuore quasi sussultó quando sentì dall'altra parte dei dolorosi e tristi singhiozzi. Bussò con lentezza sulla superficie della porta e parlò con calma e dolcezza.

-"Pulce perché piangi? Ti va di parlarne?"- domandò non ricevedendo ancora alcuna risposta. Dall'altra parte ancora singhiozzi e lamenti di ogni tipo.

Bussó ancora. La porta non era chiusa a chiave eppure non si sentiva per niente padrone di poterla aprire senza il suo permesso. L'avrebbe accettato solo se l'avesse fatto Rebecca. Chiuse gli occhi e parlò con voce bassa.

-"Mi sto preoccupando. Potresti uscire da questo bagno e dirmi cosa succede?"- fece un altro tentativo ma ancora nessuna risposta.

Secondo tentativo fallito ma i singhiozzi erano cessati. Daniele poggió la schiena sulla porta e si sedette sul pavimento. Posó anche la testa su di essa e fissò il soffitto.

-"Senti so bene che molte volte non riusciamo ad andare d'accordo e mi rendo conto che i miei atteggiamenti non sono il massimo. Ma per una volta ti chiedo di mettere da parte le nostre divergenze e di pensare al nostro benessere. Sono seriamente preoccupato e vorrei tanto che tu parlassi con me"- disse a bassa voce tenendo gli occhi chiusi e cercando di immaginare cosa stesse pensando e facendo Rebecca all'interno del suo bagno.

-"Ricordi quando eravamo bambini? Non facevamo altro che litigare eppure non perdevamo occasione di aiutarci l'uno con l'altro. Ora siamo diventati grandi. Non ti parlo più come il bimbo che ero una volta,ma come l'uomo che ha intenzione di crescere e maturare. Come l'uomo che vuole rendere le cose più semplici. Ma per fare tutto questo ho bisogno di un aiuto,ci stai?"- domandò ancora una volta lui sospirando rassegnato. Quello che diceva lo pensava sul serio. Quello che nutriva per Rebecca era un sentimento davvero forte e profondo. Ricco di bene e basato su un forte legame di amore che mai nessuno avrebbe potuto spezzare.

A quel punto sentì la serratura della porta scattare e subito si mise in piedi. Quando notó il volto distrutto e gli occhi gonfi della bionda si sentì a pezzi. Odiava vedere una delle persone più importati della sua vita ridotta così e, non saperne il motivo lo logorava dentro. Lei, però, senza lasciar trascorrere altro tempo inutile si catapultó tra le braccia di Daniele e lo strinse a sé. In quel momento sentiva il reale bisogno di ricevere un abbraccio. Ma non un abbraccio da chiunque. Uno di quello veri. Uno di quelli che potevano far sciogliere il cuore. Uno di quelli dati dalla persona giusta. Daniele sentì il respiro fermarsi per un attimo. Chi avrebbe mai immaginato che la ragazza più fredda a apatica dell'intero pianeta terra sarebbe riuscita ad abbracciare qualcuno di sua spontanea volontà? Ad ogni modo si sentì rincuorato. Quel suo abbraccio avrebbe fatto più che bene, così ricambió e strinse il corpo della ragazza con affetto. Rebecca ormai aveva smesso di piangere e non faceva altro che inalare il magnifico profumo che la maglietta di quel ragazzo emanava. Chiuse gli occhi e per una volta nella vita si sentì al posto giusto. Era a suo agio. Si sentiva al sicuro. Stava bene. Le sembrava quasi di stare su un letto pieno di petali di rose. Un abbraccio di Daniele per lei era un qualcosa più unico che raro. Lei aveva bisogno solo dei suoi abbracci. Tutto il resto era noia.

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