Capitolo 14

357 33 10
                                    

Daniele senza pensarci due volte prese il cellulare tra le mani e mandó un messaggio al suo amico Andrea. Quella festa lo aveva già stufato e non aveva alcuna voglia di mischiarsi nuovamente tra la folla. La prima cosa che notò fu l'ora quando lo schermo si illuminò: 00:45.

Messaggio a André🤙🏻:
"Sto andando a casa. Non preoccuparti, ci vado a piedi"

Digitó quelle parole attendendo un messaggio di risposta da parte sua. Tuttavia cominció ugualmente a camminare per poter lasciare definitivamente quel postaccio. La sua meta non era di certo la sua abitazione, ma bensì il suo amato rifugio nascosto tra le rocce e di fronte al mare.

Messaggio da André🤙🏻:
"D'accordo, amico. Ma domani dovrai raccontarmi cosa ti è preso"

Messaggio a André🤙🏻:
"Va bene a domani"

Si limitó a rispondere il corvino per poi mettere il cellulare da parte per un po' ed incominciare a percorrere le strade della città di Roma. Nonostante l'orario era ancora illuminata ed i suoi maggiori averi giacevano come sempre con la loro ineguagliabile bellezza. Dopo circa un quarto d'ora riuscì a raggiungere casa sua cosicché potesse riuscire a prendere la sua auto. Si mise in macchina ed iniziò a guidare per raggiungere il suo posto preferito. Il silenzio quella sera era così assordante che Daniele non riusciva nemmeno ad ascoltare i suoi pensieri, così accese un po' la radio. Mise la musica a basso volume e si portò una mano sulla fronte,mentre l'altra poggiava sul volante. Non si sarebbe mai immaginato che la sua serata sarebbe andata a finire così. Doveva trattarsi di un'altra di quelle innumerevoli sere in cui l'unica parola chiave era 'divertimento'.

Quando scese dalla sua auto, mise le mani tra le tasche ed iniziò a passeggiare per reperire il suo posto speciale. La spiaggia era completamente deserta e l'odore del mare giungeva fin su le narici del ragazzo. Niente a che vedere con quello dell'alcol di quel locale. Camminò ancora per poi riuscire a riconoscere la roccia che era ormai diventato un punto di riferimento per riuscire a ritrovare il posto. Quando la superò vide da lontano una figura rannicchiata su se stessa con le gambe strette al petto e la testa china. Daniele sospirò non appena riconobbe la figura femminile. Camminò sulla sabbia e raggiunse con calma la ragazza, che fino a quel momento non si era accorta minimamente della sua presenza.

-"Che ci fai qui, pulce?"- fu la sua unica domanda quando giunse al suo fianco, continuando a restare in piedi. Daniele fissava il mare davanti a sé e conservava ancora le mani nelle sue tasche, mentre a Rebecca quasi non venne in infarto per l'intervento improvviso. Poco dopo alzò la testa e notò che fosse lui, così si tranquillizzó.

-"È anche il mio posto questo, non ricordi?"- domandò poi con una nota acida e ironica. Daniele chiuse gli occhi e fece un'altro sospirò. Senza rimuginarci su ancora si mise seduto sulla sabbia accanto a lei.

-"Sì che lo ricordo, ma non dovresti stare fuori di casa a quest'ora della notte. Come pensi di tornare a casa?"-

-"Con l'autobus sono arrivata qui questo pomeriggio e poi non mi sono accorta dell'orario"- rispose Rebecca osservando ancora il mare.

La luce della luna illuminava i volti dei ragazzi e rifletteva sulle onde calme e leggiadre del mare. Mentre una dolce e piacevole brezza marina smuoveva i loro capelli.

-"Come mai qui per così tanto tempo?"- domandò lui ancora una volta curioso.

-"Che ne abbiamo fatto della regola di starmi lontano?"- sbottó Rebecca tornando a guardare Daniele negli occhi. Con la fronte corrucciata per la rabbia ed i pugni chiusi ripensó al momento in cui il suo amico l'aveva trattata in malo modo. Lui chiuse gli occhi ancora una volta e poi li riaprì. Si sentiva tremendamente in colpa ma oltretutto era quello che davvero doveva accadere tra di loro: stare lontani.

Amore & Odio Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora