Capitolo 17

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-"Ho parlato con Gabriele due giorni fa"- parló improvvisamente Rebecca posando la penna e sbuffando. Daniele alzò un sopracciglio e guardó confuso la ragazza. Lasciò andare anche lui la penna.

-"Come è andata?"- chiese con calma cercando di trattare quell'argomento con la delicatezza che meritava.

-"Male, Danié. Malissimo"- rispose Rebecca scuotendo la testa e introducendo le mani nei capelli. Il ragazzo fece una faccia dispiaciuta e sospirò.

-"Cosa gli hai detto?"-

-"Ho voluto tagliare i ponti. Daniele, io non avrei mai immaginato di arrivare a questo punto con lui. Vedi lui..lui è il ragazzo migliore che abbia mai incontrato ed io.. non avrei mai voluto che andasse via così"- cercó di raccontare senza singhiozzare o ricominciare a piangere. Per lei quei due giorni erano stati davvero un inferno. Tra lei e Gabriele ormai non esisteva neanche più l'accenno di un minimo sguardo.

-"Ascolta, a volte non riusciamo a tenerci stretta la gente perché magari in qualche modo sbagliamo. O semplicemente perché le persone cambiano"- Rebecca alzò la testa e guardó Daniele. Si avvicinò a lui e senza dir niente avvolse le braccia attorno il suo corpo. Il ragazzo ricambió l'abbraccio con tutto il suo calore ed affetto e fece sentire la ragazza al sicuro. Qualche sua lacrima bagnó la sua maglietta, ma a lui non importava. Daniele a quel punto cercó di attirare lo sguardo di Rebecca su di lui. Le alzò il volto e la fissó negli occhi.

-"Non fare in modo che quei bellissimi occhi color smeraldo vengano travolti dal velo grigio della tristezza"- sussurrò lui per poi portare una ciocca di capelli dietro la testa. Rebecca fece un sorriso sghembo ed apprezzó che Daniele le avesse fatto un complimento così bello. Poi, senza dir niente, tornó ad abbracciarlo.

-"Immagino che sia lui il ragazzo di cui sei innamorata"- continuó. Rebecca si staccó immediatamente da lui corrucciando la fronte.

-"Cosa?! No! È solo il mio migliore amico"- rispose con fermezza allontanandosi da lui e sedendosi nuovamente al tavolo.

-"Strano. Sembri davvero distrutta per lui"- disse prendendo posto anch'egli.

-"Si, ma perché è mio amico. Che ragionamenti sono"- cercó di dire lei senza arrabbiarsi.

-"D'accordo.. basta parlare di questo argomento"- continuó a dire per poi abbassare la testa sui libri. D'altronde si erano visti per fare i compiti di fisica, niente di più.

-"Come vuoi, pulce"- rispose Daniele facendo spallucce e prendendo una matita.

-"Mi spieghi cosa diamine è questo principio di Archimede?"- domandò agitando l'oggetto tra le mani e infilando le mani tra i capelli. Rebecca alzò gli occhi al cielo e sospirò rassegnata.

-"Vedi qui, è scritto sul libro"- indicò con l'indice alcune righe sul libro. Daniele aggrottó la fronte ed iniziò a leggerle ad alta voce.

-"Il principio di Archimede afferma che ogni corpo immerso parzialmente o completamente in un fluido riceve una spinta verticale dal basso verso l'alto, uguale per intensità al peso del fluido spostato come i vasi comunicanti"- dopo la lettura, Daniele fissó il libro e si grattó la fronte. Ci fu qualche secondo di silenzio che fece sperare a Rebecca che il ragazzo avesse capito il concetto.

-"E che cazzo vuol dire?"- domandò tutto d'un tratto. Rebecca si schiaffeggió la fronte ed alzò gli occhi al cielo ancora una volta.

-"Il solito testone"- commentó quest'ultima per poi iniziare a spiegare l'argomento con molta cura. Daniele alzò la testa e fissó Rebecca intenta a spiegare. In quel momento tutto sembró fare fuorché ascoltare. Osservó con cura i lineamenti, che ai suoi occhi sembrarono più che perfetti, e le sue iridi. Quel colore verde così intenso pareva quasi risucchiarlo per portarlo in un'altra dimensione. Essi erano contornati da una lunga linea di ciglia folte e illuminati da un luccichio particolare. Lo sguardo del ragazzo si spostò dalle lentiggini al il naso perfetto, fino alle labbra. Così rosse ed appetibili non ne aveva mai viste in vita sua. Per non parlare degli innumerevoli riccioli ramati misto a biondi che delineavano il viso, a sua volta leggermente pallido e arrossato solo sulle guance. Pensò di non aver mai incontrato una ragazza più bella e carismatica di lei. Il colore dei suoi capelli erano ribelli proprio come il suo cuore e la sua anima. Oltre che sentirsi attratto da lei fisicamente, non riusciva a far a meno di pensare alla forza del suo carattere.

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