Capitolo 16

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Daniele non poté rifiutare una tale richiesta così accettò. Entrarono in macchina ed iniziò a guidare.

-"Un giorno te la farò passare tutta questa voglia di andare a scuola"- commentó lui sbuffando un po'. Rebecca aggrottó la fronte e lo fissò contrariata.

-"Bhe non siamo tutti come te"- rispose a tono per poi mettere le braccia a conserte.

-"Ovvero non secchione?"-

-"No, ma idiota"- Daniele a quel puntò non riuscì a contenersi dal non ridere.

-"Cosa c'avrai da ride.."- disse a bassa voce la bionda scuotendo la testa. Il ragazzo si fermó ad un semaforo e ciò gli permise di osservare con cura l'immagine perfetta della ragazza al suo fianco. Il suo sguardo era rivolto verso il finestrino ed il suo collo, libero dai capelli, permetteva la visione di alcune macchie violacee. Daniele avvicinò un dito e quasi le sfiorò, attirando l'attenzione della sua pulce.

-"Mi piacciono quei segni. Perché non li fai vedere a quel pallone gonfiato che ti piace? Magari è arrivata l'ora che si ingelosisca un po'"- farfuglió lui per poi ripartire. Rebecca avvampó al solo ricordo di quei meravigliosi segni.

-"Tranquillo, non sarebbe capace di farlo"- disse in totale sincerità la ragazza facendo poi spallucce.

-"E perché no?"- domandò curioso.

-"È un tipo abbastanza particolare"- rispose Rebecca facendo spallucce e facendo sorridere Daniele.

Quando i due raggiunsero la casa del ragazzo, scesero dall'auto e si incamminarono verso l'abitazione.

-"Questa mattina i miei non dovrebbero esserci"-

-"Si certo. Proprio come l'ultima volta, vero?"- domandò ironicamente la ragazza alzando gli occhi al cielo. Daniele uscì dalla tasca dei jeans le chiavi ed aprì la porta.

-"Tranquilla questa volta è per davvero. Mamma è andata a lavorare mentre mio padre è a scuola con mia sorella. L'accompagna e poi va in studio"- informò lui entrando in casa seguito dalla sua amica.

-"D'accordo. Tanto non ci vorrà molto per una doccia. Dobbiamo sbrigarci"-

-"Si, ti do alcuni vestiti di mia madre. Non le dispiacerà, tranquilla"- disse Daniele dirigendosi alla camera dei suoi genitori. Rebecca lo seguì e poi afferrò quei comodi vestiti dati d, dall'amico.

-"Allora vado"- rispose lei annuendo ed incamminandosi verso il bagno.

Chiuse la porta alle sue spalle e sospirò. Poi si guardò allo specchio ed iniziò a sfilare i suoi vestiti di dosso. Fissò il riflesso del suo corpo nudo e ripensó al momento in cui quella pelle chiara e delicata era stata oggetto di puro piacere. Rimembró il ricordo della notte scorsa e chiuse gli occhi. Poté ancora sentire la sensazione della mani leste e delicate sulle sue forme. Poi riaprì nuovamente gli occhi e decise di entrare in doccia. Avrebbe cancellato le tracce di Daniele dalla sua pelle, ma non dalla sua mente. Fece scivolare l'acqua calda lungo il corpo e si rilassó completamente. Non riuscì a non pensare a quei momenti. Per lei era stata la prima volta, ed averlo fatto in spiaggia con il ragazzo che amava, per lei era davvero un sogno che si avverava. Poi però tornó alla realtà. Sapeva perfettamente che per Daniele quella notte non aveva assunto lo stesso valore come lo era per lei.

Uscì dalla doccia e avvolse il suo corpo con un asciugamano. Quando uscì dal bagno cercó di raggiungere la stanza di Alessia cosicché potesse vestirsi tranquillamente e senza problemi. Prima di raggiungere la stanza, però, si ritrovò faccia a faccia con il ragazzo dei suoi sogni. Daniele non disse una parola ed abbassò lo sguardo attratto dal seno traboccante coperto da quel piccolo e striminzito asciugamano. Le gambe completamente visibili agli occhi del ragazzo non fecero altro che farsi notare anch'esse. Deglutì e si morse un labbro quando alzò lo sguardo per osservare le goccioline d'acqua che scivolavano lente lungo la sua pelle. Sentì di nuovo quella irrefrenabile voglia di afferrare Rebecca e stenderla sul suo letto. Ma chiuse gli occhi e tiró un sospiro. Avrebbe voluto che l'episodio di quella notte non si fosse ripetuto più. Era stato un errore? Una semplice nottata come tutte le altre? Non sapeva perfettamente ancora cosa fosse, però, era meglio evitare di alimentare il fuoco.

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