Capitolo 19

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-"Cazzo sbrighiamoci!! La festa è iniziata da venti minuti e mia sorella non fa altro che chiamarmi"- sbottó innervosita Rebecca mettendosi in auto il più in fretta possibile e sistemando le ultime cose nella sua borsa. Le due amiche avevano sforato tanto e sua sorella Angelica non poté più far aspettare i suoi invitati invano per un loro così imperdonabile ritardo. Tuttavia la piccola era su tutte le furie e avrebbe voluto che sua sorella fosse lì a festeggiare assieme a lei.

-"Si ci siamo, tranquilla! Il posto non è molto lontano da qui"- rispose Gioia con più calma possibile nel tono della voce e mettendo in moto la sua auto. Spinse l'acceleratore e partì a tutta forza.

-"Maledetti tacchi non credevo fossero così difficili da indossare. Sono stati loro a farmi perdere tempo"- imprecó Rebecca scuotendo la testa contrariata.

-"Sei te che non ci sei abituata"- spiegò l'altra facendo spallucce e fermandosi di fronte un semaforo.

Intanto la festa, come previsto, era iniziata e la musica rimbombava nelle orecchie di quei ragazzi che iniziarono a scatenarsi sulla pista. Qualcuno di loro era seduto a mangiar qualcosa mentre altri a bere un drink al bancone. Uno di questi fu proprio Daniele che ingeriva con lentezza il suo amato cocktail. Continuava a chiedersi costantemente dove fosse Rebecca e perché non arrivasse. Non aveva chiesto informazioni di lei a nessuno, ma avrebbe tanto voluto farlo. Non sapeva se lei fosse stata davvero presente e nemmeno se le fosse successo qualcosa.

-"Ho saputo che Rebecca sarà qui a breve"- una voce a lui familiare attirò la sua attenzione facendolo voltare. Si ritrovò davanti ai suoi occhi quelli di suo padre Niccolò. A quella festa, ovviamente, non potevano non esser invitata tutta la famiglia per intero.

Daniele a quel punto sussultó e scosse la testa in segno di negazione.

-"Non mi interessa"- rispose lui distogliendo lo sguardo e ritornando a fissare il liquido rosso del suo drink. Niccolò fece un sorriso e si fece scappare una piccola risata.

-"Sai tu mi ricordi tanto me da ragazzo. Anche io cercavo in tutti i modi di ignorare tua madre eppure ogni volta mi accorgevo di aver perso già la testa per lei prima ancor di saperlo"- spiegò lui ricordando i dolci e particolari momenti della sua gioventù. Aurora era da sempre stata la sua donna e ciò non sarebbe mai potuto cambiare. Lo aveva da sempre sentito nel suo cuore.

-"Papà io non sono innamorato di Rebecca"- tagliò corto suo figlio infilando le mani nei capelli e mandando a quel paese ogni buon proposito di tenerli in ordine.

-"Per questa volta vedrò di crederti. L'importante per me è averti avvisato"- rispose Niccolò facendo un occhiolino. Dette una pacca sulla spalla del ragazzo e si allontanò da lui.
Daniele sospirò fin quando non sentì qualche voce confusa gridare qualcosa di incomprensibile. Voltandosi curioso si accorse che molta gente stava osservando la rampa di scale di quella sala. Alzò gli occhi e iniziò ad assistere ad una delle scene più belle della sua vita. Una ragazza dai capelli riccioluti e biondi iniziò a scendere con una tale lentezza ed eleganza quelle scale. Era così leggiadra che dette la sensazione quasi di volare. Un vestito rosso fuoco e aderente le stringeva i fianchi e lasciava allo scoperto un paio di meravigliose gambe chiare e snelle. Un paio di décolleté dello stesso identico colore racchiudeva alla perfezione i suoi piedi ed una particolare scollatura lasciava intravedere il seno prosperoso. Daniele senza pensarci due volte si avvicinò alla rampa di scale per poter guardare meglio. Credeva seriamente non averla mai vista più bella di così. Se avesse potuto sbavare in quel momento avrebbe già riempito un secchio intero. Rebecca aveva appena smesso di scendere le scale e quando si accorse di aver attirato l'attenzione di quasi tutti gli invitati avvampó. Poi guardó Daniele negli occhi, il quale la fissava con le labbra socchiuse. Non disse nulla e cercó di prendere Gioia sotto braccio per mischiarsi nella gente e smettere di essere al centro dell'attenzione.

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