Capitolo 18

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Daniele seguì Rebecca in religioso silenzio mentre entrambi si dirigevano alla loro aula. Il ragazzo in cuor suo sapeva perfettamente che la sua migliore amica fosse confusa. O ancora meglio, su tutte le furie. Così evitò di parlare prima che potesse prendere lei l'iniziativa.

-"Perché diavolo di motivo sembrava che stessi per picchiare Gabriele?"- parló sotto voce lei dandogli ancora le spalle.

-"Non lo stavo per picchiare!"- si mise sulla difensiva lui alzando le braccia. Rebecca si fermó un attimo e si voltó verso di lui.

-"Vorresti dirmi che eri lì per caso con un pugno bello e pronto a mezz'aria solo per il gusto di farlo?"- chiese con un pizzico di ironia e acidità nel tono di voce. Daniele a quel punto abbassò la testa e non seppe che altro dire. Era inutile cercare di negare l'evidenza.

-"Come pensavo"- disse Rebecca con l'amaro in bocca per poi riprendere a camminare.

-"È uno stronzo. Non hai idea di quello che mi ha detto"- cercó di spiegarsi il ragazzo seguendola e gesticolando nervoso.

-"Ah si e cosa?!"- domandò spazientita. Non sopportava l'idea che Daniele avesse preso l'iniziativa di picchiare il suo vecchio amico. Nonostante i precedenti, non avrebbe permesso a nessuno di fargli del male.

-"Ha incolpato me per il tuo allontanamento da lui!"- esclamò irritato. Rebecca per un attimo si sentì mancare il fiato e le parole le morirono in bocca.

-"Bhe questa non è una scusa! Dovevi lasciarlo stare. Daniele.."- inizió a dire per poi infilare le mani tra i capelli. Lui restó zitto ed aspettò che ella parlasse.

-"Vorrei che evitassi di metterti contro di lui. Non riesco ad immaginare voi due litigare. Potresti farmi questo favore?"- chiese abbassando il tono di voce e scuotendo la testa rassegnata.

-"D'accordo.."- sussurrò lui abbassando lo sguardo ancora una volta.

-"Grazie. Ora voglio restare sola"- rispose lei cambiando meta e dirigendosi da tutt'altra parte.

-"Rebecca!"- la chiamò il corvino quando la vide allontanarsi improvvisamente.

-"Ti conviene andare in classe"- si limitó a rispondere senza voltarsi. Daniele sospirò esausto ed aprì la porta della sua aula. Si sedette al suo banco e sbuffó rumoroso. Gioia lo osservó per diverso tempo affinché riuscisse a capire che c'era qualcosa che non andava. Notò che Rebecca non era ancora rientrata e fece un accenno con la testa al ragazzo. Lui alzò le spalle e scosse la testa. Gioia rimase perplessa e poi mandò un messaggio alla ragazza sperando che si fosse portata il cellulare.

Intanto la biondina si era rifugiata in bagno ed aveva deciso di affacciarsi alla finestra per prendere un po' d'aria fresca. Sospirò stanca quando sentì il suo cellulare squillare.

Messaggio da: Gioia
"Oi qua è ritornato Daniele ma te no, che succede?"

Messaggio a: Gioia
"Ti racconto dopo, tranquilla. Rimarrò qui fino alla fine dell'ora, ti dispiace prendermi lo zaino più tardi?"

Messaggio da: Gioia
"Nessun problema"

Rebecca tolse di mezzo il cellulare e ritornò a guardare il mondo che appariva fuori. Era così stanca. Quando sembrava andar tutto bene ecco che si ripresentavano i problemi. Era tutto così noioso e paranoico. Le sembrava quasi non riuscire a vivere tranquillamente come lei voleva. In quel momento avrebbe tanto voluto non aver a che fare con niente e con nessuno. Per fino Daniele in quel momento sarebbe stato di troppo. Aveva bisogno di restare sola per un po' per fare mente locale di quello che accadeva. Si chiedeva se fosse lei a sbagliare ma soprattutto perché.

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