Capitolo 12

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-"Siamo a casa!"- si sentì la voce di Niccolò rieccheggiare per le pareti di casa. Intanto in cucina i due cercavano di fare in fretta e furia. Daniele indossò la maglietta ancora bagnata mentre Rebecca inizió ad asciugare il pavimento con uno straccio.

-"Non avevi detto che i tuoi genitori non c'erano?"- domandò Rebecca. Non sapeva neanche lei dove fosse riuscita a trovare il coraggio per rivolgere ancora la parola al ragazzo. Si sentiva una totale idiota per quello che era accaduto pochi istanti prima. Chissà cosa aveva pensato Daniele. Si sentiva come se avesse perso. Non doveva cedere così tanto alla tentazione.

-"Si ed infatti era così! Cazzo!"- imprecó ancora una volta lui uscendo dalla cucina e dirigendosi in salotto dove erano arrivati i suoi genitori.

-"Hey Daniele!"- lo salutó sua madre sfilandosi le scarpe alte.

-"Emh.. ciao. Come mai già qui?"- chiese confuso ed ancora tremante per l'ansia mentre si toccava la faccia.

-"Non siamo più riusciti a fare quella commissione di cui ti abbiamo parlato questa mattina e non siamo riusciti ad avvisarti. Spero non sia un problema"- lo informò Niccolò per poi corrucciare la fronte confuso.

-"Perché hai la maglia bagnata?"- chiese perplesso.

-"Oh questa?.. bhe cercavo di preparare qualcosa per pranzo con Rebecca ma la situazione è sfuggita di mano"- rispose grattandosi la testa nervoso.

-"C'è Rebecca? Fantastico! Ora vi aiuto io"- si intromise Aurora che raggiunse subito la cucina. Quando arrivó lì trovò Rebecca accovacciata per terra intenta ancora ad asciugare il pavimento.

-"Siete proprio dei pasticcioni"- commentó lei ridacchiando ed attirando l'attenzione della ragazza, che si alzò in fretta con le guance rosse per l'imbarazzo. Stesso imbarazzo che era andato man mano a crescere già dall'istante con Daniele.

-"Scusami Aurora! È stato un incidente"- cercó subito di giustificarsi ella con atteggiamento nervoso.

-"Non preoccuparti, cara. Ora sistemiamo tutto e continuamo con la cottura di quella che sembra essere una carbonara"- disse la madre di Daniele notando gusci di uova sparsi per la cucina.

-"D'accordo.."- sussurrò Rebecca mentre la donna iniziava a mettersi a lavoro. Lei nel frattempo approfittó per darle le spalle e pensare a lungo a quello che era accaduto. Troppe cose insieme in pochi istanti: prima il suo pianto in bagno, poi l'abbraccio e poi quell'episodio più unico che raro. In tanti anni di amicizia non c'era mai stato il minimo accenno di passione o qualcosa di quel tipo. Era così..inusuale. D'altronde continuó a ripensare a come le sue mani si fossero mosse precise e caute sul corpo del ragazzo per potergli sfilare la maglietta, che era diventata di troppo. Ma perché farlo? Si sentì un totale idiota e cercó in tutti i modi di scacciare quei pensieri.

Daniele nel frattempo era corso in camera sua a cambiarsi e teneva già da diversi istanti la maglietta bianca tra le mani. Poi si guardò allo specchio osservando la sua figura mezza nuda riflessa e scosse la testa. Migliaia di punti interrogativi non facevano altro che martellare la sua mente. Continuava a domandarsi come mai sarebbe accaduto se i suoi genitori non fossero rientrati. Non sapeva se sentirsi sollevato o annoiato da ciò. Ripensó a come il suo corpo avesse reagito a contatto con quello perfetto di Rebecca. Gli era piaciuto così tanto tenerla ferma e salda tra le sue braccia. Quando la sua pelle liscia come seta veniva collaudata da lui. Provata, sfiorata. Per la prima volta. Pensó al momento in cui le sue labbra rosee distavano solo a pochi centimetri dal suo volto. Ma soprattuto la sua attenzione fu maggiormente attirata dal dolce e tenero tocco delle mani di Rebecca, che con delicatezza e decisione lo avevano sfiorato. Come dimenticare quella scarica di brividi che gli aveva fatto venire quasi la pelle d'oca. Scosse la testa ancora una volta, gettò con rabbia la maglia da qualche parte e sbuffó. Non doveva andar a finire così. Rebecca non era una ragazza con cui far certi tipi di giochi, e lui lo sapeva bene. Non voleva prenderla in giro. Non voleva farle del male. Così indossò il primo indumento nell'armadio e decise che da quel momento in poi avrebbe preso le distante da lei.

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