18.

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Continuava a tormentarsi mentre l'immagine dei suoi feriti occhi verdi le tornava continuamente in mente. Passava distrattamente lo straccio sul bancone, con lo sguardo perso nel vuoto, senza nemmeno accorgersi dei due occhi scuri che la stavano fissando da circa dieci minuti.

Insomma, era scappata da Harry come una sedicenne in preda agli ormoni.
A parte che sono una sedicenne in preda agli ormoni, pensò distrattamente, afferrando un bicchiere dal fondo rosso e tormentandone il bordo con le dita.

Ma essere una sedicenne non le forniva una scusa. Aveva avuto paura che Harry volesse usarla -quando lei stessa aveva appurato che era tutto il contrario, semmai. Sospirò, in preda ai sensi di colpa. Era completamente tra le nuvole.

Perciò, quando capì che aspettare per ottenere la sua attenzione sarebbe stato palesemente inutile, il ragazzo si alzò, sospirando. Era molto alto, e la sua pelle era dello stesso colore dei chicchi di caffè appena raccolti -nerissima. I suoi occhi erano altrettanto scuri, i capelli, legati in innumerevoli e lunghi dread sulla nuca, lo stesso. Si diresse verso il bancone a falcate tranquille, prendendosi del tempo per osservare la ragazza. I capelli blu erano molto più lunghi dell'ultima volta che l'aveva vista. Era anche più nervosa e agitata, e la treccina di fili colorati nei capelli non l'aveva mai vista prima.

Solo quando appoggiò le braccia muscolose sul bancone Jeanine si accorse di lui. Alzò lo sguardo e trasalì.

- J.B... oddio, da quanto tempo!

Il ragazzo sfoderò un sorriso perfetto e bianchissimo mentre l'amica, incurante del bancone in mezzo a loro, gli gettava le braccia al collo. Rise, stringendola tra le braccia muscolose, riuscendo a sollevarla sul bancone e stringendola al petto.

- Aspetta - rise con la voce quasi soffocata dalla sua maglia lei. Saltò giù dal bancone e tornò a stringere la vita del ragazzo.

- Mi sei mancata, piccola - sospirò J. B. Jeanine gli tirò giocosamente un pugno al petto marmoreo, allontanandosi di un paio di passi.

- Potevi anche venire a trovarmi prima allora - lo rimbeccò sorridendo. Lui alzò gli occhi al soffitto.

- Il mostriciattolo non me l'ha permesso - Jeanine rise e si sedette sullo sgabello di fronte a lui, che si stava accomodando. Appoggiò il gomito al bancone e affondò il pugno nella guancia, guardandolo sognante.

- Allora, ora quanti anni ha?

- Quattro da una settimana.

- Merda! Così tanto? - esclamò stupefatta lei. J. B. rise e le scompigliò giocosamente i capelli, provocando una smorfia indispettita.

- Eh sì.

- E Trisha come sta? La vostra... relazione va avanti, no? - la voce di Jeanine si fece incerta, ma lo scintillio delle iridi scure del ragazzo cancellò tutte le sue preoccupazioni.

- Certo. Resistiamo, anche col piccolo.

- Non vedo l'ora di vedere quella piccola peste - sospirò lei. - Mio Dio. Quattro anni! Non ci posso credere. Ne aveva appena due quando...

Si zittì bruscamente, mentre il sorriso di J. B. si affievoliva e nei suoi occhi azzurri compariva un'ombra.

- Jack... - mormorò piano J. B. Allungò una mano e intrecciò le dita a quelle dell'amica.

- Come va?

Lei scrollò le spalle, massaggiandosi nervosamente il collo. - Va - rispose semplicemente. J. B. la guardò insistente, deciso ad avere più risposte.

- Okay. I tagli come vanno?

J. B. sapeva tutto. Come sua sorella del resto. Lui e Karin erano molto simili.

Solo un desiderio || Harry Styles ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora