19.

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Mentre tornavano a casa di Jeanine nessuno dei due aveva detto una parola. Harry ogni tanto scoccava una breve occhiata alla ragazza. Le sue mani erano serrate in pugni lungo i fianchi.

Jeanine però non era arrabbiata. Aveva solo timore. Timore che lui potesse smettere di voler provare a starle accanto. La chiacchierata con J.B. e la sua veloce fuga l'avevano costretta a confrontarsi con tutte le cose che non aveva ancora rivelato a Harry.

Quando arrivarono davanti alo portone tirò fuori le chiavi dalla tasca della giacca. Le sue mani erano gelide e arrossate.

Harry le rubò silenzioso le chiavi di mano, aprendo lui stesso il portone. Jeanine lo guardò sorpresa ma lui continuò a fissare il vecchio e pesante legno scuro. Mentre spingeva la porta la sua mano si abbassò e sfiorò il dorso di quella della ragazza.

Le dita di Jeanine fremettero e Harry le avvertì distintamente iniziare a muoversi per avvolgersi intorno alle sue; ma Jeanine si trattene.

Con un lieve sussulto però la ragazza sentì il palmo della mano di Harry aderire al proprio. Il ragazzo intrufolò le dita tra le sue e la strinse forte.

Harry la precedette lungo le scale e il vecchio corridoio freddo. Quando aprì la porta dell'appartamento un delizioso odore di tè e calore li avvolse.

Harry si girò chiudendo la porta. Una volta sicuro grazie alla doppia mandata che nessuno avrebbe potuto interromperli, voltò lo sguardo verso di lei. Era rimasta in silenzio davanti a lui, le guance rosse e le mani affondate nelle tasche. - Penso... di volere una spiegazione - disse con voce roca.

Lei annuì e lentamente tirò giù la cerniera del cappotto. Harry scivolò dietro di lei e l'aiutò a sfilarselo dalle spalle; Jeanine sorrise alla galanteria del suo gesto. Harry appese i giubbotti e si sfilò anche la felpa, rimanendo con la camicia bianca aperta sul petto. Si sedettero di nuovo sul divano, lontani qualche decina di centimetri l'uno dall'altro. Il cuore di Jeanine sanguinava nel vedere quello spazio tra loro. Era tutta colpa sua. Alzò lo sguardo per guardarlo negli occhi, ma i suoi occhi si incastrarono sui lembi scostati della camicia, che lasciavano intravedere le rondini. Sentì le guance arrossarsi e distolse bruscamente lo sguardo, consapevole che lui se n'era accorto. Harry soffocò un sorrisino e studiò il rossore sulle sue guance pallide.

- Ehm... okay.

I lineamenti di Jeanine si tesero mentre accavallava le gambe e si appoggiava al divano con la schiena. Cominciò a tormentarsi un elastico per capelli che aveva al polso -meglio quello che le cicatrici.

Harry rimase in silenzio. L'espressione turbata e sofferente della ragazza gli fece quasi cambiare idea -stava quasi per dirle che non importava, gliel'avrebbe detto quando sarebbe stata pronta.

Ma non lo fece.

Rimase a guardarla mentre le sue guance e il collo si arrossavano -non per l'imbarazzo. Harry infilò una mano nella tasca dei jeans e strinse il pacchetto di fazzoletti di carta. Aveva l'impressione che gliene sarebbero serviti un po'.

- Sai... di Nicholas. Quello che... mi faceva fare. Ti ricordi? - la voce già le tremava. Harry annuì, con un breve "mh-mh" di conferma, e si allungò per prenderle la mano. Ma lei la spostò dalla gamba e incrociò le braccia. La stava costringendo a rivelare cose che aveva cercato di seppellire nel profondo per non soffrire più. Era come essere costretti a riaprirsi una vecchia, dolorosa ferita che si stava rimarginando.

Harry ne rimase ferito, da quel gesto, ma sapeva che era colpa sua se lei stava prendendo le distanze. Però era troppo curioso per fermarla -e fermarsi.

- Non... ti ho detto tutto.

Le lacrime le offuscarono la vista e le trattenne, decisa a non piangere ancora.

Solo un desiderio || Harry Styles ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora