26.

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- Giù.
- No - sussurrò debolmente Jeanine.
Le sopracciglia scure di Nicholas si incresparono, mentre una feroce rabbia deformava i suoi lineamenti rendendoli più animaleschi.
- Ti ho detto giù - urlò, afferrandola per le spalle e buttandola a terra. Jeanine gemette mentre il suo corpo picchiava con forza il pavimento e il gelo delle piastrelle le penetrava attraverso i vestiti.
- Fallo. Ora - ringhiò lui, sovrastandola.
Jeanine spostò lo sguardo pieno di lacrime dal suo viso duro più in basso, fino al cavallo dei pantaloni. Era già gonfio. Lentamente si tirò in ginocchio, senza che le lacrime nere di matita smettessero di colarle lungo le guance.
Allungò le mani tremanti a slacciargli la cintura, e poi il bottone dei jeans, e la cerniera, continuando a piangere. Afferrò i passanti dei suoi pantaloni e li tirò giù, mordendosi il labbro. Ma quando prese un respiro profondo avvicinandosi al suo basso ventre, Jeanine vide solo una macchia confusa finire a terra.
- Stronzo - e c'era Jack, sopra a Nicholas, e lo stava massacrando di botte, mentre il sangue e i lividi comparivano sulla pelle del ragazzo che urlava sotto alla furia.
Si ritirò contro la parete e gattonò fuori dal bagno.
- AIUTO - finalmente quella parola che aveva taciuto per due settimane le uscì disperata dalla gola. - AIUTO!
Vide i bidelli e i ragazzi arrivare, delle mani la tirarono su -era Kayla e con lei c'era Brenda.
Si lasciò abbracciare da loro mentre le urla di Jack le perforavano la mente.
Aveva fatto una cosa orribile.
Ma quandi uscì, con la maglia strappta e le nocche e il naso sanguinanti, portato via a forza dai bidelli e dall'insegnante di inglese, i loro occhi si incrociarono.
E lei seppe che lui era un angelo.

- NO - Jeanine si passò una mano sulla fronte, ansimando, con il cuore a mille. Si prese la testa tra le mani, cercando di calmare il respiro, trattenendo le lacrime.

- Stupidi incubi - soffiò con la voce rotta. Si massaggiò il collo, respirando lentamente. E in quel momento il  suo cellulare suonò. Si allungò con una smorfia.

- Pronto?

La voce di Louis risuonò stanca al suo orecchio.
- Ehy, Jeanine.

    》》》》

Il cuore non smetteva di batterle in petto come se volesse esploderle. Camminava con gli occhi pieni di tensione, e la mascella irrigidita, verso l'infermeria. Gli studenti erano ancora radunati nei corridoi a vociare, mentre i bidelli cercavano di riportare a gran voce l'ordine ormai andato a puttane per tutta la giornata. Sentì qualche bisbiglio mentre passava tra i corridoi. Louis le aveva spiegato la strada, e brevemente cos'era successo.

Quandi spinse la porta dell'infermeria, socchiusa, Jeanine ebbe un tuffo al cuore. La prima cosa che vide davanti a lei fu un lettino dov'era seduto Harry, con le spalle chinate.

Quando sentì il rumore della porta aprirsi alzò gli occhi e le sue pupille si dilatarono all'aria tremenda della sua ragazza. I suoi occhi non brillavano del solito calore, il sorriso era sparito, era tremendamente pallida.

Jeanine osservò quegli occhi verdi scrutarla ansiosi, temendo una sola cosa. Che lo abbandonasse.

Ma lei fece velocemente un passo, e poi un altro finché non si ritrovò tra le gambe di Harry, aperte e dondolanti nel vuoto davanti al lettino. Aveva un livido sullo zigomo, dove si teneva premuto del ghiaccio, il labbro spaccato e una scia rossa e secca che andava dal naso fino al labbro.

- Harry - pensava davvero che fosse conciato peggio. Lui fece una smorfia e lasciò cadere accanto a sé il ghiaccio mentre Jeanine gli prendeva il viso tra le mani. L'attirò a sé con forza, serrandola tra le proprie braccia mentre le loro labbra si sfioravano dolcemente per qualche istante. Poi Harry posò la guancia sulla sua testa e cominciò a fissare un angolo della stanza con aria aggressiva. Jeanine si rese conto solo in quel momento che c'era troppo silenzio.

Solo un desiderio || Harry Styles ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora