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Boston, Gillette Stadium, 8/8/2014

Harry si morse il labbro. Il concerto era appena finito e sentiva ancora l'adrenalina che gli scorreva nelle vene. Ma quella sensazione era mitigata da un masso che gli comprimeva il petto, stringendogli la gola in un nodo amaro. Si passò una mano tra i capelli, prendendo un lungo respiro tremante. Aprì la porta antipanico, respirando a fondo l'aria fresca della sera. Il calore del suo corpo sembeava propagarsi nell'aria. Il suono di un'ambulanza scalfì la quiete, e Harry sussultò quando il rumore gli penetrò la mente, spazzando via tutti i cattivi pensieri e facendo rimanere solo l'amarezza.

Harry fatti uno shampoo.

Sostituite Louis con Luke.

Non sapeva il perché, probabilmente le ragazze che avevano fatto i cartelloni volevano fare solo qualche bravata di gruppo, ma quella -quelle- frasi gli avevano fatto male. Era da tempo che non si sentiva così perso, amareggiato e addolorato per qualcosa.

Harry si aggrappò alla ringhiera del rialzo, chinando la testa verso il marciapiede sporco di gomme sputate e qualche lattina ammaccata.

Sentì gli occhi bruciare. Probabilmente il cartello era uno scherzo di cattivo gusto, eppure ci era rimasto davvero male, come lo era rimasto Louis nel vedere quella frase che sembrava grondare disprezzo da ogni singola goccia d'inchiostro.

Era sfuggito ai bodyguards per un puro miracolo, giusto perché Paul era al telefono con sua moglie e si era distratto un attimo, e sapeva che presto l'avrebbero trovato e scrollato come un cucciolo che combina un disastro. Solo che non era un cucciolo, aveva vent'anni ed era un cantante di fama mondiale.

- Harry?

Sussultò al suo nome mormorato da una voce mai sentita prima. Alzò le iridi verdi appannate dalle lacrime e batté le palpebre, tirando su col naso e strofinandosi gli occhi con le mani, mentre si avvicinava piano alla ragazza tremante.

- Non penso di avere un aspetto adatto per una foto - disse, cercando di sdrammatizzare, ma la ragazza scosse la testa.

- N-non voglio una foto - disse a voce così bassa che lui dovette chinarsi per sentirla. Rimase sorpreso, osservandola più attentamente.

Era una ragazza bassina, poteva avere al massimo sedici anni. I capelli erano tutti arruffati e di una scura sfumatura di blu, le guance rosse e le labbra tremanti incastonate in un viso dolce, a cuore, dalla pelle estremamente pallida sotto al velo di lentiggini.

Non era magra, anzi, nient'affatto. Le spalle erano esili e coperte da una maglia a maniche lunghe verde smeraldo, i fianchi larghi e le gambe tornite.

Era piena di curve, e Harry apprezzò la vista, anche se la sua attenzione fu catturata dalle sue dita pallide che si stringevano ai bordi delle maniche, tirandole il più giù possibile.

- Volevo solo... dirti che... ho visto il cartellone - la ragazza tremava dalla tensione, e Harry puntò gli occhi verdi in quelli azzurri di lei.

- Non dovresti starle a sentire - continuò, la voce sorprendentemente delicata. - Sono tutte stronzate, così come quella di sostituire Louis. Siete voi la band, Luke non c'entra nulla. E... anche se non ti importerà granché, penso che i tuoi capelli siano bellissimi.

Harry sentì la propria gola inumidirsi, ma stavolta era commosso dalla dolcezza di quella ragazza. Aveva una paura tremenda, bastava vedere come tremava, ma aveva sfidato il suo timore per dirgli quelle cose stupende.

- Grazie - la sua voce era sorprendentemente roca, e lei alzò timidamente lo sguardo su di lui.

Harry fece un passo avanti e fece per prenderle il polso per avvicinarla a sè e abbracciarla, quando lei emise un gemito strozzato e si piegò in due non appena le sue dita si strinsero sul suo braccio.

Harry la afferrò per le spalle,preoccupato, mentre lei si mordeva il labbro.

- Stai ma... - la voce di Harry si strozzò quando vide una macchiolina rossa sul verde brillante della maglia.

Con lentezza abbassò le mani e gliene afferrò una con la propria.

- No... - mormorò lei, con le lacrime agli occhi, ma lui non le diede retta. Con la mano libera afferrò la stoffa e con delicatezza la arrotolò su per il suo braccio.

Harry sentì un macigno gravare improvvisamente sul petto quando, alla luce fioca del lampione, i suoi occhi scorsero le decine di tagli che le percorrevano la carne.

- No - mormorò, alzando lo sguardo in quello di lei. - Perché lo fai?

Le sue labbra carnose tremarono, e Harry si ritrovò ad accarezzarle la guancia con il dorso della mano, stringendo le loro dita intrecciate al petto.

Lei abbassò lo sguardo umido di lacrime incerte, piccole gocce di cristallo in bilico sulle lunghe ciglia nere.

- Mi fa sentire bene - sussurrò con la voce rotta.

- Quanti anni hai? - chiese turbato.

- Quindici... quasi sedici - sussurrò lei.

Harry sentì il macigno in petto farsi più pesante. - Quindici anni e hai già così tanto dolore dentro di te? - chiese a bassa voce. Lei tenne lo sguardo puntato a terra.

- Perché? Dimmi perché - chiese Harry, senza capire.

Lei batté le palpebre per scacciare le lacrime che minacciavano di rotolarle sulle guance. Le dita calde di Harry erano serrate sulle sue.

- Mi odio - sussurrò - odio me e il mio corpo. Odio il mio carattere debole. Odio... odio non essere importante per qualcuno.

Harry chinò la testa finché le loro fronti non si sfiorarino.

- Tu sei bellissima - sussurrò. - Non ti conosco ma sei bellissima. Non so il tuo nome, ma sei stata forte a venire qui e dirmi quelle cose. Non conosco la tua storia ma so che adesso esaurirò un tuo desiderio. Dimmi un tuo desiderio.

Lei alzò gli occhi azzurri e vide tutto il calore e la dolcezza nelle sue iridi verdi. Aveva tanti desideri.

- Voglio essere importante per qualcuno- disse con la voce rotta dal pianto trattenuto.

Harry fece scivolare anche l'altra mano sulla sua. Strinse le sue dita

- Tu sei importante per me, adesso. - disse sicuro, ad alta voce. - Tu sei importante, hai capito? Smettila di farlo - disse dolcemente. - Perché io ti voglio bene.

Una lacrima scivolò lenta sulla sua guancia. E mentre il calore di Harry l'avvolgeva nel primo, caldo abbraccio della sua vita, Jeanine si sentì felice.

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Hola. :)

Questa storia mi è venuta in mente da un paio di giorni, e non riuscivo a togliermela dalla testa, perciò ho deciso di scriverla.

Non so se ne siete al corrente, ma al concerto (data e luogo indicate nella prima riga) delle fan hanno portato dei cartelloni con su scritte quelle frasi che avete visto nella storia, e Harry ci è rimasto malissimo. Da qui l'idea.

Mi raccomando, commentate e ditemi che ne pensate. Qui Harry si trasforma da persona da aiutare in uno che aiuta. Il perché lo avete già capito, immagino. ;)

Solo un desiderio || Harry Styles ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora