20.

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- Farei prima a trasferirmi direttamente qui - mugugnò pigramente Harry. Aveva la testa poggiata sulle gambe della giovane, gli occhi chiusi e un dolce torpore che lo avvolgeva mentre giocava con gesti blandi con una pallina da tennis. - Voglio dire, tanto in albergo non ci ho mai dormito a parte due giorni.

- Mmh.

Harry aprì un'occhio e voltò la testa. Sorrise nel vedere la piccola ruga che le attraversava la fronte mentre fissava il libro di matematica che aveva in mano.

- Hai bisogno di una mano?

- Mmh.

Harry sospirò e tornò a guardare il soffitto. - È da un'ora e mezza che stai studiando. Non possiamo fare una pausa? - si lagnò.

- Tecnicamente sono io che dovrei fare una pausa, non tu che te ne stai lì a non far nulla - ribatté distrattamente lei, scribacchiando qualcosa sul quadernino appoggiato al petto del ragazzo.

- Fai il solletico - si imbronciò lui. Allungò una mano e le tirò un ciuffo blu, guadagnandosi una matitata sul dorso della mano.

- Ahi! - sventolò la mano in aria e sbuffò. Lei alzò gli occhi al cielo e continuò a risolvere la divisione tra polinomi, scrivendo velocemente qualche lettera.

- Sei violenta. Abusi di me. Ti denuncio.

- Ma taci - gli posò esasperata una mano sulla bocca e lui ne approfittò per morderla.

- Ahi - si lamentò Jeanine. Harry rise.

- Devo finire di studiare questo argomento, Styles. Finiscila di darmi fastidio.

- Darti fastidio è il mio unico scopo nella vita.

Gli gettò un'occhiataccia e Harry rinunciò a qualunque protesta, riprendendo a fissarla. Lei era così concentrata sulla divisione che non se ne accorse neppure.

Il ragazzo rimase buono per qualche altro minuto -giusto il tempo di correggere qualche errorino nella divisione e cominciare un'equazione- prima di stufarsi. Riteneva ingiusto che Jeanine stesse dedicando la sua attenzione a un libro di matematica quando aveva lui a portata di bacio.

Insomma. Baciarsi era un'attività molto più interessante rispetto ad algebra.

Ma lei non sembrava pensarla così.

- Che taglia hai di seno?

Jeanine saltò di almeno quindici centimetri e il libro di conseguenza cadde dal petto di Harry, capitombolando sul pavimento.

Harry fissò sorridendo come un bambino il viso scioccato e rosso come un peperone della ragazza. Lo fissava con gli occhi sgranati e la bocca spalancata.

- M-m-m-ma... ma... non sono affari tuoi - il suo tono era più acuto di almeno due ottave.
Bel lavoro, Harold , si complimentò con se stesso.

- Permettimi di correggerti. Sono affari miei, perché se volessi regalarti un reggiseno...

- Azzardati a farlo e mi trasferisco in Alaska in modo da non vederti più - lo minacciò lei, ancora sconvolta. Cercò di scivolare via dal letto, ma il peso di Harry la inchiodava sulle coperte. Harry le strinse il ginocchio con una mano, dispettoso. Si stava divertendo un sacco.

- Fammi almeno finire di parlare! Dicevo, se volessi regalarti un reggiseno o una maglia mi converrebbe saperlo, no?

Jeanine seppellì il volto tra le mani.

- Merda.

- No, dai, dico sul serio. Non vorrei mai regalarti una maglia che ti stia troppo stretta, così tutti i ragazzi ti andrebbero dietro sbavando e sarei costretto a rinchiuderti in casa per evitare di ucciderli tutti.

Solo un desiderio || Harry Styles ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora