27.

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- Niall! Niall, aspetta!

Si fermò di botto in mezzo al cortile, reclinando la testa all'indietro e fissando la macchia di cielo inquinato dalle leggere nuvole chiare. Karin scese gli ultimi scalini lentamente, tremando di freddo, ma senza la minima intenzione di distogliere lo sguardo dalla sua schiena per girarsi e andare a prendere qualcosa di più pesante da mettersi addosso.

- Niall - quando gli fu vicina e gli poggiò la mano sulla spalla lui si scostò, girandosi a guardarla ferito.

- Io... Niall - mormorò lei. Lui increspò le labbra, scuotendo la testa.

- Cosa? - chiese, allargando le braccia e facendo un passo indietro. - Cosa? Davvero, Karin, cosa ti aspetti?

- Che non ti comporti come un bambino - disse lei severamente, con una sfumatura acida nella voce. Lui ricambiò la sua occhiata scura con le iridi di ghiaccio, innervosendosi.

- Non avevo il diritto di dirti nulla - aggiunse secca lei, strofinandosi le mani sulle braccia in un vago tentativo di scaldarsi. - È la storia di Jeanine. Sono le sue vecchie ferite, Niall. Non possiamo semplicemente andare lì e riaprirle come se niente fosse per dare un'occhiata e sperare che tutto torni come prima. È lei a scegliere a chi volerle fare vedere. Jack era mio amico - disse, mentre le lacrime le riempivano gli occhi, cadendo sulle guance. Niall rimase in silenzio a guardarla, tutta l'irritazione sparita all'improvviso. Karin deglutì.

- Ho ancora in testa l'immagine del suo corpo sulla strada, il sangue attorno a lui e lo spettro del suo ultimo sorriso che aveva sulle labbra. Non è... non è fottutamente facile, Niall - si lasciò scappare un singhiozzo e si asciugò le guance, tirando su col naso - era... semplicemente... fantastico. Non se lo meritava. Certe notti lo rivedo come se fosse stato solo un secondo... un secondo fa. Non riesco, a dormire.

Karin crollò contro la spalla di Niall, mentre lui la stringeva a sé. Le baciò il collo, inspirando il suo dolce profumo esotico. - Mi dispiace - disse sinceramente - sono un coglione.

Karin si lasciò sfuggire una risatina.

- Mio Dio, quanto ti amo - sospirò circondandogli il collo con le braccia. Lui sorrise, chiudendo gli occhi e baciandole la guancia.

- Ti amo anche io - sussurrò.

      》》》》

Harry si lasciò pesantemente cadere sulle coperte del letto. Jeanine lo guardava preoccupata, a braccia incrociate, mentre i suoi occhi verdi saettavano da un punto all'altro del pavimento. Le sue dita massaggiavano delicatamente le tempie, mentre respirava a fondo, seduto sul bordo del letto.

Jeanine si avvicinò a lui, rannicchiandosi sul bordo del materasso senza osare sfiorarlo. La sua espressione dura e assorta al tempo stesso lo rendeva estraneo, senza quella scintilla dolce e divertita che distingueva i suoi occhi da un verde qualsiasi.

Harry, del resto, non sapeva come avrebbe dovuto sentirsi. Ma sapeva per certo che tra loro si stava formando una crepa. Non ne sapeva il perché, non l'avrebbe voluto, ma quella era la realtà.

La cosa che faceva male era che non sapeva come appianare quelle differenze insormontabili che li dividevano, come riempire con il suo amore quella crepa. Non si era mai trovato in quella situazione, a desiderare così profondamente di ricucire un rapporto; il problema era che non sapeva come fare. Il sesso o il contatto fisico non sarebbero bastati; se fosse stato così sarebbe stato tutto più semplice.

Harry si era trovato a sbattere contro un muro. Un muro che aveva il nome, il volto, e che era il ricordo di Jack. Quel muro aveva protetto Jeanine a lungo; di questo Harry gliene era grato. Ma ora lo stava dividendo da lei.

Non sapeva come comportarsi. Il giorno prima, trovandosi così vicini, avrebbe passato il braccio attorno alle sue spalle e le avrebbe baciato quelle dolci labbra screpolate.

Adesso non sapeva se lei lo avrebbe accettato, dopo la scazzottata. Sentiva un'aura di paura irraggiarsi dalla ragazza seduta al suo fianco, e lo feriva, questo. Jeanine non avrebbe mai dovuto avere paura di lui.

Tirò su la testa e allungò la mano ad intrecciare le dita a quelle della ragazza.

Lei ricambiò la presa, accarezzando le sue nocche col pollice prima e poi con le labbra, dolcemente, con un solo sfioramento leggero.

Harry voltò la testa e la guardò da sotto le ciglia. La studiò con le iridi rese lucide dalle lacrime e la voce ancora più roca da esse.

- Ti amo - sussurrò.

Lei sorrise e strinse le loro mani intrecciate al petto. Harry lo sentiva andare su e giù a ritmo del suo respiro, avvertiva il calore del suo corpo attraverso il tessuto scuro.

- Ti amo anche io - mormorò lei, guardando con gli occhi melanconici le proprie ginocchia.

Sospirò.

- Io... non avresti dovuto andare da lui, lo sappiamo entrambi. Ma... te ne sono grata - Harry sollevò sorpreso lo sguardo e la vide fissarlo con un lieve sorriso sulle labbra.

- Hai lasciato... che mi gettassi tutto alle spalle. Mi hai aspettato, Harry. Non potrei mai ringraziarti abbastanza per questo.

Le spalle di Harry si risollevarono lentamente. - Stai dicendo - disse lentamente - che... non pensi più a Jack, ora?

Lei annuì impercettibilmente. - Non fraintendermi. Sarà sempre ua parte di me. Ma ora... ora ci sei tu.

Harry chiuse gli occhi e assaporò il sentimento di gioia che gli cresceva in petto, sempre più grande. Aprì gli occhi e si sporse a baciarla. Jeanine ricambiò il bacio, mentre le loro mani si lasciavano andare. Harry l'afferrò per la vita e la spinse delicatamente sul letto.

Jeanine sorrise mentre Harry si rannicchiava su di lei, abbracciando la sua vita e posandole la testa sul petto. Jeanine immerse la mano nei suoi capelli, giocando con i ricci. Rimasero così, lui ad ascoltare i battiti del suo cuore, lei a contare quelli del suo mentre li sentiva contro le costole.

Harry chiuse gli occhi, mentre quella bolla di amore si avvolgeva delicata attorno ai loro corpi esausti, cancellando in un sol colpo i dubbi e le paure.

La testa di Harry si abbassava e alzava impercettibilmente accompagnando il suo respiro, mentre gli occhi azzurri di Jeanine vagavano sul soffitto, rivivendo brutti ricordi.

Le mani di Harry salirono lungo il suo stomaco, accarezzando la stoffa blu e raggiungendo il suo sterno, intrecciando le dita alle sue.

- A cosa pensi? - mormorò.

Lei trasse un respiro tremante.

- Io... non sono sicura di sentirmi di farti... un... - la sua voce si spense.

Harry sollevò la testa e la guardò sorpreso, con gli occhi verdi un tantino allarmati e le labbra lievemente schiuse.

- Tu non devi fare niente che tu non voglia fare - disse con fermezza.

Lei lo guardò per un istante prima di distogliere lo sguardo, a disagio. Harry sospirò e si sollevò sugli avambracci, scivolando in su finché il suo volto non fu sopra a quello della ragazza.

- Da te non voglio il sesso, Jean. Voglio semplicemente una relazione seria. Ti amo. Starti abbracciato come adesso è sufficiente.

Lei sorrise amaramente, e il ragazzo sospirò,  tornando giù, affondando il naso nell'incavo della sua spalla come un bambino in cerca di coccole.

- Quando avrò bisogno di qualcosa di più te lo dirò - disse con voce impastata. - E decideremo allora. Ti amo.

Jeanine sorrise e una lacrima le scese sulla guancia mentre Harry si addormentava.

Era semplicemente un miracolo. Né più né meno.

Che schifezzuola, ma vabbi u.u
Harreh non è dolcissimo?  *·*

Solo un desiderio || Harry Styles ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora