• Prologo

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«Oh andiamo bello, sta' calmo»
«Come, prego?» Il ragazzo alto e bruno si girò verso i suoi amici con un sorriso incredulo sul viso, prima di tornare a guardare l'essere davanti a sè.
«Nulla... volevo solo-»
Non fece in tempo a parlare, che il ragazzo ricevette un pugno sul viso.
«Bravo Andres! Sì!» I suoi amici esultavano, intorno al corpo del ragazzo adesso sdraiato.
«Ehi, tu»
Andres si girò, appena in tempo per vedere l'ultima persona che avrebbe voluto vedere in qualsiasi giorno scolastico.
«Togliti». Il ragazzo dai capelli biondo cenere spinse i due tipi che avevano fatto da scudo al loro "capo", raggiungendo lui e il ragazzo sul pavimento.
«Ma chi si vede... non avevi di meglio da fare, Way?»
«Sì. E tu mi dai noia» Afferrò il colletto della sua uniforme e lo scaraventò per terra, dando poi un'occhiata annoiata al ragazzo. In quella frazione di secondo notò che il suo labbro era gonfio e spaccato, molto rosso sulla parte dello zigomo.
«Andiamocene, Andres ti aspettiamo in classe»
«Vigliacchi» Mormorò Way con un sorriso, «Allora, hai intenzione di alzarti o no?» Chiese, sollevando un sopracciglio.
Il ragazzo, come se si fosse appena ripreso da uno stato di trance, si sollevò sui gomiti e successivamente si mise in piedi.
«Grazie...»
A quel punto Way scomparve.
Scomparve e quel ragazzo di cui nessuno ancora sapeva il nome in quella scuola non lo avrebbe rivisto così facilmente.

«La famiglia Way è molto strana, Frank... non devi fidarti di nessuno di loro. Non frequentarli, non guardarli, non-»
«Perchè? Da dove vengono?»
«Oh lassù, sulle montagne. Solo una persona ha avuto il coraggio di andare a vedere e... beh, non abbiamo più avuto sue notizie»
Frank aggrottò la fronte, sbattendo le posate sul tavolo della mensa. «Cosa? Dimmi di più, Jane, per favore»
«Dio Frank, perchè ti interessa così tanto?»
«Se proprio ci tieni, puoi fare una ricerca su internet. Girano storie di tutti i tipi sulla famiglia Way.» Si intromise Ronald McFray, studente del quinto anno.
«Ronald» Lo salutò Jane, facendogli cenno di sedersi.
«Lui è Frank. Il nuovo-»
«Piacere Frank! Io sono Ronald, ma puoi chiamarmi Ron. Faccio il quinto anno, e sono considerato uno degli anziani di questa scuola. Sai, se ti unisci a me qualche volta, posso darti tutte le informazioni di cui hai bisogno»
Jane roteò gli occhi contrariata, conoscendo il comportamento di Ronald, invece Frank sorrise e annuì più che soddisfatto.
«Grazie mille!»
«Di nulla. Allora, dimmi, cosa stai cercando?»
«Volevo solo saperne di più su quel ragazzo dai capelli bianchi... è strano, sì, ma mi ha salvato da Andres!»
«Ti ha salvato? Da Andres?! Il bullo della scuola! Ha preso di mira anche te il primo giorno?!»
«Perchè, anche tu...»
«No. Ma alcune persone che conosco. Io sono stato abbastanza furbo da non calcolarlo dalla prima volta che ho messo piede in questa scuola.»
«Grazie Ron, ma non fargli la morale adesso. Lo vedi com'è conciato?»
«Allora allora. Dicevamo?»
«Chi è Way, il ragazzo che viene qui a scuola?»
«Gerard Arthur Way. Nato il 1977 proprio in questo paese.»
«Gerard... Arthur Way» Frank annuì, stampandoselo in mente. «Poi? La sua famiglia? Perchè è considerata strana? Cosa c'è lassù di tanto inquietante?»
Ron aprì la bocca per rispondere al nuovo studente, ma non appena notò un'ombra allungarsi sopra il tavolo, superando la testa di Frank, alzò lo sguardo e sgranò gli occhi.
«Ronal- Ron? Quindi? Cosa si cela dietro quella-»
Jane tappò appena in tempo la bocca a Frank, facendo un risolino alquanto innaturale. «Ehi Frank, perchè non mangi quella zuppa? Si fredderà.»
Frank a quel punto capì che c'era qualcosa che non andava, quindi si girò di lato, alzando lo sguardo su quello che era Gerard Arthur Way nato il 1977 a Belleville.
«Oh, ciao! Ti siedi qui con noi?» Chiese Frank con un piccolo sorriso sulle labbra, molto naturale. Molto ingenuo, pensavano i suoi compagni.
Gerard lo guardò dall'alto e sembrava minaccioso agli occhi di Ron, che lo fissava come se Frank fosse sul filo del rasoio.
Mentre Jane era col fiato sospeso ma faceva finta di nulla; voleva vedere come la cosa si svolgeva.
«No»
E se ne andò.
Frank tornò con la testa sul piatto e annuì lentamente, un paio di volte. «Okay, è strano», Sollevò il capo e sulle sue labbra si formò un sorriso, «Fico».

𝒊𝒍 𝑵𝒐𝒔𝒕𝒓𝒐 𝑷𝒐𝒔𝒕𝒐 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora