«Gerard» Chiamò sottovoce il ragazzo, stringendo la manica della divisa scolastica in un pugno. «Gerard...» Chiuse gli occhi e cercò di non far tremare i denti, a causa della pioggia fredda che gli finiva sul viso e poi sui vestiti, rendendoli fradici.
Ma d'un tratto la pioggia cessò; Frank riaprì gli occhi e guardò al suo fianco: il ragazzo misterioso era tornato.
Tirò un sospiro di sollievo, «Dio».
«Scusami. Dovevo risolvere la cosa.»
«Risolvere la cosa... come? Sei tornato a scuola in questo minuto e hai sconfitto il cattivo? Che cosa diamine sei? È vero tutto quello che dicono su di te, quindi?»
«Senti,» Cominciò Gerard a denti stretti, afferrandogli inaspettatamente il polso e stringendolo con poca delicatezza. «Non hai il permesso di parlarmi così soltanto perché ti ho salvato. Hai capito?»
Frank scoppiò a ridere, sarcastico, «Wow, hai ragione. Ma non me ne starò qui a farmi comandare da te perchè mi hai salvato.» Disse, con un tono disgustato, e si tolse da sotto l'ombrello che Gerard aveva messo sulla sua testa.
Sarebbe tornato a casa da solo. Non aveva più bisogno di lui.
Cominciò a camminare, alzandosi il cappuccio sulla testa.
«Aspetta»
Frank non lo ascoltò. Continuò a camminare, ma la strada si faceva sempre più fitta dalla nebbia.
Così si mise una mano sulla fronte e provò a strabuzzare gli occhi, poi però sentì la voce di Gerard: «FRANK»
Così si volto di scatto, ma dietro di lui non c'era più nessuno.
Era forse pazzo?
Era impazzito, in qualche modo?
Preferiva esserlo, piuttosto che credere che tutta quella stranezza fosse reale.
Come avrebbe fatto poi a sopportarlo?
A fare finta di nulla?
Ah ecco. Qualcuno c'era.
Il ragazzo che aveva visto a scuola, sotto quel banco.
«Frank»
Lui indietreggiò. Aveva paura.
«Ti ricordi di me, vero?
Che peccato. Mi dispiace proprio.»
«Beh, tu... è successo poco fa ma... io posso sempre far finta di niente. L-Lo sai, vero? Non dirò nulla.» Scandì per bene le parole, muovendo lentamente le labbra, provando a convincere quell'essere. «Non lo farò»
«Chi me lo dice?»
«Tu hai dei poteri. Io no.
Non mi conviene, lo so benissimo»
«Mh...»
Mentre il ragazzo sembrava convincersi delle sue parole, delle mani comparirono dalla nebbia e lo afferrarono per la stessa divisa scolastica che indossava Frank. Lo buttarono giù e da lì il moro non riuscì più a comprendere i movimenti che le due figure compivano.
Si portò una mano al petto e indietreggiò ancora e ancora, fino a inciampare sui propri piedi per via dell'acqua e a ritrovarsi a terra.
Non poteva fare niente per aiutare Gerard.
Non poteva chiamare la polizia.
Gerard era davvero qualcosa. Non sapeva ancora cosa, e non sapeva nemmeno se lo avrebbe mai scoperto; ma una cosa la sapeva, ed era che lui si stava preoccupando molto.
Quel ragazzo era in pericolo e lui era troppo debole per salvarlo, troppo umano.
Cacciò via le finte lacrime che la pioggia creava sul suo viso e si rimise in piedi, camminando verso l'essere di prima.
Erano ancora impegnati nella lotta quei due, ma perché non usavano i loro superpoteri?
Forse non ne hanno. Forse non vogliono mostrarli a me.
Addocchiò l'ombrello di Gerard sull'asfalto e girò cautamente attorno alla scena di loro due, per prenderlo.
Dopodiché si espose, «Adesso basta!» Gridò, contrastando il rumore della pioggia e dei loro grugniti, tenendo l'ombrello saldo tra le mani all'altezza delle ginocchia.
Sentì il ragazzo non umano ridere, appena prima che Gerard gli sferrasse un pugno in faccia.
«Va' via Frank» Comandò il ragazzo dai capelli biondo cenere, mentre fissava quel coso e lo prendeva a pugni, come se stesse parlando con lui.
Frank non rispose, ma restò dietro di loro pronto ad intervenire nel caso Gerard si fosse trovato in difficoltà.
Ma non ci volle il suo aiuto.
Dopo almeno altri cinque minuti l'essere si stancò probabilmente di ricevere colpì e cominciò a vacillare e sfarfallare. Come una luce che si sta per spegnere.
Lo sguardo di Frank era a dir poco confuso, stranito, ed altamente curioso.
Non aveva più paura.
Aveva affrontato il nemico anche se non fisicamente, e soprattutto c'era Gerard.
Quando infine il ragazzo più strano di Gerard scomparì nella pioggia e la nebbia, quest'ultimo si avvicinò a Frank.
«Perchè hai quella faccia?» Domandò, confuso dalla sua reazione; pensava anche che doveva essere stato molto coraggioso, dato che lo conosceva come uno introverso e un po' sfigato.
«Così.» Fece spallucce, «E tu, niente da dire?» Fece infine, con un piccolo ghigno che gli si formò sul viso.
Cosa che lo rendeva particolare e attraente.
O almeno era quello che pensava Gerard in quell'esatto momento.
Ma lui rispose in modo scorbutico, quasi a voler imitare la sua voce. «No, niente da dire»
Frank sbuffò ma per il momento decise di rassegnarsi; l'avrebbe cercato a scuola, in un momento qualsiasi dopo le lezioni, magari durante la pausa pranzo.
Però la scuola rimaneva chiusa per una settimana intera, per avere il tempo di sistemare il di più dopo l'incedio che c'era stato.
Quindi Frank decise di fare una cosa.
«Il tuo numero»
«Cosa?»
«Il tuo numero. Ce l'hai un cellulare oppure voi esseri non ce l'avete?»
«Voi ess...» Gerard roteò gli occhi, indignato. «Sì, ce l'ho. Con questo?»
«Beh, dammelo...» La sicurezza che si era creata attorno a Frank in quel lasso di tempo da quando Gerard lo aveva salvato fino a quel momento in cui aveva conosciuto i suoi più oscuri segreti, si stava sgretolando al pronunciare di quella frase.
Era una cosa normale, ma Frank era pur sempre introverso.
E molto insicuro.
«Ah.
Beh, okay, Frank. Se è quello che vuoi...» Gerard lo guardò a lungo negli occhi, provando a trovare il suo sguardo inutilmente.
Frank non poteva guardarlo, decise di farlo per la sua sanità mentale, e deglutì rendendosi conto che stava prendendo il suo numero con il suo sguardo addosso.
«Bene. Ciao.» Salutò infine Frank, camminando in direzione opposta alla sua.
Adesso aveva il numero di Gerard – lui non aveva il suo.
Cosa ci avrebbe fatto?
Avrebbe dovuto chiamarlo perché non poteva aspettare il ritorno a scuola e chiedergli di incontrarsi in paese oppure di trovare un posto segreto che lui conosceva sicuramente perché era un essere strano e... non sapeva bene come ma lo avrebbe fatto.
Doveva sapere.
E Gerard non poteva negargli nulla.
Uno, perché aveva visto, e a meno che Gerard fosse disposto ad ucciderlo – ma non lo avrebbe ucciso – non lo avrebbe ucciso.
Secondo, perché la curiosità di Frank vinceva su tutto, giusto?
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𝒊𝒍 𝑵𝒐𝒔𝒕𝒓𝒐 𝑷𝒐𝒔𝒕𝒐
Romance𝘛𝘪 𝘧𝘪𝘥𝘪 𝘥𝘪 𝘲𝘶𝘢𝘭𝘤𝘩𝘦 𝘷𝘰𝘤𝘦 𝘰 𝘥𝘦𝘭 𝘵𝘶𝘰 𝘪𝘴𝘵𝘪𝘯𝘵𝘰? ᵇᵒʸˣᵇᵒʸ ᶠᵃⁿᵗᵃˢʸ ⁿᵒ ᵛᵃᵐᵖⁱʳᵉ ©𝑝𝑎𝑟𝑡𝑦𝑏𝑢𝑔𝑝𝑜𝑖𝑠𝑜𝑛 (Frerard) [Cominciata agli i...