I don't know you

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«Ron, per favore, verresti a casa mia per ripassare fisica? Dio, non ci capisco nulla»
«La smetterai mai di chiedere per favore? Siamo a metà anno ormai e tu sei ancora così formale con me!» Ridacchiò l'amico dando una spallata a Frank. «Sciogliti amico.»
«Sciogliermi?» Il moro sollevò un sopracciglio.
«Sì... scioglierti» Un ghigno comparve sul viso del ragazzo riccioluto, «E io so benissimo come fare.»
«Mettendolo su un fornello, visto che è basso?» Chiese ironica Jane, che era passata di lì per caso e li aveva affiancati, con un sorrisino.
«Buongiorno Jane... così sei tutt'altro che amabile»
«È un buon inizio. Non credi?» Chiese a Ron, che annuì.
«Questa sera. La festa di Sam. Ricordi?»
«Ah sì, il tipo a cui piace giocare con le bambole da ubriaco.»
«In che senso-» Cercò di intromettersi Frank, non capendo nulla della situazione, ma i due continuarono a parlare ininterrottamente senza calcolarlo.
«RAGAZZI!»
I due si voltarono scioccati verso Frank, deglutendo.
«Esisto. Volete rendermi partecipe della conversazione oppure no?» Disse, combattuto dalla sua stessa timidezza, guardando entrambi.
«Ce-certo Frank...» Risposero in coro.
«Bene, grazie»
Frank continuò a guardarli, aspettando una spiegazione, ma i suoi due amici restavano in silenzio.
«Cristo ma che avete voi due oggi? C'è qualcosa sotto? Uscite e non volete dirmelo perché avete paura del mio giudizio universale?»
«No! Mai» Rispose Jane respingendo Ron che nel frattempo aveva cominciato a farle le finte moine.
Dopo il riccioluto si ricompose, «Allora Frank. Non c'è molto da sapere. Fatti trovare sotto casa alle otto» Diede un paio di pacche amichevoli sulla spalla del moro.
«Casa tua?»
«No, casa tua, Frank.»
«Le signorine devono farsi venire a prendere, non il contrario» Riprese poi, facendogli l'occhiolino; Frank si limitò a sbuffare e a nascondersi poi dietro l'armadietto che aveva appena aperto.
Però Jane sbucò dall'altro lato, appoggiandosi accanto a lui.
«Ehi Frankie» Mugolò, prendendogli la cravatta per poi cominciare a giocarci.
«Dimmi, Jane» Rispose Frank cercando di essere paziente, quando sapeva in realtà che quel tono di voce non prometteva nulla di buono.
«Vestiti elegante stasera...»
«Perchè?...» Si azzardò ad indagare, mentre dava un'occhiata dietro di sè per vedere dove fosse Ron.
«Beh, il perché non posso dirtelo. Lo capirai da solo, forse. E mi ringrazierai.»
Frank serrò la mascella, mordendosi le labbra. Non ne era sicuro, ma pensava che Jane ci stesse provando con lui.
Il fatto non era che gli desse fastidio, ma che avrebbe ferito i suoi sentimenti, dato che per lei non poteva provare nulla, avendo gusti diversi.
Non lo aveva ancora detto ai suoi amici; non perché non si fidasse di loro, ma perché ne era terrificato e imbarazzato. Non poterne parlare a nessuno non aiutava, ma forse, come diceva Ron, doveva soltanto imparare a sciogliersi un po'.

Verso le sette di sera, Frank cominciò già a decidere cosa mettere. Non voleva deludere Jane, qualunque fossero le sue intenzioni.
Le voleva bene.
Perciò, si vestì come avrebbe sempre voluto fare. Più scuro, misterioso, leggermente sexy.
Una maglia blu notte molto sottile a collo lungo, che esprimeva molto il suo lato omosessuale - ma non aveva molti vestiti, e soprattutto non eleganti - con dei jeans a vita bassa, neri e con una piccola catena attaccata dalla tasca posteriore a quella sulla coscia.
Infine, arrivata l'ora, avrebbe messo il suo chiodo preferito, corto, nero e lucido ma consumato dal tempo. Lo indossava da almeno tre anni tutti i santi giorni.
Uscito fuori, c'era Ronald ad aspettarlo con la sua dannata macchina di lusso.
«Wow Ron...»
«Ti piace?» L'amico fece un ghigno, soddisfatto della reazione di Frank. Probabilmente cercava di vantarsene.
«Puoi scommetterci! È fantastica» Rispose il moro sorridendo. Dopodiché entrò in macchina, dallo sportello che Ron gli aveva appena aperto.
«Lettera dell'alfabeto.»
«Mh... G»
Ronald si voltò verso di lui a dir poco scioccato, oppure confuso, ma vedendo l'espressione innocente di Frank decise di non dire nulla.
«G sta per... Green Day» Sorrise, riprendendo subito il suo buon umore, e mise su il cd di quella band.
Quando arrivarono a quello che si rivelò essere un pub - quindi non la casa di Sam, e le bambole Frank constatò dopo con i suoi occhi che erano ragazze in carne ed ossa - si divisero.
Ron andò verso il bancone; si era offerto di pagare il primo giro a loro più a un suo amico, Carl.
Nel mentre, Jane e Frank si sedettero agli sgabelli davanti a un piccolo e alto tavolino rosso scuro.
«Ti sei vestito molto bene, a quanto vedo... quindi avevo ragione, eh?» Disse Jane, sporgendosi per dare una spallata a Frank.
«Su... cosa?»
«Andiamo! Ho visto come lo guardi»
Frank aggrottò la fronte, «Oddio ma di che parli? Non mi piace... Ron...»
La bocca di Jane si spalancò, dopodiché scoppiò in una fragorosa risata. «No, no! Beh... io parlavo di lui» Girò la testa di lato e con lo sguardo gli indicò un ragazzo.
Un ragazzo dall'aura misteriosa.
Tutto vestito di nero, la mantella della giacca molto gotica che indossava svolazzava ad ogni suo passo. E tutto ciò contrastava benissimo con i suoi capelli biondo cenere.
Gerard Way, giusto?
«Non l'ho mai guardato in realtà, Jane, non so come possa esserti passata per la testa una cosa del genere» Ridacchiò Frank scuotendo la testa.
«Stai... scherzando, vero?»
«No. E poi, chi ti ha detto che mi piacciono i maschi?...»
«Frank, andiamo, si vede soltanto dalla maglietta che indossi stasera. Comunque cosa, avete litigato?»
Inizialmente Frank si guardò la maglia chiedendosi cos'avesse di così tanto diverso, poi ripensò all'ultima cosa.
Avete litigato?
«Jane, di chi parli?»
«Fingi di essere ubriaco sperando che Ron non ti convinca a buttare giù uno shottino? Beh, peccato che siamo appena arrivati. E se sei serio -spero di no- hai seri problemi.»
«Io non conosco quel tipo... Gerard Way o come si chiama.»
In quell'esatto momento lo guardò, e notò che appena la sua bocca pronunciò quel nome... lui si girò.
«Dannazione...» Il moro scattò con la testa in avanti, esasperato dal comportamento dell'amica.
«Ah okay. Allora ti ha ricattato, mi è chiaro»
«NO! Non ci ho mai parlato, Jane, che ti prende?!»
La ragazza a quel punto prese Frank per il polso e lo trascinò nell'esatta direzione di Gerard Way.
«Cosa- che diamine fai, Jane!» Cercò di tirarsi indietro puntando i piedi per terra ma a quanto pare la sua amica aveva tanta forza nelle braccia.
«Gerard?» Domandò lei, pur sapendo fosse lui.
Il ragazzo si girò, sollevando un sopracciglio. «Sì?»
Sentendo quella voce, calma e sicura, ancora una volta l'espressione di Frank si fece confusa.
Gli sembrava di averla già sentita, in qualche modo.
«Scusa, ma che diamine hai detto al mio amico? No perché, sai, non si ricorda di te. A meno che non mi stia prendendo per il culo in modo assurdo e tu pure.»
Frank la guardava con la bocca aperta, Gerard diede un'occhiata prima lui e poi a Jane facendo un risolino. «Oh, uhm, non so, ha ragione lui: non ci conosciamo».
Il ragazzo mantenne il sorriso, guardando di nuovo il volto di Frank.
«Già...» Rispose quest'ultimo in un illusorio stato di trance, guardando gli occhi di Gerard.
«Adesso ce ne andiamo» Disse infine al biondo, trascinando Jane dal lato opposto e mettendosi una mano fra i capelli per riportarli indietro.
«Ma che ti è saltato in mente? Mettermi in imbarazzo così...»
«Eh no. Adesso basta.» Jane scattò indietro, tornando verso Gerard per poi prenderlo dalla giacca costosa.
«Stai giocando eh?»
«Manteniamo la calma, d'accordo?» Disse lui, serio, staccando con movimenti trattenuti le dita di Jane dalla sua giacca.
«Jane» La richiamò Frank, ma lei non lo ascoltò.
«Parla chiaro con me.»
«Ragazzi, datemi un minuto» Disse Gerard al suo gruppetto, seguendo Jane che lo portava in fondo, verso le poltroncine.
«Sono confuso...» Sussurrò Frank tra sé e sé.
«Parla» Impose Jane al ragazzo misterioso.
«Non rivolgerti così a me.»
«Chi ti credi di essere?»
«Non sono problemi tuoi»
«Cristo, potete stare... zitti per un momento?
Mi sta venendo un gran mal di testa e siamo a inizio serata. Non durerò a lungo» Sbottò Frank, sempre con un tono di voce basso.
Jane sospirò, «Questo qui è una causa persa, ho capito» Prese Frank da un braccio e se ne andarono insieme. Dopodiché la ragazza si fermò e prese il viso del moro tra le mani, cominciando a baciarlo davanti a tutte le persone che nelle vicinanze si erano girate a guardare e avevano iniziato a fischiare ed esultare.
Frank non si ritirò quasi subito, ma quando lo fece guardò Jane molto confuso.
Lei sorrise, «Così ti faccio passare il gay?» Sussurrò.
«Stai scherzando?» Chiese Frank incredulo.
«Sì, sciocchino.»
Improvvisamente Gerard si presentò alle spalle di Frank, e tra lui e Jane ci fu uno sguardo di sfida.
Il moro quindi si girò, guardando sorpreso il ragazzo con i capelli biondo cenere.
«Avete un conto in sospeso voi due? No perché io non ci sto capendo nie-»
Gerard afferrò Frank dal gomito e lo rubò a Jane, allontanandosi dal resto della gente fino a raggiungere l'uscita del pub.
«Scusa ma...»
«Non parlare.
Non ancora»
Arrivati sul retro, il ragazzo misterioso si appoggiò al muro vicino all'insegna colorata di fucsia dal neon. "Sweet Nights" si chiamava quel locale, e Frank lo aveva appena notato.
«Sei remissivo.»
«Come scusa?»
«Potevo essere uno stupratore, un ladro o che so io.»
«Sì... beh-»
«Non importa. Frank, devi dire alla tua amica di lasciarti in pace.»
Frank a quel punto spostò lo sguardo sul viso di quel ragazzo. «Perché? Per il bacio? Guarda che a me non interessa la mia migliore amica, sono- niente.» Gli occhi di Frank si spalancarono. Stava per soffiare il suo orientamento ai quattro venti senza nemmeno rendersene conto.
«Sei gay, questo stavi per dire?»
«No... non ti interessa» Rispose, riponendo lo sguardo verso il basso, sulla punta delle proprie scarpe.
«Non devi vergognartene»
«Non farmi la morale. Non ti conosco nemmeno»
A quel punto Gerard sorrise, «Già, dimenticavo. Comunque, dì quello che ti ho chiesto alla tua amica.»
«Si vedrà, ciao» E Frank rientrò dentro il pub.
Forse non sarebbe dovuto andare in quel posto. A quanto pare Jane lo stava usando per fare ingelosire quel Gerard Way.

𝒊𝒍 𝑵𝒐𝒔𝒕𝒓𝒐 𝑷𝒐𝒔𝒕𝒐 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora