Quel giorno Gerard chiese a Frank scusa.
Gli chiese scusa perché era stato egoista nei suoi confronti, nonostante gli avesse ridato la memoria per fargli sistemare le cose con i suoi amici.
Invece, ritornando, si era reso conto di aver fatto la cosa peggiore.
Per quello Gerard chiese a Frank di uscire, un pomeriggio tranquillo. Per parlare.
Sistemare le cose.
Decidere insieme cosa fare.
Di solito il ragazzo misterioso, come lo chiamavano, non si preoccupava di mettere in mezzo gli altri, nelle sue decisioni. Di solito le sue decisioni erano sue e basta.
Non importava il pensiero, il giudizio degli altri.
Ma Frank ci teneva a Gerard.
E Gerard non poteva fare a meno che sentirlo.
Ma non aveva deciso di tenerlo aggiornato su cosa avrebbe fatto perché gli faceva pena.
Voleva farlo perché anche lui sentiva di... tenerci a quel ragazzo.
E in qualche modo erano legati.
In qualche strano, stranissimo modo.
Forse erano legati da qualcosa di sovrannaturale.
Questo passò per la testa di Gerard.
Ma poi si ricordò di essere comunque un umano,che provava dei sentimenti come chiunque altro.
Gli umani avevano questo attorno.
Le relazioni. Le amicizie. Gli amori. Le disgrazie.
Per Gerard il loro rapporto era tutto questo.
Tutto quello che si potrebbe provare solo con tante persone.
Non aveva visto nè parlato con Frank chissà quante volte e per quanto tempo, ma si era reso conto che c'era stato per il moro in momenti cruciali.
Come quando Andres lo aveva picchiato.
O aveva incontrato quell'essere dell'altro mondo.
Oppure quando aveva perso la memoria, e dopo aveva litigato con i suoi amici.
Gerard c'era sempre stato, e lo aveva sempre salvato.
Per questo si sentiva legato a Frank.
Per questo sentiva di non poterlo lasciare, come aveva pensato di fare per non stravolgere la sua vita.
Non poteva farlo.
Doveva esserci ancora, nel caso Frank avesse avuto bisogno di una mano.
In caso capitasse qualcosa di brutto.
Lui avrebbe sentito.
L'avrebbe ascoltato da lontano.
Gli sarebbe stato accanto - cosa che non aveva mai fatto per nessuno. Sia per sua scelta che per quella degli altri.
Anche se questo voleva dire far entrare Frank nella sua vita, ma soprattutto entrare nella vita di Frank.
E anche se di conseguenza questo avrebbe messo in pericolo tutti e due.
Perché sì, stare accanto a Gerard significava avere a che fare con gente come quella che aveva incontrato Frank a scuola, senza preavviso o alcun motivo per essere lì.
E lui doveva essere pronto a tenerlo lontano da quel lato malvagio di cui faceva parte, perché altrimenti Frank sarebbe stato davvero in pericolo.
Perciò, dopo un esame di coscienza, Gerard stravolse i suoi programmi, e tutto quello che aveva progettato per quella sera lo cancellò. Quindi avrebbe dovuto improvvisare tutto.
Infatti il biondo era molto nervoso quel pomeriggio; non sapeva da dove cominciare a parlare o dove far sedere Frank per spiegargli a cosa sarebbe andato incontro.
Ma nell'esatto momento in cui lo incontrò, e vide i suoi occhi, mentre lo raggiungeva con quel solito sorriso leggero sulle labbra... Gerard riuscì a sgarbugliare i suoi pensieri naturalmente.
«Ciao»
«Ciao» Rispose Gerard.
Il tono di voce calmo e leggero, tanto che Frank si sentì come schiaffeggiato dal vento, senza alcuna violenza.
Una sola parola, tali reazioni.
Frank era davvero sorpreso dal suo essere. Da come Gerard era fatto.
Non solo esteticamente; lui aveva visto quello che c'era dentro quel Gerard Arthur Way nato il 1977 a Belleville, la stessa persona che tutti credevano di conoscere.
«Volevi dirmi qualcosa di importante? Sei nei guai? C'è qualcuno di strano a scuo-»
Gerard abbassò la testa verso il basso sperando che Frank smettesse di fare tutte quelle domande, e così accadde.
Ma lui non fece proprio nulla con i suoi poteri.
Il moro si era fermato bruscamente e aveva guardato bene Gerard in viso, domandandosi cosa avesse fatto di strano.
«Tutto okay?»
«Fai parlare me adesso.
Vieni, ti porto in un posto» Gerard gli offrì una mano, e Frank si ricordò di quando lo stesso "ragazzo misterioso" lo trascinò fuori dai guai tenendolo per mano.
Il tragitto non riuscì a vederlo; semplicemente perché Gerard aveva usato uno dei suoi poteri. Tutto il paesaggio era cambiato velocemente e nonostante Frank non avesse battuto ciglio se l'era perso comunque.
«Mi aspettavo qualcosa di lussuoso»
Gerard guardò Frank un po' confuso, almeno finché questo non finì di parlare.
«Di banale.
Invece questo posto è... semplicemente magnifico.
Non ho visto molto di Belleville, ma credo che mi sarà difficile rimanere indifferente a questo paesaggio» Disse sinceramente, guardandosi attorno.
Il paesaggio era realmente di una strana, bella e particolare semplicità.
Quella di cui non ti accorgi mai finché non la guardi con occhi diversi. Con gli occhi di un sognatore.
Con gli occhi di chi non ha visto tanto e sa bearsi delle piccole cose, che lo soddisfano più di qualsiasi altra cosa che potrebbe strafare nella sua normalità.
Ecco com'era Frank agli occhi di Gerard.
Non si sbagliava.
Frank era semplice.
Ma di una semplicità complicata; complicata da decifrare.
Interessante da scoprire.
Era sempre nascosto, ma solare.
Non lo notava nessuno, spesso nemmeno neanche chi gli stava accanto. Ma solo perché non ci riuscivano, non riuscivano a vedere quanto bello fosse quell'essere, un essere umano al cento per cento.
Senza poteri.
Eppure era quello l'effetto che faceva a Gerard.
Lo confondeva, come se lo stesse facendo di proposito.
Invece era l'essere più puro che avesse mai incontrato.
«Questo è perché siamo più simili di quanto pensi»
«Dici davvero?» Rispose Frank, sedendosi liberamente sul tappeto d'erba e terreno che circondava quelle colline. Basse, e che davano una vista poco nota ma meravigliosa del basso.
La notte cominciava a farsi spazio e a scacciare la luce, perciò i lampioni lontani creavano un gioco emozionante ai suoi occhi, rendendo la strada buia un percorso illuminato fiocamente da tanti pali sottili.
Gerard si limitò ad annuire in risposta.
«Pensavo avresti fatto più domande su di me»
«Anche io. Ma sai...» Il moro circondò le ginocchia con le braccia e, girandosi a guardare Gerard, cominciò a dondolare lentamente su se stesso.
«Cosa?» Il ragazzo dai capelli biondo cenere lo guardò con la coda dell'occhio; le sue braccia erano tese all'indietro, e mantenevano il peso del suo corpo, mentre il collo leggermente inclinato gli permetteva di guardare in alto e godersi della vista superiore e più vicina del cielo.
«Non mi importa. Mi bastava sapere che potevo fidarmi di te. Non sarei venuto qui altrimenti» Ammise infine Frank, ridacchiando.
«Ma una cosa voglio saperla.» Aggiunse subito dopo, mettendosi un dito tra il labbro inferiore e il mento.
«Mh?» Rispose Gerard, rilassato dalla tranquillità di quel posto, un po' spezzata dalla vivacità di quel ragazzo; cosa che però a lui non dispiaceva, lo trovava simpatico e dolce.
«Il nome di questo posto.
Non ci ho visto un accidente, perciò non potrei mai ricordare la strada che hai fatto per arrivare fin qui.»
Gerard rise per un momento, beccandosi un'occhiataccia da Frank, ma subito dopo smise e tenendo il sorriso gli rispose, «Oh, certo. Nessun problema.
Ma ad una condizione, Frank»
«Quale?...»
«Questo sarà esclusivamente il nostro posto.»
STAI LEGGENDO
𝒊𝒍 𝑵𝒐𝒔𝒕𝒓𝒐 𝑷𝒐𝒔𝒕𝒐
Romance𝘛𝘪 𝘧𝘪𝘥𝘪 𝘥𝘪 𝘲𝘶𝘢𝘭𝘤𝘩𝘦 𝘷𝘰𝘤𝘦 𝘰 𝘥𝘦𝘭 𝘵𝘶𝘰 𝘪𝘴𝘵𝘪𝘯𝘵𝘰? ᵇᵒʸˣᵇᵒʸ ᶠᵃⁿᵗᵃˢʸ ⁿᵒ ᵛᵃᵐᵖⁱʳᵉ ©𝑝𝑎𝑟𝑡𝑦𝑏𝑢𝑔𝑝𝑜𝑖𝑠𝑜𝑛 (Frerard) [Cominciata agli i...