Thank you

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I giorni successivi, Frank chiarì con Ronald.
Tornò tutto come prima, anche se quello che Ron, il suo migliore amico, gli aveva confessato, rimase nella sua testa per gran parte dell'orario scolastico di quel giorno.
A quel punto Frank decise di chiarire meglio.
«Ma ne sei sicuro?»
«Frank, ti ho già detto che non lo so.»
«Sì ma... solo con me o...?»
«Solo con te.»
«Ma penso sia perché siamo amici! Molto amici intendo. Ci siamo affezionati l'un l'altro già da subito. Penso sia normale pensare di-»
Ron si sporse verso il suo amico, che continuava a parlare, e lo zittì baciandolo delicatamente e per un momento sulle labbra.
«Questo è quello che provo.» Disse poi, mentre Frank guardava in basso scioccato.
Ma una mano guantata lo attirò a sè da dietro, e Frank si ritrovò tra le braccia di quello che solo Gerard Way poteva essere.
«Non farlo mai più senza il suo permesso.»
«Oh, Cristo. Di nuovo tu.»
«Gerard...» Frank sollevò la testa per poter guardare il ragazzo, e notò ancora quanto fosse bello, come se non l'avesse visto da giorni. Anche se in quel momento la sua fronte era corrugata e le labbra serrate in modo concentrato.
«State per caso insieme voi due? Altrimenti non vedo quale sia il tuo problema, paladino di Frank Iero.»
«Non devo darti alcuna spiegazione. Frank, puoi venire con me un attimo?»
Frank guardò Ronald per un momento, ma non riuscì a guardarlo negli occhi come di solito faceva.
Era sorpreso, non si aspettava che il suo migliore amico lo baciasse, e qualcosa dentro di sè gli diceva che doveva arrabbiarsi. Cercava un modo per giustificarlo, perché forse Ron era confuso, i suoi sentimenti per lui erano confusi.
Forse lo aveva baciato per rendersi conto che non provava niente. O magari era quello che Frank sperava.
Perché non voleva far soffrire il suo migliore amico.
E perché lui voleva stare con Gerard.
Sentiva che essendo stato baciato da Ron, aveva fatto un torto a Gerard, in qualche modo. Forse perché non l'aveva fermato, era troppo confuso.
Ma sapeva anche che Gerard non poteva ricambiare i suoi sentimenti.
Anzi, questo era quello che credeva lui. Quello che gli diceva la sua testa.
Era convinto di essere troppo poco per una persona come Gerard Way.
Alla fine Frank seguì il ragazzo dai capelli biondo cenere, e si ritrovarono in un'aula qualsiasi, ovviamente vuota.
«Frank... non voglio che qualcuno ti tocchi»
A quelle parole Frank non potè fare a meno di arrossire.
«Cosa intendi? Cioè, perché me lo dici?»
Vide Gerard mordersi il labbro; stava combattendo contro i suoi stessi pensieri, le sue stesse parole.
Aveva paura di dire a Frank quello che pensava davvero.
«Non voglio che tu venga baciato da qualcun altro.»
«Qualcun altro che... non sia tu?»
Gerard annuì. Si andò ad appoggiare a un banco attaccato al muro, e aprì malinconico la finestra, stando in silenzio per qualche secondo a guardare il cielo di un colore blu scarno.
«Voglio che tu sia mio».
Il cuore di Frank fece un salto. Potè sentirlo benissimo, anche quando successivamente cominciò ad accelerare.
Il moro si avvicinò timido a quel banco dove Gerard era seduto, con le mani che si rincorrevano per intrecciarsi tra loro e torturarsi.
A quel punto, Gerard, avendolo notato dal riflesso della grande finestra, si girò a guardarlo. Osservò le sue mani, e dopo gli fece un cenno per farlo avvicinare di più.
Non appena ne ebbe la possibilità, quando Frank si avvicinò, Gerard gli prese entrambe le mani.
Sciolse lentamente le sue dita, che man mano lasciavano la presa e si facevano accarezzare dalle sue senza alcuna fretta.
Alzando lo sguardo su Frank, poi, Gerard notò che stava piangendo.
Stava piangendo silenziosamente, ma sul suo viso c'era quel solito mezzo sorriso, adesso bagnato da qualche lacrima.
La bocca di Gerard si aprì per la sorpresa; sto facendo qualcosa di sbagliato? Si chiese. Sta soffrendo?
«Frank?» Chiamò, cauto. Quasi in un sussurro.
«Oh nulla. Non preoccuparti... è solo che mi sono emozionato» Rispose lui, accennando una piccola risata, mentre con le dita andava ad asciugarsi le lacrime e con l'altra mano stringeva finalmente quella di Gerard.
«Emozionato?» Chiese lui, aggrottando la fronte, e spostando lo sguardo sulle loro mani, che si erano unite.
«Sì. Pensavo di non...»
«Piacermi?»
«Sì» Rispose Frank spostando lo sguardo in basso verso le loro mani quando Gerard l'aveva alzato su di lui.
«Potresti guardarmi, per favore?» Chiese il ragazzo davanti a lui, sorridendo divertito.
Ricordava quando Frank gli aveva fatto quella scenata in mensa. Lo attraeva già, per quello aveva un motivo in più per non voler avere nulla a che fare con lui. Invece...
«Eccoci qua» Sussurrò Frank ricambiando il suo sguardo.
E non appena si accorse che Gerard sorrideva, non potè fare a meno di sorridere a sua volta.
«Voglio abbracciarti» Ammise Gerard ad alta voce, ma Frank non gli rispose nemmeno, perché si fece avanti e lo abbracciò per primo.
Quindi il ragazzo dai capelli biondo cenere, per la sorpresa, rimase un momento bloccato, ma poi gli avvolse le braccia attorno al corpo e guardò se stesso nel riflesso di fronte a lui.
Aveva un sorriso a disegnargli le labbra.
Stava bene.
Quel ragazzo lo faceva sentire bene.
Lo strinse piano e appoggiò il mento alla sua spalla, socchiudendo gli occhi e inalando il profumo che Frank portava.
«Grazie.» Disse tutto d'un tratto il moro, stando fermo e forse un po' troppo rigido tra le braccia di Gerard.
«Per cosa?» Chiese lui mentre gli accarezzava la schiena.
«Per tutto.
Non ti ho mai ringraziato»
«Non è vero» Rispose Gerard facendo un piccolo sorriso. Allontanò Frank dalle spalle per poterlo guardare, poi continuò: «I tuoi sorrisi, e i tuoi sguardi, mi sono bastati»
«Co-come?» Frank arrossì e spinse un po' il ragazzo dalle braccia per via della vicinanza, visto che cominciava a rendersi conto di quanto quell'abbraccio fosse stato intimo.
«Ho sempre saputo che mi eri grato.
Posso sentirlo... anche adesso»
«Sentirlo...?» Chiese Frank, curioso, calmandosi, e smettendo di respingere il ragazzo che non accennava a lasciarlo andare così facilmente.
Gerard annuì, le braccia che possenti tenevano il ragazzo dalla schiena senza farlo allontanare. «Fa parte di me.»
«Leggere nel pensiero?»
«No. Sentire cosa la gente prova.
Cosa vuole, cosa sente in un certo momento... come se lo provassi sulla mia stessa pelle»
Inaspettatamente il colorito delle guance di Frank peggiorò. Divenne più rosso, forse perché quella parte di Gerard lo intrigava.
Ed era sempre stato curioso.
«Cosa provo adesso?» Domandò in un sussurro, con le labbra schiuse e lo sguardo illuminato dalle proprie emozioni, mentre guardava Gerard.
«Provi tante cose, e questo mi confonde.
Ma una cosa la so.
Vuoi baciarmi»
Entrambi si guardarono senza più parlare, e per sorpresa di Gerard fu Frank il primo a diminuire le distanze.
Le loro labbra si toccarono, per la seconda volta; e per Frank fu come baciarlo per la prima volta, di nuovo.
Provò esattamente le stesse cose, le stesse sensazioni della prima volta, del suo primo bacio con la persona più giusta che avesse immaginato.
Se non di più. Anche perché il primo durò molto poco, la bocca di Gerard aveva schioccato un bacio su quella di Frank, adesso invece le loro labbra si muovevano una sopra l'altra e non smettevano. Continuavano a cercarsi e assaporarsi ogni secondo di più.
Frank portò una mano fra i capelli di Gerard, perché era vero, adorava anche quelli di lui. Infilandoci in mezzo le dita li sentì spinosi, ma poi si trovava la morbidezza.
Un po' come chi li portava.
Gerard agli occhi di tutti era un cattivo, misterioso ragazzo.
Frank invece aveva incontrato la persona più bella, in qualsiasi modo si volesse intendere, di tutta la sua vita fino a quel momento. E non credeva ci fossero molte altre persone come lui, soprattutto a Belleville.
E sì, Gerard era misterioso, ma Frank aveva deciso di scoprirlo lentamente, in tutte le sue sfaccettature.
Non appena il più grande interruppe il bacio, poco prima di finire il fiato, guardò il più piccolo e gli accarezzò dolcemente una guancia.
Frank lo guardò a lungo negli occhi, ancora immerso nelle sue emozioni per poter dire qualcosa, dopo si mise a guardare tutti i dettagli del viso di Gerard, sotto quella luce del sole fredda e nascosta dalle nuvole.
La sua pelle era perfettamente liscia, di un colorito chiaro anche se non troppo, e le sue labbra, umide del bacio, luccicavano come se ci avesse passato sopra del burrocacao.
Anche Gerard lo guardava, e pensava proprio che Frank fosse una persona molto dolce, con un cuore grande e che poteva sentire benissimo battere vicino a lui. Frank era stato l'unico a vederlo sotto una luce diversa, ad accettarlo per quello che era e ad amarlo allo stesso modo.

𝒊𝒍 𝑵𝒐𝒔𝒕𝒓𝒐 𝑷𝒐𝒔𝒕𝒐 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora