Distraction

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Ronald, che stava guardando la scena con i pugni stretti, raggiunse Frank e Gerard scansando la mano di Jane che cercava invece di fermarlo.
«Frank» Chiamò Ron arrabbiato, tirandolo per la felpa.
Così il moro dovette interrompere il contatto con Gerard e guardò confuso l'amico, «Che c'è Ron?»
«Sei masochista o cosa?»
«Co-come?» La fronte di Frank si aggrottò e gli lanciò un'occhiata indignata, chiedendo spiegazioni.
«Ti lamenti e poi torni da lui?» Chiese guardando disgustato Gerard Way.
«Cosa? Non mi sono mai lamentato... e ti prego smettila di guardarlo in quel modo» Disse Frank alzando la voce con il suo amico, e quest'ultimo infatti lo guardò sorpreso e deluso.
«Lascialo in pace, McFray»
«Cosa? Tu hai il coraggio di dire a me cosa fare con il mio migliore amico?»
Frank guardò entrambi, stando proprio in mezzo a loro, e si sentì impotente oltre che in imbarazzo.
«Il tuo migliore amico, eh?» Disse Way beffardo, con una specie di ghigno sulle labbra.
«Ti prendo a pugni» Sbottò Ron sollevando un braccio, ma Frank si mise subito davanti a lui e mise una mano sopra le sue nocche, respingendolo dal petto.
«Ron! Ma che diamine fai?»
«Sta' tranquillo Frank, me la cavo, lo sai bene»
Il moro rivolse lo sguardo a Gerard questa volta, che gli fece l'occhiolino.
Rabbrividì per un momento, dopodiché lasciò andare Ronald, ma lui lo attirò a sè e lo fece mettere sotto il suo braccio come a proteggerlo.
Frank invece di guardare il suo amico continuava a guardare Gerard, le sue espressioni e i suoi sorrisini nascosti lo intrigavano moltissimo e non riuscì a distogliere lo sguardo da quel viso.
«Avrei dovuto immaginare» Disse Ron notandolo, e lasciando quindi Frank lì per poi allontanarsi.
«Già»
«Di cosa parli?...» Chiese Frank, non essendo sicuro di cosa stesse parlando il suo amico.
«Ti piace.»
«Come?» Il moro arrossì e il suo sguardo andò alla ricerca di quello della sua amica per la prima volta in mezzo a quella discussione, ma lei sembrava indifferente.
Come se si aspettasse tutto questo, in qualche modo.
Allora decise di fare la cosa più giusta in quel momento.
Uscì di scena.
Era confuso.
Estremamente imbarazzato.
E arrabbiato.
Perché a nessuno mai andava bene ciò che faceva lui?
Perché tutti gli dicevano che poteva scegliere per sè e dopo nessuno approvava le sue dannate scelte?
Perché nessuno lo guardava e provava a capire davvero i suoi sentimenti, invece di farlo sentire sempre in colpa?
Frank era stufo di tutto questo.
L'anno scolastico era quasi terminato e lui si era tenuto dentro tutto quanto.
Non si era aperto a nessuno.
Aveva stretto amicizia solo con due persone, mettendo da parte Gerard e amici di amici - non che loro non gli bastassero.
Non aveva parlato a nessuno del suo orientamento sessuale, non aveva detto a nessuno che veniva bullizzato seriamente.
E che le cose che facevano più male non erano i pugni in faccia o i calci nello stomaco bensì le parole.
Gli insulti.
Le verità su di lui che non voleva ammettere a se stesso.
L'umiliazione.
Aveva intenzione di non presentarsi a scuola il giorno dopo, ma si disse tra sè e sè che non poteva sempre scamparla così, accumulando assenze che avrebbero abbassato la sua media scolastica.
Così si preparò ad affrontare l'ultimo giorno della settimana, per fortuna. Quella settimana voleva che finisse in fretta.
La prima persona ad incontrare fu Jane.
Lo salutò e Frank un po' titubante le rispose che andava tutto bene, anche se entrambi sapevano la vera risposta.
Jane decise di smettere di fingere soltanto quando si accorse che Frank stava evitando sul serio Ronald.
«Non giudicarmi. È una mia scelta, fattene una ragione»
Quando la sua amica a quelle parole abbassò la testa, Frank la prese per le spalle e si scusò con lo sguardo.
«Scusa... non voglio scaricare su di te tutta la mia rabbia... forse sarebbe meglio stare distanti oggi. Che ne dic-»
«Tutta la tua rabbia? Non sapevo nemmeno se tu potessi provare un sentimento del genere e adesso mi dici che non vuoi scaricarmi addosso tutta la tua rabbia?» Chiese Jane incredula.
Frank per un momento pensò che si fosse arrabbiata senza alcun motivo, o forse un motivo c'era ma lui non ci aveva pensato bene a fondo, così andò nel pallone e non seppe più cosa rispondere.
«Ehm- Io-»
«Frank! Perché non me ne hai parlato? Cosa ti fa arrabbiare così tanto?»
«Ronald e Gerard mi fanno arrabbiare tanto.»
Jane si morse il labbro, come se fosse pentita o si sentisse in colpa per qualcosa.
Così il moro aggrottando la fronte decise di chiarire.
«Mi nascondi qualcosa?»
«Non te la nascondo io... il fatto è che è così evidente eppure tu non te ne accorgi, Frank» Jane si rattristò, e Frank potè capirlo da come il suo sguardo si spense del suo luccichio frizzante e la sua espressione pulita e solare si rabbuiò.
Deglutì, ma rimase in silenzio e mise una mano sul braccio della sua migliore amica per incitarla a continuare a parlare.
«Frank. Ron è...»
Frank era talmente curioso che lo stomaco iniziava ad attorcigliarsi, ma d'un tratto l'interesse dalla conversazione svanì e il suo sguardo si posò su una sottile chioma color biondo cenere.
Sorrise leggermente a vedere Gerard che lo guardava, e si scambiarono sguardi finchè Frank non ricevette uno schiaffetto da Jane.
«Frank, hai sentito quello che ti ho detto?!»
«Eh?? Cosa? No, io-» Frank gesticolò freneticamente maledicendosi per essere un tale idiota.
«Sei un'idiota.»
Ecco. Jane l'aveva detto, e aveva totalmente ragione, pensò Frank.
«Oh, Dio. Lo so, perdonami»
«Lascia perdere» Disse Jane sospirando e prendendo Frank sottobraccio, dirigendo entrambi nell'aula nella quale avevano lezione in quell'ora.
Frank si era già dimenticato di quello che la sua amica voleva dirgli, e stranamente non si sentì più triste e arrabbiato quel giorno.
Gli bastava pensare agli occhi di Gerard, al suo viso. Quegli occhi che lo guardavano in mezzo a tutta la folla di studenti.
E che forse gli stavano dicendo qualcosa, ma erano decisamente troppo lontani per comunicare, i loro occhi.
Però Frank sentiva di doverlo aspettare, nel cortile della scuola dopo la fine di tutte le lezioni, prima di andare alla solita fermata del bus.
Così salutò Jane e le disse di non dire nulla a Ronald riguardo la sua stranezza, di dirgli che era soltanto un po' giù di corda.
Gerard, guarda caso, lo stava aspettando proprio lì.
In quel momento la mente di Frank avrebbe dovuto capire che era stato proprio il ragazzo a chiamarlo con solo-lui-sapeva-cosa, ma non gli interessava minimamente.
Infondo Gerard Way non aveva il suo numero di telefono, ma Frank sì, e forse aveva bisogno di chiamarlo in qualche modo.

𝒊𝒍 𝑵𝒐𝒔𝒕𝒓𝒐 𝑷𝒐𝒔𝒕𝒐 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora