«Jane.»
La ragazza chiuse l'armadietto e si ritrovò Frank davanti, così rise silenziosamente.
«Che succede Frankie?»
«Ecco vedi...»
«Gerard ti ha baciato» Ripropose ironica come il giorno prima, tenendo un sorriso divertito.
Frank cominciò a strofinare le mani, torturandosi le dita, e nel mentre il suo sguardo cadde verso il basso.
«OH MIO DIO»
«Abbassa la voce!» Esclamò Frank abbassandole i pugni che lei aveva alzato in aria per esultare.
«Lo ha fatto?!»
«Sì»
«Sono così felice per te» Jane gli saltò al collo e lo abbracciò molto forte, ridacchiando, mentre gli dava delle pacche sulle spalle.
«Non lo eravate tu e Ron all'inizio...»
«Non lo era Ronald.» Precisò lei nascondendosi dietro la propria mano e punzecchiandolo sul fianco, «A me ha sempre intrigato»
Frank rise leggermente, «Buono a sapersi. Ma a Ron non devi dirlo...»
«Perché? Possiamo convincerlo insieme.»
«No, Jane. Non voglio convincere nessuno.
Non sto insieme a Gerard, non credo di piacergli... e non credo che sia gay. E comunque anche se fosse Ron deve imparare accettarlo»
«Hai ragione. Però...»
Frank le prese dolcemente una mano e la zittì mettendosi un dito sulle labbra, dopo la trascinò nell'aula dove avevano lezione.Con il passare del tempo, Frank si rese decisamente conto di una cosa.
Gerard mancava da due giorni e nei giorni precedenti, i cinque giorni precedenti, non gli aveva parlato.
Non lo aveva nemmeno incontrato.
E quel giorno aveva bisogno di lui, quando per errore, come se avesse sbagliato lui, incontrò Andres sui suoi passi.
«Mh... allora non ci capiamo, tesoro.
Oh aspetta. Io non sono frocio, non confondermi, era solo per prenderti per il culo.»
Frank cercò di evitarlo camminandogli di fianco. Voleva soltanto scansarlo ed evitare altre discussioni inutili che avrebbero dato un seguito a quella storia.
Invece Andres lo bloccò afferrandolo per la maglietta.
«Come te la passi? Ce l'hai un fidanzato? Perché non mi dici chi è, così posso pestarvi insieme e lasciarvi in un romantico bagno di sangue?»
Frank, anche se disgustato dalle sue parole, si impose di non farci caso. Mosse una mano su quella di Andres per toglierla, ma il ragazzo fece da solo scattando indietro.
«Non osare toccarmi! Che schifo»
A quel punto Frank non riuscì più a trattenersi e fece una smorfia facendosi scappare dalla bocca "idiota".
«Fai sul serio?» Gli chiese Andres prima di assestargli un pugno all'altezza dello zigomo.
Il moro cadde quasi all'indietro, ma riuscì a mantenersi al maniglione della porta che dava sul terrazzo della scuola.
«Non mi devi provocare, questo ancora non ti è chiaro dannazione»
Gli diede due calci nello stomaco come aveva fatto un paio di settimane prima, e Frank per mantenersi aprì involontariamente la porta, scivolando poi sul pavimento.
«Smettila, ti prego» Frank si maledì da solo per averlo pregato di non picchiarlo, ma lo stomaco iniziava già a bruciargli e aveva paura che gli causasse qualche lesione.
«Gnaw, quasi ti lascio stare» Ridacchiò Andres mentre con un pugno afferrava la maglia del ragazzo e lo trascinava fuori.
«Che intenzioni hai?» Chiese il moro guardando dietro di sè e vedendo solo ringhiere che portavano al nulla.
Dato che quella era la terrazza.
«Quella di buttarti giù» Indicò la ringhiera, per poi scoppiare a ridere. «Nah. In realtà voglio lasciarti nelle loro mani»
A quel punto spuntarono tre dei suoi amici dai due muretti laterali, e Frank si stese a terra chiudendo gli occhi, rassegnato.
Sarebbe stata una lunga giornata.
I segni l'avrebbero accompagnato a lungo.
L'unica azione che fece mentre lo picchiavano fu ranicchiarsi su se stesso coprendosi la testa con le mani e il ventre con le ginocchia.
Per il resto non provava nemmeno ad opporsi, avrebbe prolungato soltanto la sua sofferenza.Dopo l'accaduto, Frank non si presentò a scuola il giorno dopo.
Nemmeno quelli dopo ancora.
Allora Jane cominciò a messaggiarlo, preoccupata. Gli disse che persino Gerard era venuto a cercarlo.
E a quel piccolo dettaglio Frank stranamente si ravvivò.
Venne a sapere che Jane e Gerard avevano avuto una breve conversazione incentrata su di lui e Frank ne era imbarazzato ed onorato allo stesso tempo.
«Dai Frank, sul serio, perchè non stai venendo a scuola?»
«Niente di importante, ho un po' di debolezza.»
«Ma domani abbiamo il compito di scienze, non puoi saltarlo, lo sai? Hai studiato?»
«Certo che ho studiato, e so benissimo di non poterlo saltare... ci vediamo domani Jay.»
«Rimettiti. A domani» La ragazza schioccò un bacio al telefono e la cosa fece sorridere Frank, che terminò per primo la chiamata.«Bene ragazzi, concentratevi. So che è la prima ora, ma abbiamo questa e anche la seconda, quindi avete tutto il tempo di svegliarvi e pensare bene alle risposte da dare.»
«Grazie professoressa, utile» Sussurrò sarcastico Frank tra sè e sè strofinandosi il ciuffo dei capelli con una mano.
Era entrato per primo in classe, aveva preso il pullman delle sette per arrivare presto e ripetere chimica senza essere disturbato.
Jane e Katy, un'amica di Jane, erano appena entrate. La professoressa aveva regalato ad entrambe delle occhiatacce minacciose, e loro si erano scusate con il labiale.
Jane si sedette vicino a Frank e lo salutò con un sorriso dolce, e lui dovette limitarsi a salutarla con una mano nascondendosi sotto il cappuccio.
La ragazza pensò fosse strano, ma non ci fece caso, e dopotutto avevano un compito importante da svolgere.
Al terminare delle due ore, Frank andò a consegnare i suoi due fogli, e lasciò l'aula di fretta, senza dare tempo ai suoi amici di raggiungerlo.
Alla terza ora aveva il corso di psicologia, perciò non stava insieme alla sua migliore amica.
Quindi poteva evitarla anche fino alla fine della pausa. O almeno così pensava.
Invece alla pausa Jane e Ronald si divisero e, prendendo la cosa sul serio, si misero a cercare Frank ovunque.
Alla fine lo trovarono sopra la terrazza, dove gli amici di Andres lo avevano picchiato.
Là sopra c'erano ancora delle piccole macchie di sangue, che contrastavano sul pavimento grigio.
Frank non sapeva perchè ci fosse andato lì di sua spontanea volontà, ma qualcosa gli diceva di farlo.
Capì subito dopo che era stato qualcuno, invece.
«Perché qui? Perché non mi chiami normalmente?»
«Perché ti nascondi.»
«Allora vuol dire che... che non voglio parlare con nessuno» Disse, cercando di fare il tono da duro, ma fallì miseramente. Abbassò la testa e due lacrime gli scesero silenziose sul viso, finendogli sul mento e poi sul collo.
Gerard non potè vederlo, ma lo sentì subito.
Si avvicinò a Frank e lo guardò con l'intenzione di fare qualcosa. Nella sua mente immaginò di prendergli le mani, oppure di asciugargli le lacrime.
Ma i suoi sentimenti lo confondevano.
E anche i sentimenti che provenivano da Frank, che si mischiavano ai suoi, lo confondevano.
Così si ritrovò ad abbracciarlo, ed era la cosa più sincera che potesse fare in quel momento. Infatti lo fece senza pensare o immaginarlo.
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𝒊𝒍 𝑵𝒐𝒔𝒕𝒓𝒐 𝑷𝒐𝒔𝒕𝒐
Romance𝘛𝘪 𝘧𝘪𝘥𝘪 𝘥𝘪 𝘲𝘶𝘢𝘭𝘤𝘩𝘦 𝘷𝘰𝘤𝘦 𝘰 𝘥𝘦𝘭 𝘵𝘶𝘰 𝘪𝘴𝘵𝘪𝘯𝘵𝘰? ᵇᵒʸˣᵇᵒʸ ᶠᵃⁿᵗᵃˢʸ ⁿᵒ ᵛᵃᵐᵖⁱʳᵉ ©𝑝𝑎𝑟𝑡𝑦𝑏𝑢𝑔𝑝𝑜𝑖𝑠𝑜𝑛 (Frerard) [Cominciata agli i...