«Jane»
Non appena la ragazza si accorse della presenza di Frank, abbassò lo sguardo sbuffando, ma non lo evitò, perciò il moro prese coraggio di parlare.
«Ho dubitato di te, mi dispiace. Avrei dovuto capirlo che non mi avresti mai fatto una cosa del genere. Perché sei una persona onesta e leale. Scusami.» Le prese le mani tra le sue e cercò lo sguardo della ragazza mettendo su un sorriso confortante.
«Però puoi capire, vero? Ero molto confuso. Lo sono ancora... non ho idea di cosa stia succedendo, non so cosa voglia da me quel ragazzo.
Ma ieri sera ci siamo incontrati.»
«Davvero? E...?» Jane incontrò lo sguardo di Frank per la prima volta dopo più di una settimana, e non potè evitare di sorridere dolcemente.
«E... beh, mi ha...»
«Cosa? Che c'è? Ti ha baciato?»
«Dio, no!
Seguimi, non voglio parlarne qui, e poi... non mi crederai mai» Borbottò tra sè e sè trascinando la sua amica in un'aula vuota.
«Perché non dovrei crederti?»
«Mi ha ridato la memoria.»
Jane, che aveva assunto un'espressione corrucciata, era appena scoppiata a ridere.
«Già. Ma hai ragione, come non ti ho creduto io nemmeno tu riesci a farlo. Per adesso» Disse Frank, serio, lasciando poi la stanza e la sua amica più confusa che mai.«Frank, dove corri?»
«Dave? Hey, ehm, sono di fretta...»
«Sì sì, comunque, hai visto Jane?»
«È nell'aula trentaquattro, ciao.» Rispose Frank e riprese a camminare scuotendo la testa, non gli piaceva quel tipo.
Pensava soltanto alla popolarità e cose del genere.
Ma se alla sua migliore amica andava bene... allora lui si sarebbe tenuto i suoi pensieri per sè, anche se forse non sempre era la cosa giusta; però Jane gli sembrava felice, sorrideva sempre in sua presenza, si scambiavano molte effusioni e messaggini dolci quando erano distanti.
«Sei tu Frank Iero?»
Frank alzò la testa e guardò il ragazzo davanti a lui, dopodiché gli venne un colpo al cuore - letteralmente, sentì una fitta al petto e infatti dovette indietreggiare e riprendere il respiro cautamente.
«Oddio, non morire.» Continuò sempre ironico il ragazzo, Andres.
«Sei così debole, Frank. Sapevi che sarei tornato, allora perché non hai ancora ritirato la tua inutile iscrizione? Abbiamo già troppi falliti qui. Anche finocchi.»
«Basta»
«Scusa?»
«Smettila. Non voglio litigare con te.»
Il ragazzo si avvicinò a Frank con aria da superiore, puntandogli un dito contro.
«Decido io, okay? E poi, al massimo da me le prendi e basta»
Al moro scappò un risolino irritato, e Andres davanti a lui gli alzò la testa in modo brusco. «Ti viene da ridere? Non ti conviene sbagliare ancora con me, Iero. L'ultima volta è finita abbastanza male, ricordi?»
«L'ultima volta sei scappato come una femminuccia, questo tu lo ricordi?» Ribattè Frank ad alta voce, digrignando i denti e prendendo abbastanza coraggio da sostenere lo sguardo del ragazzone.
«Wo, qui l'unica femmina sei tu. Come ti permetti? Adesso andiamo a fare un giro» Andres prese il suo polso con violenza e lo obbligò a camminare con lui.
«Dove vuoi portarmi, dai tuoi amici? Da solo non te la sai cavare?»
«D'accordo, stai parlando troppo» Il ragazzo si fermò e storcendo il braccio di Frank riuscì ad atterrarlo molto facilmente. «Devi imparare a metterti a cuccia ragazzino» Disse, arrabbiato, dandogli un calcio nello stomaco.
«Non posso farmi sospendere ancora, perciò fai in modo che io ti sopporti. Stai già superando il limite. E fammi un favore, appena mi vedi cambia direzione, o giuro che ti prendo a pugni ovunque ti trovi.»
«Stronzo» Rispose Frank, tossicchiando per il calcio ricevuto.
«Ripetilo»
Frank rimase in silenzio, così Andres sorrise cinicamente. «Bravo»
E se ne andò con l'ultima parola.
Il moro si prese la testa tra le mani e sospirò, tirandosi su almeno per appoggiare la schiena al muro dietro di sè.
Gli venne un flashback, di quando Andres lo aveva picchiato e lasciato davanti agli armadietti, e Gerard lo aveva trovato.
Era stato così imbarazzante.
A proposito di cose imbarazzanti...
«E-ehm scusa»
Frank alzò lo sguardo incredulo, guardando Andres passargli davanti e proseguire lungo il corridoio, dopo aver sussurrato un "ve ne pentirete".
Era tornato e aveva appena detto scusa. A lui.
Non riuscì a trattenersi dal ridere, nonostante gli facesse male ancora la pancia per il calcio che Andres gli aveva dato.
Così si voltò dal lato opposto da dove il bullo stava andando e trovò Gerard appoggiato agli armadietti.
Il suo cuore questa volta fece un balzo.
La luce dietro il ragazzo non lo faceva vedere bene in viso, ma riconosceva i suoi capelli biondo cenere più di qualsiasi altra cosa.
Ed era così bello in quel momento.
Si alzò e lo raggiunse, con ancora un sorriso divertito sulle labbra.
«Come l'hai convinto?»
«Così» Gerard si sporse verso il viso di Frank tenendo le braccia incrociate sul petto, e lo fissò intensamente.
A quel punto Frank avvicinò una mano ai capelli di Gerard e cominciò ad accarezzarli, mentre la sua espressione si faceva sempre più incredula.
«Cosa diamine-» Il moro ritirò la mano non appena riuscì a combattere contro la sua stessa mente e arrossì violentemente.
«S-Sei stato tu...?»
«Volevi toccarmi i capelli» Rispose Gerard con un mezzo sorrisetto sulle labbra, divertito dalla scena. E pensando anche a quanto il moro fosse abbastanza carino in quello stato.
«Ma cosa dici...»
«L'hai detto tu. Non a me, ma a te stesso»
«Non puoi leggermi nel pensiero» Disse Frank cercando di convincere se stesso e sperando che lui chiudesse la bocca.
Invece Gerard ci prese gusto e continuò.
«Pensi anche che io sia bello»
«Perché mi fai questo?» Chiese Frank guardandolo negli occhi, mentre i suoi già si facevano lucidi.
Il ragazzo davanti a lui non aveva intenzione di umiliarlo, ma capì di averlo fatto proprio quando ricambiò il suo sguardo e nel suo ci trovò quella sensazione d'imbarazzo che potè sentire sulla sua stessa pelle.
Così Frank si voltò con l'intenzione di andarsene e Gerard cercò di bloccarlo mettendo una mano sulla sua spalla.
«Scusami, non avevo intenzione di-
Frank»
Il moro continuò a camminare, almeno finché qualcosa nella sua testa, una parte di sè, lo costrinse a tornare indietro da Gerard.
«Perdonami»
«Come faccio se continui con queste dannate-»
Gerard non lo lasciò finire di parlare che mise una mano dietro la sua nuca e si avvicinò a lui per dargli un bacio sopra le labbra.
Si staccò immediatamente, ma restò a guardare l'espressione che aveva Frank in quel momento a causa sua.
E volle imprimerla nella mente.
Lo lasciò andare e si dileguò dopo avergli fatto soltanto un cenno timido con la testa.
Frank, ancora con la bocca aperta per la sorpresa, si toccò le labbra con un dito e guardò Gerard andare via.
Quel ragazzo era davvero strano, sì.
Avevano ragione Ron e Jane.
E lui aveva ragione a pensare che in Gerard c'era qualcosa di diverso.
Che non era cattivo.
Che nonostante i poteri o quello che erano, era una persona come tutte le altre.
Quel semplice e veloce bacio lo aveva steso.
Nel senso che se prima non desiderava nemmeno un po' di stargli accanto, adesso ammetteva a se stesso che in realtà voleva già farlo.
Ma non poteva provare qualcosa per lui. No?
Però la vera domanda era... perché Gerard lo aveva baciato?
Forse perché provava pena per lui dopo che lo aveva umiliato con quella faccenda dei pensieri?
No, così non andava bene.
Non era corretto.
Sarebbe stato come giocare con i sentimenti di una persona.
Ma Gerard non era così, giusto? Gerard era intelligente.
Pensava prima di agire.
Era forte, imbattibile. Misterioso. E quei poteri sicuramente lo rendevano diverso, pensava Frank.
Ma Gerard era come qualsiasi altra persona. Era umano.
E tutti gli umani fanno degli errori a volte.
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𝒊𝒍 𝑵𝒐𝒔𝒕𝒓𝒐 𝑷𝒐𝒔𝒕𝒐
Romance𝘛𝘪 𝘧𝘪𝘥𝘪 𝘥𝘪 𝘲𝘶𝘢𝘭𝘤𝘩𝘦 𝘷𝘰𝘤𝘦 𝘰 𝘥𝘦𝘭 𝘵𝘶𝘰 𝘪𝘴𝘵𝘪𝘯𝘵𝘰? ᵇᵒʸˣᵇᵒʸ ᶠᵃⁿᵗᵃˢʸ ⁿᵒ ᵛᵃᵐᵖⁱʳᵉ ©𝑝𝑎𝑟𝑡𝑦𝑏𝑢𝑔𝑝𝑜𝑖𝑠𝑜𝑛 (Frerard) [Cominciata agli i...