Chapter I : "Faccia infastidente"

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Camila Cabello si era ritrovata nell'atrio della libreria, con una mano tra i capelli mentre l'altra teneva saldamente un foglio, con sopra parole confuse che non rispettavano la regolarità delle righe stampate.
La sua professoressa di musica le aveva suggerito di recarvi dopo aver assistito una scena tragica in classe: Austin che continuava a interrompere la lezione, Camila che nervosa, lo minacciò con parole abbastanza pesanti che istigarono la nascita di una lite. Non era nemmeno la prima volta, poichè da quando Camila aveva iniziato il terzo anno nella nuova scuola High School di Miami, l'atteggiamento fu identico, solo che col tempo andò a peggiorare.

La ragazza si sedette in una delle tante sedie attorno un enorme tavolo di legno incorniciato da esattamente otto sedie. Ben presto arrivò la professoressa che si occupava della libreria, e altre tre alunne.

"Buongiorno ragazze" disse quando si sedette nella sedia opposta di Camila. Il suo sguardo era diretto alle altre tre ragazze: una di carnagione abbastanza chiara che aveva dei capelli biondi alti fino alle spalle non perfettamente lisci, un'altra di carnagione scura con capelli lunghi ricci, e infine una ragazza che di particolare aveva gli occhi, verdi, così tranquilli e spensierati; talmente tanto che Camila non notò altro di lei. "Abbiamo una ragazza nuova?"

Già Camila aveva il nervoso, prevedeva una lite anche per cose futili.

"Lauren, mettiti vicino a lei, così evitiamo di creare un gruppo solo da questa parte"

La ragazza dagli occhi verdi l'ascoltò e si sedette esattamente vicino a Camila, che notò subito le sue mani. Erano particolari: morbide, affusolate e raffinate. Non sapeva nemmeno perché si fosse soffermata su quei particolari però davvero l'avevano distratta per un po'.

"Avete qualche poesia da leggere e avete bisogno di me, o volete che vi lasci sole?"

"Io sinceramente dovrei ripassare per una verifica" disse la ragazza dalla carnagione scura. "E Dinah dovrebbe aiutarmi" continuò, indicando la sua compagna vicina.

"Io.. forse scrivo qualcosa" disse quella che doveva essere Lauren.

La sua voce è delicata come un petalo, questa era la poesia mentale di Camila, su cui rise subito dopo per la stupidaggine che aveva pensato.

Lauren si sentì presa in giro per un attimo senza però creare pregiudizi, e si voltò verso lei. Camila inconsapevolmente aveva appoggiato alle labbra la matita che aveva portato con sé insieme al foglio.

"Ci conosciamo? Mi sembra di averti vista" disse Camila, ricordando il particolare sul polso destro.
Camila non ricordava i nomi, le facce e le sfumature degli occhi, ma si ricordava delle cicatrici, dei tatuaggi e dei piercing delle persone.

"Italiano?" fece riferimento all'aula e poi ripose la sua attenzione sul suo quaderno che aprì. Era perfettamente ordinato, tanto che Camila provò un'irritazione momentanea nel vederlo in quello stato.

"Bho"

"Che fai qui?" domandò Lauren, correggendo qualcosa di un suo testo.

"In realtà... dopo che ho litigato con un mio compagno la mia professoressa mi ha lasciato la sua ora libera per dare sfogo ai miei pensieri. Poi a fine ora mi ha detto di recarmi qui e far leggere quello che ho scritto a qualcuno"

"Posso vedere... Camilla?" chiese Lauren senza impertinenza.

"Camila" corresse con le corde vocali quasi sforzate per il nome sentito. "Va bene, però... non scrivo poesie ma argomenti diretti"

"Va bene, tranquilla" prese il foglio di Camila con calma e lo lesse con attenzione.

"Sono incazzata perché non è possibile che quello stronzo tutto il tempo fa il coglione in classe. E non mi devo incazzare? La professoressa dovrebbe solo ringraziarmi perché grazie a me si è stato muto" lesse in testa Lauren. "Ok, ma la punteggiatura è andata a farsi benedire... però rappresenta anche un po' la tua rabbia quindi è accettabile"

Camila rise acidamente.
Il suo testo, scritto per caso, senza capo e coda, aveva un aspetto positivo? Ma seriamente?

"Odio le prese per il culo. Sapevo che non serviva venire qui" disse Camila che si alzò e fece per andarsene. Quasi cadde la sedia.

"Non era sua intenzione prenderti per il culo" intervenne la ragazza che doveva essere Dinah. "È la mia migliore amica, e ha semplicemente trovato qualcosa di positivo in ciò che hai scritto. Sii meno acida, che così non arrivi da nessuna parte"

"Acida io?" si indicò Camila con un sorriso acido e incompreso, corrugando le sopracciglia. "Sei tu quella che mi sta attaccando, quindi prima di parlare degli altri, guardati tu" fece per andarsene ma Lauren la prese dal braccio rimanendo seduta.

"Non era davvero mia intenzione"

Camila si irritò e se la scrollò da dosso, andandosene arrabbiata.

La ragazza che inizialmente aveva degli occhi verdi che incorniciavano perfettamente il suo viso, adesso sembrava una ragazza con una faccia infastidente, solita leccaculo dei professori.

Ho perso il controllo ➳ CamrenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora