Chapter XXII : "Famiglia e conoscenza"

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Camila, quando era entrata nel piccolo appartamento della famiglia Jauregui, aveva sentito una sensazione di disagio. Aveva paura di infastidire e credeva fortemente che Lauren stesse facendo troppo per lei. La castana non meritava tutto quello. Non meritava una ragazza splendida come Lauren.  Non meritava una casa. Non meritava la felicità.
Eppure, quando iniziarono le presentazioni con Michael e Clara, le cose cambiarono. Camila non si era mai sentita così ad agio con qualcuno a tavola. Avevano un senso di umorismo che Camila amava e la casa era sempre piena di tanta armonia e tranquillità.  Senz'altro avrebbe voluto tutto ciò anche in casa sua, ma cosa poteva farci? Il suo sorriso di rado spariva ma la stretta di Lauren sotto il tavolo cambiava il suo umore.
Gli Jauregui non si erano azzardati a fare domande scomode e Camila percepiva la loro simpatia nei suoi confronti. Lauren aveva davvero raccontato tutto? E se lo aveva fatto, perché quella famiglia la guardava con così tanto amore e stima negli occhi? Insoma Camila era un'assassina, una pazza in via di guarigione, una violenta, una figlia...

Il rumore di una sedia fece sconcentrare l'intera famiglia dalla discussione. Camila tremava. Aveva le mani sul tavolo e improvvisamente quell'armonia si era traformata in un'aria soffocante. Non era abituata a dialogare. Quelle poche volte che cenava con i suoi genitori, la casa era avvolta da un velo di tristezza e silenzio. Quelle voci avevano iniziato ad infastidire Camila, ed era davvero stanca. Voleva silenzio. Voleva tempo. Aveva bisogno di tempo per abituarsi a quell'atmosfera e quella famiglia. Lei era abituata alla sofferenza e la felicità le faceva paura perché per lei era da sempre stata un meta irraggiungibile. Era atterrata in un posto pieno di felicità ma la sua mente era ancora d'altra parte, a casa dei Cabello. Gli effetti collaterali del viaggio fantastico erano arrivati. Tremolii, lacrime, ansia.

"Amore" disse Lauren, guardandola seduta. "Che succede?"

La famiglia si zittii e Camila dopo qualche secondo guardò la sua fidanzata.

"Scusate... è che non sono abituata" disse con voce secca. "Di solito in casa mia non c'è questa atmosfera"

"Tranquilla, tesoro. Vuoi andare a coricarti? Ti porto anche una tazza di te" disse Clara con tenerezza.

Camila scosse la testa e Lauren si alzò.

"No, mamma. Deve abituarsi piano piano. Tutto questo affetto improvvisò le fa paura. Ha bisogno di tempo" guardò poi Camila con dolcezza e le prese la mano. "Andiamo"

"Mi dispiace" rispose Camila.

Dopo ciò le due innamorate andarono nella stanza di Lauren. Camila pianse disperatamente e si buttò a capofitto sul corpo della persona che la rendeva felice.

"Tutto questo mi fa paura, Lolo" disse con un tono che intenerì il cuore della fidanzata. "Io... io voglio-"

"Silenzio e tempo. Ho capito. Vieni con me" la portò sul letto, e quando le due si sdraiarono, l'abbracciò. "Fatti amare, Camila. Fatti amare completamente, per favore"

"Posso farti delle domande?" chiese guardando teneramente la sua ragazza mentre nascondeva parte del viso sotto la coperta.

"Umh, sì certo" rispose mettendosi comoda, non sapendo esattamente cosa stesse succedendo alla sua ragazza.

"Qual è il tuo fiore preferito?"

"Non mi piacciono i fiori. Credo che debbano stare sull'erba" rise piano, spostando una ciocca dal viso di Camila. "Perché queste domande?"

"Ti piace cucinare?"

"Sono un disastro. A te piacciono i fiori? Sai cucinare?"

"Non so fare niente se non distruggere la vita delle persone" disse con un po' di ironia e tristezza. "Quali sono i tuoi colori preferiti?"

"Il rosso, il nero e il blu. I tuoi?"

"Il nero e il giallo"

Lauren si stupì nel sentire il secondo colore. Non poteva immaginare che un colore così luminoso potesse piacere a Camila.

"Stupita, vero?" rise dopo aver notato la sorpresa nel suo sguardo. "La verità è che lo amo da quando ci sei tu, perché tu hai quel colore. Sei luminosa e bella. Mi illumini la via quando sono accecata dalla tristezza"

Lauren si emozionò per le sue parole.

"Perché queste domande?"

"Posso fartene altre? È che... ci sono stati sempre così tanti problemi che non ho mai avuto il tempo di conoscerti davvero"

"Certo" il suo sorriso quasi illuminò tutta la stanza.

Ho perso il controllo ➳ CamrenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora