Capitolo 11

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Mutismo.

Questo è quello che ottenne Annabeth dopo aver fatto il suo annuncio.

Non si sapeva chi era più scioccato: se i semidei o i maghi.

Piper scosse il capo, ancora sotto shock e fissò la sua migliore amica dritta negli occhi.

- Non è possibile - disse - Da quando sei incinta e di chi? -

Draco Malfoy rabbrividì e Hermione guardò scioccata la figlia di Afrodite.

Era abbastanza palese il fatto che Annabeth e Percy erano inseparabili. Era una domanda senza senso. Era logico che il bambino nella pancia della figlia di Atena era di Percy.
Non poteva essere di nessun altro.
E se era di qualcun'altro c'era da preoccuparsi seriamente.

- Questa è la domanda del secolo Piper - disse Annabeth - Secondo te di chi è il bambino scusa -

- Ma non può essere di Percy! Quando avreste trovato il tempo di...si insomma, procreare -

Percy si diede una manata in fronte e la fidanzata spalancò la bocca, scioccata.

- L'hanno trovato eccome - esordì Nico - Prima che Percy decidesse di passare al nemico -

- Ehy! - esclamò lui sentendosi chiamare in causa.

Il cugino scrollò le spalle.

Peccato che con quella sua affermazione scherzosa aveva fatto lanciare dell'occhiatacce a Percy da parte di tutti i maghi presenti sulla nave.

Giusto per ricordare a tutti la situazione del cavolo che stavano vivendo: il fatto che i maghi non si fidassero di Percy.
Ma alla fine nessuno li biasimava.

Al contrario dei semidei che avevano la piena fiducia nel figlio di Poseidone.

Insomma erano in una specie di situazione di stallo.
E non era un bene visto che erano su una nave volante e ci dovevano stare per giorni e giorni.

- E va bene! - esclamò Will mettendosi in mezzo - Ora basta, non stressate la ragazza e nemmeno il fidanzato perché se il signor Percy Jackson perde le staffe noi ci schiantiamo al suolo -

- Sgombrare il ponte! - urlò Leo nel megafono - C'è troppa gente e qua dobbiamo dirigere una nave quindi...lontano da qui! Sgomberare mi state disturbando! -

Non se lo fecero ripetere due volte e sloggiarono tutti dal ponte, lasciando: Percy, Jason, Leo, Annabeth, Magnus, Harry, Hermione e Malfoy.

Il figlio di Efesto fece per cacciare chi c'era di troppo ma poi sembrò cambiare idea e tornò al timone.

- Sei Emh...davvero incinta? - chiese Hermione avvicinandosi ad Annabeth.

- Già - dichiarò lei - È stata una sorpresa anche per me -

- Be' congratulazioni - disse la strega.

- Grazie - rispose Annabeth arrossendo.

                               ***

L'Argo era atterrata e si era fermata. Era notte fonda e avevano deciso di fermarsi per riposare visto che la nave si teneva in aria grazie a Jason e Percy e i due ragazzi erano a corto di energie.

Leo aveva inserito gli allarmi e fece per andare al piano di sotto quando incontrò Percy per le scale.

- Che succede? - chiese il figlio di Efesto.

- Quanto manca all'oceano? - chiese il figlio di Poseidone.

- Credo si e no un altro giorno, forse meno se andiamo spediti in questo modo -

Percy annuì.

- Come mai? - volle sapere Leo.

- Almeno, una volta in mare, non dovremmo fermarci per atterrare. La nave andrà spedita senza problemi e là i miei poteri saranno più forti -

- Brutti pensieri è? -

- Sempre - rispose Percy con un sospiro.

Leo non sapeva se andare a dormire o aggiungere qualcosa. Sapeva, o meglio, aveva l'impressione che il figlio di Poseidone fosse a disagio là con loro.
O forse era solo che stava lontano dal suo elemento naturale da troppo tempo.

- Comunque sono felice - disse il figlio di Efesto.

- Per cosa? - chiese Percy con un mezzo sorriso.

- Per te e Annabeth! Una gioia ci voleva in questa vita di merda -

Il moro annuì con un sorriso.

- Vero, è proprio vero -

Leo gli lasciò una pacca sulla spalla e se ne andò a riposare nella sua cabina. Si lanciò un'occhiata alle spalle e notò che Percy era rimasto fermo nello stesso punto di prima e guardava verso l'alto, dove c'erano le scale per raggiungere il ponte.
Probabilmente se fosse stato chiunque altro si sarebbe preoccupato del comportamento del figlio di Poseidone ma non era quel tipo di persona e quindi lasciò correre anche perché si fidava di Percy e non aveva mai dubitato delle sue azioni, nemmeno quando gli aveva voltato le spalle.

E poi, se proprio doveva dubitare ormai la sua fiducia era provata. Se Percy non era più dalla loro parte e voleva fargli del male lo avrebbe fatto già da un pezzo e c'era da considerare che, mentre erano sull'Argo, la vita di tutti loro era nelle mani di Percy.

Quindi Leo se ne andò a dormire tranquillo.

                                ***

Che cosa l'aveva spinto ad alzarsi quella notte e ad uscire dalla cabina che condivideva con Harry, Ron non lo sapeva.
Uscì nel corridoio e come in trance salì sul ponte della nave.
Era stato spinto da una strana sensazione che non riusciva a spiegarsi.

Una volta all'aria pungente della sera si sentì gelare il sangue nelle vene quando vide Percy Jackson vicino al timone che metteva le mani a destra e a sinistra sui comandi.

Ronald estrasse la bacchetta per puro e semplice istinto di sopravvivenza.

- Metti giù quella cosa Weasley - disse Percy sbuffando - A meno che hai intenzione di colpirmi alle spalle -

- Si ho intenzione di farlo visto che non dovresti esseri qui a quest'ora della notte - rispose il mago.

- E perché non dovrei? - chiese il semidio voltandosi e guardandolo in faccia.

I suoi occhi erano dei pozzi vuoti,  freddi e scuri come il fondo dell'Oceano.

- Perché sono tutti a dormire - rispose ovvio Ron sentendo un brivido lungo la schiena davanti allo sguardo del figlio di Poseidone.

Percy scosse il capo e tornò a fare quello che stava facendo prima che il mago lo raggiungesse.

- È la stessa domanda che dovrei fare a te a questo punto. Comunque se vuoi una risposta te la do - disse - La nave ha dei problemi e me ne sono accorto appena ho messo piede qui. Se non faccio quello che sto facendo appena metteremo lo scafo nell'acqua la nave colerà a picco e non ho intenzione di lasciare le cose come stanno -

Capiva ciò che Percy diceva ma non cambiava il fatto che non riusciva a fidarsi di lui.
Temeva che il semidio avrebbe manomesso la nave e ammazzato tutti. Lo vedeva come un nemico e non riusciva a cambiare idea, anche se Percy aveva combattuto assieme a loro contro i Mangiamorte.

- Pensi che voglia uccidere tutti manomettendo la nave? - chiese il semidio.

- Non puoi pretendere che non lo pensi -

- Vero - disse Percy - Ma scusa se ti do dell'idiota. Come puoi anche solo pensare che io possa far affondare la nave con i miei amici sopra e, soprattutto, con la mia fidanzata che porta in grembo mio figlio? -

Be' a pensarci era una teoria da vero e proprio imbecille.

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