Capitolo 9

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La McGranitt li aveva chiamati quella sera a cena.
Mentre erano tutti seduti al tavolo della mensa aveva tirato fuori una pergamena e aveva cominciato ad elencare alcuni nomi degli studenti.

Harry Potter, Hermione Granger, Ronald Weasley, Neville Paciock, Draco Malfoy, Colin Canon, Luna Lovegood, Cho Chang, Vincent Tiger(Tiger), Gregory Goyle(Goyle) e Hannah Abbot.

- Questi sono gli studenti che parteciperanno allo scambio culturale con i ragazzi di New York - annunciò la professoressa - Quelli che ho nominato andranno con loro a New York, domattina all'alba partirete e non ci saranno obiezioni. Chi non accetta la decisione presa da me e dagli altri insegnanti avrà voti negativi e potrà rischiare di perdere l'anno scolastico -

Detto questo la professoressa si sedette e aspettò che a qualcuno venisse voglia di lamentarsi.

Per fortuna loro nessuno lo fece.

Non tutti erano contenti. I semidei non erano proprio simpatici a tutti e alcuni di loro li temevano. E poi, come se avessero dimenticato il fatto che Percy Jackson era stato loro nemico e aveva attaccato la loro scuola, causando un'altra guerra.

Ma nessuno si lamentò.
Non volevano rischiare di perdere un anno ad Hogwarts per così poco.
E poi, alla fin fine che cosa rischiavano?

***

Quando il sole sorse tra le montagne dietro ad Hogwarts, Leo suonò la sirena per svegliare i suoi compagni.

Era ora di salpare, finalmente, e da solo non ce l'avrebbe fatta.

La nuova Argo non poteva muoversi da sola come la prima che aveva costruito, o meglio aveva gli stessi comandi ma meno potenti. Aveva dovuto ricostruirla velocemente quando l'avevano avvisato di quel viaggio in Inghilterra.

E non aveva potuto ultimare tutti i preparativi.

Jason fui il primo a salire sul ponte. Si stiracchiò e si diresse verso l'amico.

- Percy vuole picchiarti - disse dandogli una pacca sulla spalla.

Leo sobbalzò.
Si era dimenticato che il figlio di Poseidone stava dormendo da diversi giorni per riprendersi.

- Accidenti dovrò scusarmi per averlo svegliato prima che mi ammazzi - disse il figlio di Efesto.

- Oh no! Lui voleva farsi svegliare visto che può far salpare questa cosa con la forza del pensiero - disse Jason - È per Annabeth. Ha detto che è stata sveglia tutta la notte e voleva lasciarla riposare -

- Ah...allora non devo farmi trovare per i prossimi giorni - annunciò Leo cominciando a cercare un posto in cui nascondersi.

- Vedi di preparati a salpare piuttosto - disse il diretto interessato salendo sul ponte - Ho detto agli altri di prendersela con comoda, bastiamo noi tre -

Leo lo guardò dubbioso.
Temeva che l'amico lo avrebbe ammazzato appena avrebbe girato le spalle.

- Dobbiamo aspettare i maghi - disse Jason.

Percy annuì e si incamminò verso la prua della nave per fare qualche controllo di routine.

- Sembra...tranquillo - disse il figlio di Efesto.

A quel punto, conoscendo Percy, avrebbe avuto come minimo un calcio nel didietro ma a quanto pare il figlio del mare non ne aveva l'intenzione.

Anzi sembrava anche troppo calmo.

- Penso che sia solo...stanco - disse Jason - Lascialo stare. Quando si sarà ripreso rimpiangerai questo giorno -

- Già. Lo credo anche io -

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