Capitolo 22

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Harry pensava che tutto andava bene se non fosse che alcune vedette del campo mezzosangue avevano avvisato dei movimenti sospetti dall'altra parte della città.

I Mangiamorte si stavano preparando alla battaglia ed erano numerosi.
Non che i semidei fossero di meno ma da quello che aveva capito Harry Potter la maggior parte dei ragazzi nel campo erano i più giovani e inesperti, i veterinari erano fuori città tranne per quelli che erano venuti ad Hogwarts. I ragazzi del campo Giove erano impossibilitati a raggiungerli e i compagni di Magnus li avrebbero raggiunti a breve.

Il problema era che i seguaci di Voldemort avevano uno scopo che volevano raggiungere ad ogni costo, scopo che Harry non conosceva.

E quello era il problema numero uno, problema numero due era che avevano perso la loro miglior stratega perché sua madre l'aveva costretta ad andare sull'Olimpo, problema numero tre Percy era sempre più distante.
Più i giorni passavano più il figlio di Poseidone era freddo e distaccato.

Lui ed Harry avevano provato a buttare giù qualche idea, avevano pensato ad una strategia, ai possibili punti deboli dei nemici e il punto di forza degli alleati, ma con il tempo il ragazzo era diventato sempre più assente, non lo ascoltava veramente e sempre più spesso si perdeva nei suoi pensieri.

Fisicamente Percy sembrava star bene, anche se sembrava sempre più stanco, ma la sua mente...nessuno sapeva realmente come funziona lì dentro.

Will aveva provato a parlargli, aveva provato a convincerlo ad andare dai figli di Ipno ma lui si era rifiutato fino al punto di perdere la pazienza. E il figlio di Apollo si era fatto da parte, per il momento.

Evidentemente nessuno ci teneva a far incazzare Percy in quel momento.

- Prescelto sta attento, il tuo miglior amico è il tuo peggior nemico...la persona di cui ti fidi di volterà le spalle... l'erede di Salazar è sotto i tuoi occhi...la profezia si sta avverando - disse una voce stridula e amplificata alle spalle di Harry.

Il ragazzo si voltò e incontrò il volto di una ragazza dai capelli rossi e gli occhi verdi stranamente luminosi e inquietanti. La ragazza sorrise in modo strano, come se fosse in una sorta di ipnosi poi sbattè le palpebre e barcollò. L'attimo dopo, appena riaprì gli occhi sembrava una ragazza normale, con i jeans strappati e dipinti di vari colori e una felpa sformata.

- Chi sei? - chiese Harry.

La ragazza inclinò il capo di lato e strinse gli occhi.

- Harry Potter...giusto? - chiese - Sono Rachel Elizabeth Dare o anche conosciuta come l'oracolo di Delfi -

Harry continuò a guardarla scioccato. L'oracolo di cosa?

Rachel fece un sorriso tirato.

- Ho detto qualcosa di strano vero? - chiese - A volte l'oracolo fa di testa sua e mi fa dire pezzi di profezie...a volte non hanno nemmeno senso -

- Non capisco se devo preoccuparmi oppure no - disse Harry.

Era confuso. Ciò che aveva detto Rachel o qualunque cosa l'avesse posseduta era confusa, molte delle cose che erano uscite dalla sua bocca non sembrava avere senso ma altre...

Salazar...quella ragazza aveva nominato un certo Salazar, possibile che intendesse Salazar Serpeverde?
Possibile che parlava del suo erede? Ma non era possibile perché in quel caso stava parlando di Voldemort ma era morto per davvero, di nuovo!

E poi di quale profezia parlava?

- Comunque c'è una forte concentrazione di energia magica qui, più del solito - disse Rachel.

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