Capitolo 15

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Li osservavo.

Andavo avanti così da parecchio tempo, in effetti.

Io potevo osservarli ovunque andassero. Io potevo farlo perché ero onnipotente e ogni presente.

Non erano tutti fondamentali per la salvezza di questo mondo...ma le mie pedine non sarebbe riuscite nell'intento senza gli amici e gli alleati.

E avevo bisogno di loro.

Quei giovani ragazzi non si rendevano conto della verità.
Di come stavano le cose e come stavano per cambiare...

Purtroppo però c'era questo piccolo problema: alcuni di loro non si fidavano di chi dovevano fidarsi e pensavano le cose sbagliate.

Harry Potter!
Ero convinto di aver scelto bene il mio caro alleato, possibile che ti stavi facendo convincere dal tuo amico rosso diffidente?

Per non parlare, appunto di Ronald Weasley!

Quel giovanotto stava facendo non pochi danni e come si sbagliava!

Ragazzi miei che cosa state combinando?
Siete davvero convinti che vi avrei lasciato nelle mani di qualcuno di cui non potevo fidarmi?

Che avrei scelto lui come il contenitore per la mia parte di anima in quel mondo di mortali?

Siete degli scocchi se lo pensate.

Io ho fatto in modo che vi dimenticaste di me il tempo necessario per mettervi alla prova e sinceramente ne sono rimasto abbastanza deluso. Non siete bravi a fidarvi degli altri.

A fidarvi di chi può essere la vostra guida.

Tenetevi strette le persone che amate perché la pace non durerà ancora a lungo.

Ma sappiatelo...sto per rientrare nelle vostre vite, e lo farò in modo prepotente.
Purtroppo miei cari ragazzi la guerra non è finita come voi credete, i vostri nemici sono molto ostinati e spero che ce la facciate...conto su di voi.

                            ***

Si fermarono per fare rifornimento e sistemare la nave per tornare alla modalità volo.
Avevano viaggiato per settimane senza fermarsi e ormai erano quasi giunti sulle coste dell'America. Senza rendersene conto avevano passato più di un mese su quella nave, tutti insieme.
Ma per arrivare a New York dovevano volare per forza.

- Ma a che serve fermarci ora? - chiese Neville - Non possiamo raggiungere direttamente la costa dell'America e sistemare la nave lì invece di fermarci su un isola minuscola dove ci noteranno tutti? -

- Io la penso come te ma...non sono io l'esperto di navigazione qua - rispose Leo alzando le spalle.

- Però non ha comunque senso...quanto manca per arrivare? -

- Si e no una giornata - rispose il figlio di Efesto.

- Motivo in più per... -

- Per morire! - esclamò Percy avvicinandosi al timone come una furia.

Leo sussultò e si spostò per lasciar vedere la rotta che aveva impostato al figlio del dio del mare.

Leo avrebbe preferito raggiungere Miami e fare lì le riparazioni, anche perché sarebbe stato più semplice trovare i pezzi che gli servivano, e quasi tutti la pensavano come lui. Ma Percy era stato categorico al riguardo: dovevano alzarsi in volo prima di raggiungere determinate coordinate che il figlio del mare aveva snocciolato senza leggerle da nessuna parte.

Ne avevano discusso per giorni finché Percy aveva minacciato di buttare tutti in mare e a quel punto erano stati tutti zitti e avevano accettato.

Certo, non si erano presi la briga di avvisare i maghi, non era il caso di parlare della minaccia di Percy.

- Si...insomma...sei sicuro che... - fece Leo beccandosi un'occhiataccia dall'amico.

- Vuoi davvero tornare a discutere? - chiese il figlio di Poseidone.

- No grazie -

Malfoy si avvicinò visto che aveva sentito la discussione e voleva dire la sua.
Era l'unico che passava più tempo con Percy, tanto che il mago aveva imparato alcune tecniche di combattimento e aveva imparato ad impugnare una spada e quasi ad usarla.

- Ma non perdiamo tempo così? - chiese una volta che fu vicino ai tre.

Percy sbuffò.

- Senti...un altro paio d'ore e finiamo dritti nel Triangolo delle Bermuda e NON ci tengo ad andarci di nuovo -

Hermione si fece attenta e andò di corsa dai ragazzi.

- Il Triangolo delle Bermuda? Quel Triangolo delle Bermuda? - chiese la strega sgranando gli occhi.

- Si - rispose Percy guardandola - Se vuoi ti dico anche perché spariscono navi ed aerei -

Hermione annuì.

- Come il monte Olimpo si è spostato a New York si è spostato anche il Mare dei Mostri, il mare che venne attraversato da Ulisse hai presente? I mortali non sanno spiegare le cose che riguardano il nostro mondo grazie alla foschia e quindi gli danno altri nomi senza conoscere il motivo per tali fenomeni - spiegò Percy - Navi ed aerei spariscono perché vengono risucchiati da Cariddi e se riescono ad evitarla, cosa rara, ti imbatti in sua sorella Scilla e no, quelle due non sono simpatiche e ragionano con lo stomaco -

- Aspetta...e noi ci stiamo per finire dentro? - chiese Neville ora spaventato.

- Se ci fermiamo e prendiamo il volo, aggirando quella zona, possiamo scampare il pericolo - spiegò Percy.

Leo lo guardò male.

- E non potevi spiegarlo senza minacciarci di darci in pasto agli squali? - gli chiese.

- Conoscendo qualcuno qua sopra, ci sareste andati di proposito - ribatté il figlio di Poseidone.

Il figlio di Efesto fece per ribattere ma poi annuì e si zittí a conferma che sì, lui l'avrebbe effettivamente fatto.

- Ma come fai a sapere tra quanto ci finiamo dentro? - chiese Malfoy sinceramente curioso.

Una risata cristallina li fece voltare.

Annabeth era uscita sul ponte, indossava sempre più spesso le maglie del fidanzato e molti sapevano il perché: erano quasi tre mesi che era bella che incinta e la pancia cominciava a vedersi. Si copriva perché si sentiva a disagio davanti agli altri che temevano che lei potesse rompersi come se fosse fatta di cristallo.
Nascondendola era come se in questo modo non faceva far pensare agli altri la sua situazione.

- Percy è un maledetto navigatore in mare - disse - E poi, la verità, è che non vuole essere trasformato di nuovo in un porcellino d'India -

Lui sbuffò alzando gli occhi al cielo, finché la sua fidanzata non gli si avvicinò e gli mise la mano sul petto.

Percy la guardò e mise una mano sotto la felpa che indossava lei, per toccarle la pancia rigonfia.

Si guardarono sorridendo e si diedero un bacio sulle labbra.

C'era una tenerezza incredibile nei loro gesti.

E Leo decise di rovinare il loro momento di dolcezza.

- Signori stiamo per attraccare sull'isola del tesoro! - esclamò ridendo come una iena.


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