Capitolo 24

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Manatthan era nel caos.

Non era come quella volta con la guerra dei titani o quella con i romani. La foschia sembrava non funzionare e i mortali stavano assistendo e vivendo nel pieno della battaglia.

Ai Mangiamorte non importava nascondersi, volevano farsi vedere, comandare anche sui mortali.

Harry guidò i suoi compagni contro i Mangiamorte, in sella alle scope, con dietro i Pegasi e i semidei.

Avevano lasciato il comando a Harry Potter che conosceva i suoi nemici meglio di chiunque altro.

Prevedevano una battaglia pesante e senza scrupoli. Le persone erano in pericolo e la priorità dei semidei era proteggere, per prima cosa, i mortali.

- Harry dobbiamo pensarci bene - disse Ron affiancandolo con la sua scopa mentre si avvicinavano al luogo in cui i Mangiamorte si erano riuniti e stavano sparpagliando il caos.

- Lo so a cosa pensi - rispose il moro - Ma l'unica nostra scelta è battere i Mangiamorte e rispedirli da dove sono venuti -

- Che senso ha combattere loro se il nostro peggior nemico è chi ci guarda le spalle? - chiese Ronald.

Hermione, sentendoli discutere, si avvicinò ai suoi due amici.

- Ma se lo avessimo fatto avremmo solo complicato la situazione - disse intervenendo - Dobbiamo fidarci di lui e soprattutto dobbiamo lasciare che i suoi amici si fidano di lui -

Ron scosse il capo.

- Quando accadrà il peggio mi aspetto che venite a dirmi che avevo ragione - disse.

- Non accadrà - disse Harry.

Peccato che il primo che non ci credeva era proprio lui.

                               ***

- Non fatevi prendere dal panico, andrà tutto bene - disse Piper usando la lingua ammaliatrice al massimo della sua forza.

Lei insieme ad un gruppo di figli di Afrodite e di Demetra stavano cercando di calmare i cittadini e convincerli ad andare in un posto sicuro mentre poco più lontano da dove si trovano loro stava infuriando la battaglia.

In cielo i maghi e Mangiamorte se la vedevano a colpi di incantesimi sulle loro scope. I nemici che cadevano a terra finivano a scontrarsi con i semidei, animati da una furia cieca per avere attaccato la loro casa.

Hazel, in groppa ad Arion, cercava di creare una barriera di illusione con la foschia, in modo da far capire ai mortali che dovevano andarsene ma che non era come sembrava.

Purtroppo però, stava riscontrando parecchi problemi e solo la foschia non aiutava.

Jason e Percy erano spalla contro spalla e combattevano contro parecchi nemici, ma senza fermarsi, senza esserne intimoriti. A guardarli da lontano sembravano due dei.

Hazel si avvicinò ai due con Arion, quando un'idea fece capolino nella sua mente.
Con il cavallo sbaragliò gli ultimi nemici che circondavano i ragazzi e si fermò davanti ai due.

- Tornado - disse.

Jason e Percy la guardarono confusi.

- Ho bisogno di un tornado - spiegò - Dobbiamo allontanare i mortali il più possibile e se nel frattempo fate secchi anche qualche nemico meglio per noi -

Il figlio di Giove e quello di Poseidone si guardarono.

- Che ne dici? - chiese Jason.

Percy sollevò i polsi.

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