Dodici

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Martedì mattina, una leggera pioggia, mi costringe a mettere una giacca più pesante. Tutto per colpa delle mie difese immunitarie che sono così deboli, che una semplice ventata di aria, mi fa venire la tosse.  Il tutto, dopo aver dormito a stento un ora.

Raggiungo il college con l'auto di Lewis, la parcheggio al mio solito posto, e perdo dieci minuti, a osservare ragazzi che ammirano la mia auto e ragazze che si fanno fotografare con essa.
Roteo gli occhi al cielo e solo dopo aver sentito il suono lontano della campana che annuncia le nove e trenta del mattino, mi affretto a raggiungere l'entrata della scuola.

Cammino a passi veloci fino all'entrata della stanza dove si terranno gli esami.
Mi siedo all'ultima fila, ed osservo decine di studenti fare cambio sedia, passando da un professore all'altro con il loro libretto stretto in mano.
Al mio turno, spengo il telefono e lo ripongo nella borsa, sistemo la camicia bianca, e stringo in mano la giacca tolta non appena sono entrata nell'aula.
Scendo lentamente ogni gradino e quando raggiungo il mio posto, mi siedo e porgo al professore il libretto per segnare i voti.

Due ore dopo, sono nuovamente in auto, diretta al supermercato per fare un poco di spesa, per andare avanti questa settimana.
Ho lasciato il telefono spento, solo perché so, quante telefonate papà, Lewis, Valtteri, la mamma e probabilmente anche Lando, mi hanno fatto.
La bambina è rimasta con lui, ed era felicissima di passare mezza giornata con il padre. Prima di lasciare casa, aveva già preparato tutti i suoi vestitini delle principesse che indossa tutte le volte che vuole giocare con le sue bambole. Anche lei ha dormito poco e niente proprio come me ed il padre, ma questa mattina era più attiva di noi due messi insieme.

Quanto torno a casa, la sala è silenziosa, e sopratutto, è perfettamente sistemata.
Porto la busta della spesa in cucina e la sistemo nelle giuste mensole e credenze.
Poso la giacca sulla sedia assieme alla borsa e salgo al piano superiore, diretta alla stanza di Olive.

Lando è seduto a terra, ha le gambe incrociate ed ha gli occhi chiusi, Liv è in piedi davanti a lui ed ha tra le mani, la mia unica palette di Anastasia Beverly Hills. Sorrido divertita, non appena il dito di Olive, sporco di blu, finisce nell'occhio del padre, facendolo gemere di dolore. La delicatezza, in questi casi, l'ha lasciata a letto.
A piccoli passi, raggiungo la bambina e prima che possa far perdere l'altro occhio al padre, la prendo in braccio, facendola urlare e ridere al tempo stesso.
Lando spalanca gli occhi e li punta nei miei. L'occhio sinistro ha iniziato a lacrimare, probabilmente a causa della ditata datagli pochi istanti prima da Liv.
Mi fa un cenno con la testa, che ricambio e torno a guardare la bambina.
«Numero?» domanda lei guardandomi.
È sempre così, tutte le volte che mi vede con addosso una camicia, sa che sto andando a dare un esame e al mio ritorno a casa, mi chiede il voto.
«Ventotto.» dico e lei storce il naso.
Mi colora la guancia con il dito sporco di blu e mi fa una linguaccia.
«Cosa stavi facendo a papà?» le domando e lei sorride ampiamente, iniziando a scalciare per farsi mettere a terra.
Non appena i suoi piedi toccano il pavimento, corre tra le braccia del padre, lanciando la mia povera palette sul tappeto.
Lando avvolge il piccolo busto della bambina con le braccia e la tiene stretta a se, intanto che la piccola, nasconde il viso contro il suo collo.
Sa di esser stata colta in fragrante. Ma questa volta non la sgriderò, anche perché, per la prima volta sta truccando qualcuno di diverso da Lewis ed è uno spettacolo che non dimenticherò facilmente.

«Ti ho chiamata diverse volte, perché non mi hai risposto?» Lando appare in cucina, ed è truccato completamente di blu. Sembra un avatar. Gli manca solo la coda lunga.
«Sinceramente? Volevo restare sola. Ho spento il telefono e non ho risposto più a nessuna chiamata. A dire il vero, dovrei riaccenderlo e far sapere a papà che il rettore è ancora vivo.» dopo un breve sguardo su di lui, torno a tagliare i pomodorini che ho comprato al supermercato.
«Se fosse successo qualcosa a Liv..»
«Lando, sai essere responsabile e sapevo che non le sarebbe successo nulla, per questo motivo mi sono presa questa libertà. La prossima volta non lo farò se ti fa stare tranquillo.» lui annuisce e si siede sulla sedia davanti a me.
«Non sei entrata sui social, non è così?» domanda ed io scuoto la testa.
«Cristy.. ha fatto una storia dove si lamentava del fatto che l'avessi lasciata in Australia per tornare a Londra con mia figlia e sua madre. Dopo dieci minuti l'ha tolta, ma ormai diverse fan page l'hanno già rimessa online.» dice ed io sento la rabbia invadermi. Quella ragazza è davvero una grandissima stronza, mi auguro che almeno scopi bene.
«Mi dispiace infinitamente, non pensavo che avesse capito che fosse mia figlia, è un po'.. stupida su determinati argomenti.» poso il coltello ed alzo lo sguardo su Lando.
«La mia addetta stampa mi ha detto di fare una diretta su Twitch per informare i miei fan. So che ormai è fatta, il mondo sa di Liv e di me, ma dirò loro che non la voglio esporre al pubblico e dunque gli chiederò di lasciarmi questa "privacy"» annuisco alle sue parole, perché sono quelle che volevo sentirmi dire. Prendo un respiro profondo e tengo a freno la lingua dall'insultare l'oca dai capelli biondi e le labbra piene di silicone.
«Fa quello che ti senti di fare, l'importante è salvaguardare Olive e so che lo farai. Resti a pranzo?» voglio che questo discorso finisca il prima possibile e penso che lo voglia anche lui, visto che si limita ad annuire dopo essersi alzato dalla sedia.

Baby Daddy | Lando Norris ✅Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora