Trentanove

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Come ho già anticipato su Instagram (acciogi0ie) questo sarà il penultimo capitolo di baby daddy
Non preoccuparti perché ci sarà Baby Daddy due ma ancora non so quando la farò uscire
Godetevi la lettura💕

«Stai sbavando, smettila.» Papà mi da una gomitata al costato, facendomi riprendere dal mio stato di trans.
«Non sto sbavando.» borbotto distogliendo lo sguardo dalla figura di Lando, inquadrata dalla telecamera di Sky Sport, mandata in televisione e quindi anche nello schermo al muretto di papà. Schermo, che è stato messo appositamente per me, per farmi seguire tutte le volte in cui i ragazzi scendono in pista.
«Davvero Mich, Davvero? Lo stai guardando come se fosse Dio sceso in terra.» papà è dannatamente divertito da questa situazione.
«Fanculo.» borbotto incrociando le braccia al petto, imbronciandomi.
«Questa sera, è la gran sera?» domanda. Sento i suoi occhi su di me.
«Di che cosa stai parlando?» Carlos mi affianca e non so nemmeno da dove sia uscito fuori.
«Questa sera.. farete..?» papà è in imbarazzo e Carlos si sta trattenendo dallo scoppiare a ridere.
«Oh dio, perché a tutti piace parlare della nostra vita sessuale?» mi paralizzo alle parole di Lando. Ha in braccio Liv e si è cambiato.
Come ci è riuscito?
«Voglio sotterrarmi.» sussurro allo spagnolo che ridacchia piano.
«Ma perché siete tutti qui? Non si può avere una normale conversazione con la propria figlia?»
«Ti ho portato Liv e Carlos, così potrai spiegare a lui come comportarsi con lei e mi sono venuto a prendere Mich.» spiega velocemente Lando facendo annuire mio padre. Mi lascia a stento il tempo di salutare la mia piccola prima di trascinarmi via dal muretto della Mercedes.

«Perché tu sei vestito bene e io no?» Lando sospira alla mia domanda ma non mi risponde. Ha deciso di prendermi in braccio e di trasportarmi per tutto l'hotel con una benda che mi copre gli occhi ed un asciugamano di Valentino Rossi a coprirmi dall'inizio alla fine delle gambe.
«Sei odioso.» borbotto punzecchiandogli la schiena.
«Tu quando sei nervosa parli troppo.» sospira prendendo la chiave elettronica dell'Hotel dalla mia mano.
«Non sono nervosa, se lo fossi stata, te ne saresti accorto. Sono solo arrabbiata.» Stava per aprire la porta ma si è bloccato.
«Arrabbiata per cosa?» adesso ha la voce roca e bassa.
«Te l'ho detto: tu sei vestito bene ed io no. Qualunque cosa ci sia li dentro, avrei voluto fare bella figura e di certo indossare la maglia della scuderia non fa fare bella figura.» lo sento sospirare, vorrei vederlo in viso.
«Piccola, saremo soli. Non hai bisogno di fare bella figura, non con me almeno.» fortunatamente la bandana mi copre anche le guance, sennò si sarebbe accorto del rossore che mi è spuntati fuori e avrebbe riso di me.
«Smettila di sorridere in quel modo, fai paura.» borbotta facendomi ridacchiare nel mentre che si decide di aprire la porta della nostra stanza.

Dopo quasi dieci minuti, divisi tra lui che non so cosa ha fatto per la stanza, diverse imprecazioni e accendini accesi e poi spenti, finalmente mi toglie la bandana dagli occhi.
La stanza è illuminata lievemente dalle fiamme di alcune candele sparse qua e là, a terra ci sono diversi petali di rose rosse misti a dei brillantini rossi e sul soffitto ci sono dei palloncini a forma di cuori e macchinine di diversi colori.
Lando si è spostato al centro della stanza ed ha messo sopra la sua tshirt bianca una giacca elegante nera.
Tutto questo mi ha lasciata senza parola.

Lando's pov

Mich continua a guardarsi intorno e non osa parlare e questo sta facendo aumentare la mia ansia.
George ed Alex si sono impegnati molto seguendo alla lettera ogni mia indicazione e devo dire che hanno fatto un ottimo lavoro nonostante il mio disegno e i mei appunti fossero un completo disastro.
Fortunatamente George ha recitato bene la sua parte facendo credere a Mich che non sapesse nulla e glie ne sono infinitamente grato.

«Michelle, di qualcosa.» sussurro. Non so nemmeno se è riuscita a sentirmi.
Sta boccheggiando, proprio come fanno i pesci. Forse è alla ricerca di insulti da darmi o forse l'ho sconvolta al punto che adesso correrà via e non mi rivolgerà più la parola.
Continua a guardarsi intorno, ma ancora non ha guardato sopra il letto.
Deve aver captato il mio sguardo perché adesso sta osservando la scatola del monopoli posta sul materasso.
«Voglio la pedina a forma di paperella se dobbiamo sfidarci.» Le sue prime parole che mi rivolge mi fanno tornare a respirare normalmente.
Vuole restare, quindi non l'ho spaventata.
«Nessun problema, io mi prendo la macchinina.» le dico e lei sorride soddisfatta.
«Mi stai fissando.» le faccio notare e il suo viso cambia colore, passando ad un rosso acceso.
«S-scusa.» balbetta distogliendo lo sguardo da me, tornando ad osservare il soffitto. Poi fa qualcosa che avrei dovuto prevedere: prende il palloncino a forma di cuore e lega il filo intorno al polso destro, proprio come si fa con i bambini quando li comprano.
«Sono pronta se lo sei anche tu. Ti farò piangere.» mi dice nel mentre che si accomoda sul letto.
«Sei tu quella emotiva, a sensazione piangerai tu.» da prima aggrotta le sopracciglia e poi scuote la testa.
Apre la scatola e mette il cartellone sul tavolo.
Ha gli occhi spalancati.
«Che diavolo è?» dice fissando la mia foto stampata al centro del cartellone.
«Landopoli. Senti, volevo essere originale.» lei scoppia a ridere e solo quando mi siedo di fronte a lei si sporge per lasciarmi un bacio sulle labbra.
«Funziona in modo diverso. Il numero che fai con i dadi ti farà spostare di casella come il vero gioco ma dovrai pescare una carta, tra l'arancione e la nera. Se risponderai correttamente andrai avanti sennò tornerai indietro.» le dico e lei annuisce.
«Lo scopo? Se arrivo alla fine cosa vinco?» La sa già la risposta, ma vuole comunque sentirsela dire.
«Oltre a più informazioni per entrambi? Me, ovvio.» sorride divertita e prende le due pedine posizionandole sul via.
«Lan, sei mio dalla prima volta che ci siamo visti e lo so perché George ha la lingua lunga.» le faccio una linguaccia prendendo i dadi.

Baby Daddy | Lando Norris ✅Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora