Trentadue

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Mich's pov

Da Lando Norris:
Alle 16.00 fuori casa.

La suoneria del mio telefono mi fa spalancare gli occhi che si ritrovano a guardare un George  che mangia il gelato in mutande e con un paio di occhiali da sole a coprire i suoi splendidi occhi azzurri.
Mi sorride con la bocca sporca di cioccolato e mi porge il telefono.
«Devi uscire con Lando alle quattro.» mi dice intanto che leggo il messaggio del pilota della McLaren. «Vado a lavarmi, lasciami un po' di gelato.» lui annuisce e punta i suoi occhi sulla televisione spenta.

«George! Ho bisogno del tuo aiuto!»
Sto litigando da quasi dieci minuti con la maglia/bustino che Lewis mi ha regalato quando ero (e lo sono tutt'ora) andata in fissa con Elisa di Rivombrosa e tutte quelle serie tv e film riguardanti le donne del passato.
Questo è nero, ha le maniche lunghe ricoperte di un leggero strato di pizzo e mi fa delle tette enormi che Madison Beer spostati proprio. Anche se ci sono altre ragazze con delle tette gigantesche ma io guardo solo quelle della cantante.
Ha anche uno scollo a cuore che amo profondamente. L'ho abbinato ad un paio di  skinny neri e delle converse del medesimo colore. Il tutto verrà chiuso con una giacca di pelle, con diverse borchie sul colletto ovviamente sempre nera.
«Arrivo!» l'urlo di George e poi il casino per le scale mi fa capire che sta correndo per aiutarmi.
Spalanca la porta quasi dieci secondi dopo aver urlato ed ha ancora come lo ho lasciato prima di andare in doccia.
«Potevi avvertirmi che eri in intimo.» borbotta iniziando a tirare il laccio dietro la mia schiena, capendo a cosa mi serviva il suo aiuto.
«Non fai prima finire di vestirti e poi a farti legate sto coso? Già ti manca il respiro e non ho ancora tirato per bene.» Mi sta guardando attraverso lo specchio, lo capisco anche se porta ancora gli occhiali da sole.
«Fai il tuo lavoro poi se proprio mi aiuti a vestirmi.» lui scoppia a ridere e dopo aver poggiato una mano sul mio fianco, tira i due fili con forza con l'altra mano.
Mi manca letteralmente il respiro ed ho le tette che quasi mi arrivano al mento, ma sono comunque soddisfatta del risultato.
Lo indosso raramente ma quando lo faccio, mi importa poco del leggero dolore che mi provoca.
«Okay, adesso aiutami ad infilare i pantaloni. Non so che ore sono, ma so per certo di essere in ritardo e non voglio far aspettare ulteriormente Lando.» George chiude la porta del bagno che ha lasciato aperta.
«Ecco.. è di sotto. Seduto sul divano.» sussurra. Spalanco gli occhi e mi volto verso di lui.
«E tu sei ancora in mutande! Potrebbe aver frainteso!» urlo facendolo arretrare.
«Anche tu sei in mutande, ma non mi sembra un problema.» si è offeso. Ha messo su un broncio ed ha le braccia conserte al petto.
«Non ho frainteso nulla, ma ti muovi?» George spalanca nuovamente gli occhi e fa scattare la chiave nella serratura per poi aprire l'acqua della doccia, della vasca, del rubinetto e del bidet.
Non vuole farlo ascoltare visto che è fuori dalla porta del bagno.
«Okay, mettiamo i pantaloni a terra, tu ci infili i piedi e poi io li sollevo, cercando di sollevare anche te. Se sei ancora brilla, non vomitarmi sopra.»
Annuisco e facciamo come mi ha spiegato. Penso di avere un trauma cranico per tutte le testate che ho dato contro il mobile e il rumore sembrava tutto, tranne che un amico che aiuta un'amica a vestirsi perché non riesce a muovere la parte superiore del corpo.
«La prossima volta che ti metti quel coso, ti uccido!» urla George uscendo dal bagno, dando una spallata a Lando che si sta piegando in due dalle risate.
«Scusa!» urlo sporgendo la testa dalla porta.

Lando's pov

«Scusa se ti ho fatto attendere troppo.» borbotta Mich, dopo che si è messa la cintura di sicurezza.
Deve aver guardato il display della macchina che segna le diciotto spaccate.
«Tranquilla, George mi ha detto che ti sei svegliata alle tre e mezza.» dico mettendo in moto la macchina.
«Abbiamo esagerato con il vino ieri sera e nel post sbronza dormo sempre troppo.» spiega facendomi ridacchiare.
Lewis mi aveva già anticipato tutto, compreso il bustino che avrebbe indossato e che ora le calza a pennello, mettendo a rischio la mia sanità mentale, visto che ha il seno completamente stretto e rialzato cosi tanto che penso potrebbe scoppiarle a breve.
«Anche io ho fatto tardi. Ci ho messo una vita per togliermi quel dannato pigiama a forma di rana.» le dico ed è lei che questa volta scoppia a ridere.
«Sei stato con Liv e Lewis, vero?» ha gli occhi puntati su di me, quindi annuisco alla sua domanda perché so che può vedermi.
«Perché Liv si comporta da Psicologa quando vede qualcuno frustrato e pronto a raccontare la storia che lo tormenta?» Do una leggera occhiata a Mich e si sta mordendo il labbro inferiore per non scoppiare a ridere.
«Ha visto diverse volte me e Lewis fare così, quindi penso che le piaccia scarabocchiare e far finta di capire i problemi altrui. Quando la conversazione le interessa disegna dei tornadi mentre se non le interessa disegna dei fiori.»
«Non ho la più pallida idea di cosa abbia disegnato, ma anche solo sentirla fare 'mhmh' mi ha sollevato il morale.» Mich sorride.
«Fa sempre questo effetto.»

Baby Daddy | Lando Norris ✅Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora